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Cibo e teatro al ristorante del Majestic dove Riccioli celebra la cucina romana

Spettacolo e buffet a tema al Ristorante Bistrot dell'hotel Majestic a Roma, in occasione di una serata speciale dedicata ad Anna Magnani, a cui è seguita la presentazione di piatti tipici romani, opera di Massimo Riccioli

di Mariella Morosi
 
07 febbraio 2014 | 10:03

Cibo e teatro al ristorante del Majestic dove Riccioli celebra la cucina romana

Spettacolo e buffet a tema al Ristorante Bistrot dell'hotel Majestic a Roma, in occasione di una serata speciale dedicata ad Anna Magnani, a cui è seguita la presentazione di piatti tipici romani, opera di Massimo Riccioli

di Mariella Morosi
07 febbraio 2014 | 10:03
 

da sinistra: Massimo Riccioli e Lidia VitaleCon la cultura si mangia. E anche benissimo, se a cucinare è Massimo Riccioli (nella foto), chef del Ristorante Bistrot dello stellatissimo Hotel Majestic di Via Veneto. Lo ha fatto in occasione di una performance teatrale in onore della grande attrice Anna Magnani: “Solo Anna” un monologo avvincente di Lidia Vitale (nella foto), già rappresentato a Los Angeles.

Il pubblico romano ha rivissuto le emozioni forti della vita di “Nannarella” e tutta la sua carriera artistica, dall'avanspettacolo al teatro Ambra Jovinelli alla conquista dell'Oscar per “La rosa tatuata”. Nell’occasione un salone del Ristorante Bistrot era stato liberato dai tavoli e trasformato in teatro, con palcoscenico improvvisato e alcune file di sedie. L’attrice Lidia Vitale è riuscita ad entrare nel personaggio tra musiche di avanspettacolo, colonne sonore di film e video.

Al di là della somiglianza fisica e di abbigliamento, in alcuni momenti impressionante, è stata una magistrale recitazione in grado di far rivivere la protagonista di “Roma, Città aperta”, nella sua disperazione di madre e nelle passioni, con le sue risate a piena bocca che lasciavano una maschera tragica sul viso.

Solo con l'applauso finale è entrato in scena Riccioli, che si è esibito in un buffet ispirato alla cucina di Roma: supplì, rigatoni alla gricia e maialino croccante, un po’ come la classica porchetta, stracotto al Cesanese e insalata di polpo. Ad ispirargli uno spezzatino di spigola con spinaci, sontuoso nella sua semplicità, è stato il film “Campo de’ Fiori” in cui Anna Magnani aveva un banco di ortaggi proprio a ridosso del pescivendolo Aldo Fabrizi.

A servirlo ai suoi clienti-spettatori è stato personalmente lo chef, come si fa con gli amici invitati a casa propria. Grande cucina e grande teatro: un’iniziativa che ha lasciato il segno tra il pubblico romano e che apre tutta una prospettiva nuova nel mondo dell’alta ristorazione, e non solo perché difficilmente in una sola serata possono essere conciliati uno spettacolo e un ristorante di altro profilo.

Perché questo chef di lungo corso, già patron del mitico ristorante La Rosetta e del londinese Corinthia, ha realizzato questo progetto? Non aveva certo bisogno di promuovere o di riempire il ristorante, in un albergo stellatissimo nella strada della dolce vita che fa dell’alta ristorazione il suo punto di forza. Negli anni Ottanta Riccioli ha lavorato nel cinema come operatore e la settima arte gli è rimasta dentro.

«La cucina - dice Riccioli - è un gioco senza regole, ma sempre frutto di una serie di sollecitazioni culturali. Entrano nel mio lavoro, non potrei altrimenti lavorare, interpretare un cibo». Ogni nuova iniziativa lo entusiasma e c’è da giurarci che ce ne saranno altre. Forse ad ispirarlo è stata proprio l’esperienza di Londra dove esistono 400 teatri che vivono senza alcuna sovvenzione e che fanno il tutto esaurito.



E il successo della performance potrebbe portare alla ridefinizione del concetto di ristorante: laboratorio artigianale alla ricerca del massimo della qualità e, perché no, luogo di cultura e di arte per andare oltre, per un piacere articolato e condiviso. Riccioli è approdato solo da pochi mesi ai fornelli del Majestic lasciati da un altro grande chef, Filippo la Mantia, e ha subito affascinato i gourmet romani con la sua cucina di pesce per cui era già famoso il padre Carmelo, siciliano arrivato nella capitale 50 anni fa.

Aveva insegnato ai romani a mangiare il pesce, considerato allora un cibo mortificante, di magro, rispetto agli abbacchi e alle porchette. Il menu del Majestic non è sterminato, punta sul pesce, mai d’allevamento, spesso armonizzato con le verdure di stagione ma offre anche piatti di carne ispirati alla tradizione.

Ognuno rivela un percorso che parte dalla materia prima, punta sul profumo prima ancora che sul sapore e non stravolge i ritmi stagionali. Richiestissimi la versione marinara di cacio e pepe con spaghetti di farro e cappesante, il cus cus al nero di seppia , il filetti di triglia alla salvia in pasta kataifi.

Ma il gioco creativo prevede anche carne e pesce insieme. All’inaugurazione del ristorante aveva stupito tutti con piatti doppi, serviti insieme, come insalata di capesante grigliate e ovoli con uva al mosto e bon bon di scottona al sedano croccante oppure filetti di spigola al limone con scampo croccante e petto d’anatra scottato al gelèe di marsala.


Hotel Majestic Roma
via Vittorio Veneto 50 - 00187 Roma
Tel 06 421441 - Fax 06 4885657
hotelmajestic@hotelmajestic.com
www.hotelmajestic.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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