La Selezione Friulano&friends 2013, intitolata quest’anno “Il Friulano migliora invecchiando”, ha premiato:
Valentino Butussi come produttore del miglior Tocai (oggi Friulano), presentato nelle vendemmie 2003-2005-2007-2009;
Venica & Venica come produttore del miglior Pinot bianco monovarietale, presentato nelle vendemmie 2003-2005-2006-2009;
Livon come produttore dell’uvaggio Braide Alte, presentato nelle vendemmie 1997-2001-2007-2010. Al termine delle degustazioni (alla cieca) delle 37 tipologie di vino presentate dalle 27 aziende friulane intervenute, alle aziende vincitrici sono stati consegnati dei mosaici celebrativi, appositamente realizzati dalla Scuola mosaicisti friulani di Spilimbergo impiegando tappi di sughero e legno di vite.
L’obiettivo del concorso enologico, svoltosi attraverso verticali, era provare come il Friuli Venezia Giulia abbia tutti i numeri per ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena del bianco italiano da invecchiamento. Per questo, tre commissioni di esperti, convocate nel cuore storico della città di Milano, hanno individuato, attraverso degustazioni condotte alla cieca, le migliori etichette per ciascuna delle tre categorie considerate (vini Tocai-Friulano precedenti la vendemmia 2010; vini bianchi monovarietali precedenti la vendemmia 2010; uvaggi bianchi precedenti la vendemmia 2010). La valutazione ha riguardato i vini proposti da 27 produttori friulani rappresentativi delle Doc: Collio, Friuli Colli Orientali, Friuli Isonzo e Friuli Grave e si declina come un confronto tra verticali. Ciascuna cantina ha partecipato presentando un campione, della medesima tipologia di vino, per quattro diverse annate a scelta (e comunque tutte precedenti la vendemmia 2010).
Anche quest’anno Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia ha organizzato la Selezione Friulano&friends intitolata “Il Friulano migliora invecchiando”, in collaborazione con Le Guide de L’Espresso e il Consorzio Doc-Fvg. Enzo Vizzari, direttore de le Guide de L’Espresso, ha partecipato all’organizzazione dell’evento, confermando il proprio feeling con i vini e i produttori friulani. Seppure, come ama dire lui, sia amante dei vini della Borgogna, ha sempre riconosciuto al Fvg le grandi potenzialità di invecchiamento dei suoi bianchi, come anche l’orgoglio di essere espressione di una viticoltura di qualità: reale, concreta e tangibile.
L’evento, che è stato dedicato ai giornalisti e agli operatori del settore, ha voluto dimostrare che i bianchi del Friuli Venezia Giulia sanno anche ben invecchiare. Eppure questo concetto, che è universalmente noto fra gli appassionati di vino di tutto il mondo, ha sempre stentato ad affermarsi proprio in Italia, dove i margini di crescita dei bianchi con una certa vocazione all’invecchiamento non sono mai stati seriamente esplorati.
Le aziende che hanno partecipato sono:
- AQUILA DEL TORRE
- BASTIANICH
- CASA ZULIANI
- COLLAVINI
- DRAGA
- EDI KEBER
- GIGANTE ADRIANO
- IL RONCAL
- KEBER RENATO
- LA RONCAIA
- LA TUNELLA
- LIS NERIS
- LIVIO FELLUGA
- LIVON
- MARCO FELLUGA-RUSSIZ SUPERIORE
- MARIO SCHIOPETTO
- MEROI DAVINO
- RONCO BLANCHIS
- RONCO DEL GELSO
- TENUTA DI ANGORIS
- TENUTA VILLANOVA
- TENUTE TOMASELLA
- TERCIC MATIJAZ
- TOMADONI UMBERTO
- VALENTINO BUTUSSI
- VENICA & VENICA
- VOLPE PASINI
Al momento della consegna del premio,
Ornella Venica ha così commentato: «Sono contenta di ricevere questo riconoscimento dedicato al Pinot bianco perché lo considero il mio vino del cuore. Credo sia il più elegante della Vecchia Europa, quello che è sempre rimasto fedele alla sua identità essendosi sempre posto al di sopra delle mode imposte dal mercato che, al contrario, plaude al successo di vini più muscolosi».
