I modi tranquilli e il tono pacato con il quale si pone trasmettono una grande forza e solidità. Marco Sacco (nella foto) è decisamente un uomo “centrato”, infatti al Piccolo Lago di Verbania è a casa sua in tutti i sensi; suoi sono questi luoghi che ha vissuto fino da bambino e dei quali conosce ogni ciottolo, ogni albero del bosco, ogni sponda del lago di Mergozzo; suo è il ristorante con hotel che gli è stato “traghettato” dalle mani di papà Gastone e mamma Bruna che, insieme, hanno fatto crescere con passione, sacrificio e lavoro.
Sua, quindi, è la professione di cuoco che gli è stata trasmessa attraverso il Dna e l’esempio e che Marco, con grande volontà, ha portato ai più alti livelli, imparando, non dai libri, ma dall’impegno quotidiano e continuo. Tanti viaggi e collaborazioni con i colleghi ma sempre con la voglia di tornare a casa e le contaminazioni sono sempre state sulle tecniche, più che sulla scelta delle materie prime che Sacco predilige territoriali e stagionali.
Benvoluto per l’ottimo e propositivo carattere, è fra i fondatori del team Stelle del Piemonte, è presidente di Chic, Charming italian chef, fa parte del Gvci-Gruppo virtuale cuochi italiani nel mondo e il suo volto è uno dei 66 cuochi ritratti da Renato Missaglia per la mostra itinerante “Cuochi a Colori”. Sono splendenti più che mai le 2 stelle Michelin accese dal 2007 sul suo Piccolo Lago.
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Architetto.
Il primo sapore che ti ricordi.
L’uovo bucato col chiodo che mi dava mia nonna.
Qual è il senso più importante?
L’olfatto.
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Devo ancora realizzarlo.
Come hai speso il primo stipendio?
Devo ancora prenderlo.
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
La pizza, il foie gras e lo spaghetto al pomodoro.
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Il latte.
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il Timorasso di Walter Massa.
Che rapporto hai con le tecnologie?
Sono allergico.
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Tanto vado in Paradiso...
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Che domande... mia moglie.
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Un’opera di Ligabue.
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Un diavolo in me” di Zucchero.
Piccolo Lago
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