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Cracco crea 11 proposte da abbinare alle "perle bianche" dell’Alto Adige

Il Ristorante Cracco di Milano è stato lo scenario perfetto per una speciale pausa pranzo con i vini dell’Alto Adige - Metodo Classico, Sauvignon Blanc e Gewürztraminer - a cui lo chef ha abbinato dei piatti particolari

di Clara Mennella
 
10 febbraio 2014 | 14:42

Cracco crea 11 proposte da abbinare alle "perle bianche" dell’Alto Adige

Il Ristorante Cracco di Milano è stato lo scenario perfetto per una speciale pausa pranzo con i vini dell’Alto Adige - Metodo Classico, Sauvignon Blanc e Gewürztraminer - a cui lo chef ha abbinato dei piatti particolari

di Clara Mennella
10 febbraio 2014 | 14:42
 

Foto di Frieder Blickle

Il luogo scelto dai vini bianchi dell’Alto Adige per incontrare la stampa e i tecnici non è per niente casuale. Si tratta di uno dei templi della cucina milanese, il Ristorante Cracco (nella foto sotto, lo chef Carlo Cracco), e d’Italia e ben rappresenta il crescente interesse dimostrato dai migliori ristoratori verso i vini altoatesini ed in particolare gli autoctoni che sono sempre più proposti in abbinamento a piatti gourmet con combinazioni innovative, come la Schiava bevuta fredda col pesce arrosto o il Gewürztraminer abbinato alle specialità asiatiche.

I vitigni che hanno trovato in queste zone il terroirs ideale sono circa una ventina e l’Alto Adige è l’unica zona di produzione italiana che abbraccia, con vini al massimo livello, tutto il ventaglio dei generi enologici, dallo spumante extra brut vinificato in purezza al Pinot bianco fresco e fruttato, dall’uvaggio bianco e complesso affinato in barrique alla Schiava, vivace e di pronta beva, dal Lagrein vellutato al Cabernet Sauvignon austero e signorile. E come se non bastasse, i vignaioli altoatesini si cimentano con successo anche in una serie di suadenti vini da dessert, ottenuti da uve Moscato giallo e rosa o Gewürztraminer.

Carlo CraccoIl territorio della regione più a nord d’Italia è una scoperta per varietà geografiche e climatiche, le escursioni termiche favoriscono la formazione di aromi fruttati e di una buona acidità. Questo condizioni favorevoli e la grande operosità dei viticoltori altoatesini hanno portato ad un importante primato: oltre il 98% dei vini si fregia della Doc mentre nel resto dell’Italia la produzione di vini Doc è circa il 10% del totale.

Eppure, con i suoi 5mila ettari di vigneto, l’Alto Adige rappresenta solo una piccola parte della produzione italiana! Forti del fatto che la tradizione vitivinicola atesina è di quelle più antiche al mondo, i produttori non smettono di guardare avanti, sia con i metodi di produzione; il Metodo Classico, il Sauvignon Blanc e il Gewürztraminer in degustazione hanno espresso grande carattere, che con la comunicazione; nuovo marchio per “Südtirol Wein-Vini Alto Adige” una nuova capsula, pensata per offrire ai consumatori una maggiore visibilità dei vini di qualità prodotti nella provincia di Bolzano.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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