«In tutto il mondo, la maggior parte dei vini è consumata giovane - interviene
Richard Grosche, giornalista professionista del Gruppo Meininger (Germania) e membro di una delle Commissione Friulano & friends dell’evento milanese - ma è un peccato! Anche per i bianchi si può tranquillamente parlare di un potenziale di invecchiamento di almeno 10 anni e anche più. Soprattutto nelle annate fredde, l’attitudine a migliorare con il tempo diventa più interessante. Per questo i vini prodotti nelle vendemmie 2004 e 2008 che abbiamo degustato oggi, che pure sono state annate difficili dal punto di vista climatico e conseguentemente anche enologico, sono stati interessantissimi per quanto riguarda la loro longevità».
«Questo è il terzo anno di Friulano & friends - commenta
Mirko Bellini, direttore generale di Ersa - e posso dire che oggi è stato raggiunto l’obiettivo di presentare il Fvg come una realtà produttiva di eccellenza, dal punto di vista enologico, in cui i nomi delle aziende vitivinicole vengono dopo quello del territorio in cui si ottengono. Inoltre, accanto al vino, il Fvg è anche tanti altri prodotti: cereali, formaggi, salumi, ortaggi, la maggior parte dei quali proposti in degustazione qui a Milano ad un pubblico selezionato di giornalisti e operatori del settore. Oggi, per la prima volta, è stato presentato nella capitale lombarda l’Asparago bianco certificato Aqua, il marchio regionale, nato per essere apposto sui prodotti di cui attesta la qualità sia delle caratteristiche intrinseche che delle modalità di produzione. In particolare quest’ultimo aspetto si pone in linea con l’indicazione tutta europea di un’agricoltura che non è solo produzione, ma soprattutto gestione del territorio».
«L’importanza dell’Aqua - conclude Bellini - è nella faccia che la regione mette sui prodotti a cui concede l’uso del marchio. E quest’evento vuole essere un ulteriore step verso il passaggio di consegne al Consorzio delle Doc del Fvg che sempre più si troverà a coordinare manifestazioni di questo genere cui dovrà garantire la presenza dei produttori, che sono poi coloro che devono effettivamente capitalizzare qualsiasi intervento di promozione condotto dalle istituzioni. Attualmente la Regione e il Consorzio sono al passo con i mercati e l’imperativo è ora non fermarsi: forse, anche per i produttori è arrivato il momento di mettere al centro dei discorsi non solo la cantina, l’uva o l’etichetta delle proprie bottiglie, ma le potenzialità dei loro clienti».
Fiammetta Fadda, che ha partecipato all’evento, ha ricordato l’importanza della qualità dei prodotti agroalimentari come arma strategica per la crescita della regione: «Il Fvg è una di quelle terre che ha tanti segreti che poco a poco sta facendo scoprire: il non avere comunicato prima, gli permette di comunicare ora. Quello che prima sembrava uno svantaggio è oggi divenuto il suo più efficace punto di forza».
«Continueremo a promuovere il Fvg e i suoi vini - sottolinea
Giorgio Badin, presidente del Consorzio delle Doc del Fvg - Con questa tappa del F&f espressamente organizzata a Milano, che con tutta probabilità rappresenta la piazza più importante per i vini del Fvg, almeno dal punto di vista del mercato, abbiamo voluto raccontare la vitivinicoltura regionale così come la sentiamo e la viviamo da anni. I nostri vini sono fortemente identitari dell’ambiente in cui sono prodotti: non sono acidi, ma salati e questo a causa delle temperature che ci distinguono dall’Alto Adige e da altre zone bianchiste, inoltre si caratterizzano per una notevole capacità di tenere il tempo, esprimendo le migliori caratteristiche oltre che come vini d’annata anche nella loro maturità. I nostri sanno essere vini da aperitivo, ma sanno anche stare sui tavoli della migliore ristorazione nazionale ed internazionale. Non basta la qualità fine a se stessa, quella tecnica e fredda, per far diventare importante un territorio, ma sono anche la storia degli uomini che vi operano, la sua unicità climatica e pedologica unitamente alla capacità dei vignaioli di lavorare con rigore e professionalità. Per questo i nostri vini sono tali da distinguerci dal resto del panorama enologico nazionale ed internazionale».