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Coerente, tenace, integerrimo Marco Parizzi si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Marco Parizzi, cuoco del Ristorante Parizzi di Parma, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
 
30 novembre 2013 | 10:28

Coerente, tenace, integerrimo Marco Parizzi si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Marco Parizzi, cuoco del Ristorante Parizzi di Parma, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
30 novembre 2013 | 10:28
 

Marco ParizziVice presidente dei Jre Italia dal 1999 e associato dal 1995, noto anche per essere una delle presenze “storiche” a La prova del cuoco, Marco Parizzi (nella foto) è disponibile e simpatico in maniera inaspettata per uno che si dichiara un po' orso.

È titolare a Parma dello stellato Ristorante Parizzi che fu aperto dal nonno per necessità e condotto in seguito dal papà, ma il primo Chef Resident di famiglia è stato Marco che ha perseguito con grande convinzione l'obiettivo di trasformare questo luogo nel suo regno incontrastato, fatto a sua immagine e somiglianza.

Non si è sottratto da ragazzo alla gavetta in cucina, anche se risultava mortificante del suo estro e talento, che ha voluto cesellare con puntiglio e una punta di ingegno in maniera insolita; facendo arrivare a Parma alcuni dei cuochi più quotati del panorama culinario italiano ed estero, dai quali prendere "ripetizioni private".

Non esiste oggi materia che Marco Parizzi non sappia trasformare e valorizzare, nè tecnica che non sia da lui padroneggiata e "piegata" al servizio delle sue creazioni...anche se il territorio e le tradizioni trovano spazio nella carta del Ristorante Parizzi; dal carrello del Parmigiano Reggiano alle spettacolari paste ripiene.


Da bambino cosa sognavi di diventare?
Essendo nato in questo mondo il cuoco era la figura più affascinante.

Il primo sapore che ti ricordi.
Più che un sapore è una sensazione di dolce.

Qual è il senso più importante?
L’equilibrio… i sensi sono tutti importanti, bisogna riuscire ad usarli per raggiungere un equilibrio, non solo in cucina.

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Il pane. Sicuramente la panificazione con l’umidità che c’è a parma è stato il problema più grande che ho avuto, ci ho messo quasi un anno a mettere a punto i miei pani.

Come hai speso il primo stipendio?
Non ricordo, non mi interessano i soldi per quello che possono comprare, mi interessano di più perche dimostrano che sei bravo.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Le lasagne, la pizza, il foie gras.

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Yogurt alla ciliegia.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il gelato.

Che rapporto hai con le tecnologie?
Ottimo, amo la tecnologia anche se in cucina adoro usare la padella.

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Capperi, li odio.

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Alain ducasse, Michel Brass, Joel Robuchon.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Le tavole blu di Daniel Spoerri.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Crazy diamond dei Pink Floyd.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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