«Sai mia figlia è guarita dalla celiachia e adesso mangia tranquillamente tutto ciò che contiene glutine». Una frase del genere fa inorridire ogni celiaco: dalla celiachia non si guarisce. Specifichiamo che, ad oggi, l’unica terapia possibile è la completa e rigida esclusione del glutine dalla propria dieta. I notiziari in questi giorni si sprecano: ricerche innovative, brevetti e quant’altro, volti a portare alla “normalità” la vita del celiaco. E se non fosse davvero così?
Il professor Alessio Fasano, ricercatore in primissima linea nell’ambito della ricerca sulla celiachia, ci ha spiegato in sintesi le varie ricerche che si stanno compiendo su celiachia e sensibilità al glutine. Prima fra tutte una ricerca sul detossificare il grano, quindi far diventare il frumento un grano geneticamente modificato in modo da poter essere assorbito anche dai celiaci.
Al secondo posto compare una pillola che, con l’azione di alcuni enzimi, porterebbe le persone celiache ad assorbire una piccola quantità di glutine. Il problema principale è che la stessa pillola deve resistere agli acidi del nostro stomaco, cosa per nulla semplice.
Altra ricerca: il vaccino. Ricerca partita dall’Australia, questo vaccino sarebbe in grado di “mettere a tacere” i linfociti che causano l’infiammazione intestinale nelle persone celiache.
Ultima notizia: una recente ricerca dell’università di Foggia. La ricerca si basa sulla modificazione del glutine all’interno del chicco di grano con un procedimento chimico-fisico; da qui si parte con la denominazione “prodotti Gluten Friendly”. Il brevetto è già stato depositato ed ora stanno già facendo le prove a livello industriale.
Il dubbio è: secondo i ricercatori lo standard internazionale prevede che le parti per milione di glutine innocue ad un celiaco siano 100, ma in realtà secondo la legge 41/2009 CE i prodotti dichiarati senza glutine devono avere meno di 20 parti per milione. Inoltre, la sperimentazione in vitro è andata a buon fine, ma non è stata ancora fatta la sperimentazione su soggetti celiaci, cosa fondamentale perché la scoperta sia valida. Molti grani antichi in vitro danno come risultato l’assenza di glutine ma, una volta somministrati ai pazienti celiaci, essi avevano le stesse conseguenze della dieta glutinata.
Prendere una pillola ogni tanto farebbe riaffiorare solo gusti ormai persi del cibo glutinoso. Il vaccino potrà arrivare solo tra circa 15 anni. Lo sviluppo di grani non tossici potrebbe essere una soluzione, ma le conseguenze sulla salute quali potranno essere?
La celiachia è l’unica “malattia” dove non sono previsti farmaci: la mucosa intestinale torna nella norma solo con una rigida dieta senza glutine. Perché dobbiamo catalizzarci solo sugli aspetti negativi? Vediamo anche i lati positivi: un celiaco ha una dieta molto varia, scopre continuamente nuove ricette e cereali alternativi che, fino a 10 anni fa, erano quasi sconosciuti o poco apprezzati.
Oggi è normale trovare pasta senza glutine non solo da riso e mais ma anche da grano saraceno, quinoa, amaranto. Abbiamo la possibilità di riscoprire sapori antichi e ricette che i nostri nonni usavano abitualmente. Scopriamo nuove ricette dal mondo solo perché c’è scritto gluten free. Ci esaltiamo come bambini quando troviamo il menu al ristorante con scritto “senza glutine”. In fondo, non è proprio così male essere celiaci!
Ricetta del mese: Torta mattonella al limone senza glutine e senza lattosio