Pastasciuttari per gusto, ma anche per necessità. Così appaiono gli italiani nei tempi della crisi secondo l’indagine condotta nel 2012 dall’Eurispes, e presentata nel Rapporto 2013, che evidenzia come negli ultimi cinque anni, su dati Federalimentare, a fronte di una flessione degli acquisti di prodotti alimentari del 10%, pari a 20 miliardi di euro in meno, aumenti l’acquisto di pasta, in quanto bene economico che consente di mettere a tavola un pasto soddisfacente.
Nel carrello della spesa, sottolinea Eurispes, la pasta è aumentata dallo 0,58% allo 0,61%, tornando al centro dei consumi degli italiani come nei difficili anni del Dopoguerra. E per oltre 10 milioni di italiani la pasta viene messa in tavola tutti i giorni. La crisi economica, osserva l’istituto di ricerca, ha quindi imposto agli italiani un ridefinizione del proprio paniere alimentare, con un taglio della quantità e una selezione diversa rispetto al passato. La spesa è più ragionata, consapevole e prudente; da qui anche la riduzione degli sprechi: gli scarti alimentari sono calati dal 30% al 7%.
La buona cucina è per ricchi
Il cibo sempre più spesso è associato ad un vero e proprio nemico. E dal Dopoguerra ad oggi - quando sono 1,5 miliardi nel mondo gli individui in sovrappeso o obesi con malattie legate a diete squilibrate - la contrapposizione tra chi soffre fame e malnutrizione e i malati per eccessi a tavola hanno prodotto uno dei paradossi della modernità e un cambiamento culturale nei confronti del cibo. Negli Usa, ricorda la ricerca Eurispes, il cibo uccide più delle armi.
E negli Stati Uniti più che altrove mangiare sano ha un costo elevato: molti non possono permetterselo. Anche in Italia, come sottolinea l’indagine svolta alla fine del 2012 dall’Università Cattolica di Campobasso, seguire la dieta mediterranea risulta più facile a chi ha un reddito alto (la segue il 72%), mentre la quota degli obesi è più elevata nelle fasce di reddito basso (36% a fronte del 20% dei benestanti). Anche il Child’s Messurement Programme ha elaborato una percentuale del 12,3% di obesi tra i bambini indigenti, a fronte di un più contenuto 6,8% dei bambini benestanti.
Un italiano su 2 si dichiara “equilibrato” a tavola
Oltre la metà degli italiani (53,7%) dichiara di seguire un’alimentazione “abbastanza equilibrata”, l’8,2% “molto”, ma il 30,9% “poco”, e il 5,7% per niente. Mentre il timore per la prova costume sembra aver spinto il 26,1% degli italiani a seguire qualche volta una dieta dimagrante, il 65,1% non lo ha mai fatto. Secondo l’indagine Eurispes, il 46,7% tiene abbastanza sotto controllo il peso, l’8,3% molto, il 32,3% poco, e il 10,7% per niente. L’istituto di ricerca precisa inoltre che il 19,2% degli italiani segue ogni tanto una dieta purificante (il 74,8% mai).
Nel determinare le scelte alimentari - si legge nel report - alle motivazioni prettamente legate alla salute si sovrappongono quelle legate a valori ed ideali. La volontà di rispettare gli animali, ad esempio, impegnandosi a manifestare il proprio dissenso contro l’allevamento industriale o la sperimentazione sugli esseri viventi, è alla base delle scelte di vegetariani o vegani. Si tratta, secondo i dati dell’Eurispes, del 7,1% degli italiani (6,5 vegetariani e 0,6% vegani).