ROMA - Nella biblioteca della Crociera del ministero dei Beni culturali, per la prima volta nella storia italiana un cuoco-ristoratore ha ricevuto oggi, 18 aprile, la
medaglia d’argento come benemerito della cultura e dell’arte. Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito dal ministro dei Beni culturali
Lorenzo Ornaghi (
nella foto sopra, a destra), per decreto del Presidente della Repubblica, a
Matteo Scibilia (
nella foto sopra, a sinistra, e nella foto sotto), patron dell’Osteria della Buona Condotta di Ornago (Mb), già presidente del Consorzio cuochi di Lombardia e redattore di “Italia a Tavola”, di cui è fra l’altro responsabile scientifico, ruolo svolto anche presso il Capac, il Politecnico del commercio di Milano. Questa la motivazione ufficiale dell'onorificenza: «Per il contributo dato al settore dell'enogastronomia nazionale, coniugando cultura e gusto».
Una cerimonia solenne ma sobria, alla quale il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, non ha potuto partecipare a causa della fase politica particolarmente turbolenta che sta attraversando il nostro Paese, sostituito pertanto dallo stesso Ornaghi. Attraverso i diplomi di merito e le medaglie ai benemeriti della cultura e dell'arte, il Ministro ha premiato importanti personalità. In tutto si tratta di 19 medaglie d’oro (fra cui quelle al magistrato Livia Pomodoro, all'architetto Franco Purini, al critico d'arte Philippe Daverio, al regista Marco Bellocchio, al banchiere Giovanni Bazoli e al docente della Cattolica Vincenzo Cesareo), 8 d’argento (fra cui quella a Matteo Scibilia) e 33 di bronzo.
Il cuoco brianzolo (ma di origini siculo-pugliesi), che nel 2009 divenne consigliere dell’allora ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, si è sempre mostrato attivo nella difesa e valorizzazione della sua categoria, cercando di richiamare costantemente la dovuta attenzione sulla Cucina italiana e sul mondo della ristorazione. La medaglia d’argento che gli è stata attribuita mette a tacere ogni polemica e porta di diritto i cuochi fra coloro che contribuiscono alla crescita culturale del nostro Paese.
Nel testo che riportiamo qui sotto, Scibilia ha voluto raccontare a “Italia a Tavola” la sua emozione nel ricevere questo riconoscimento, dedicandolo alla categoria dei cuochi e sottolineando ancora una volta l’alto valore culturale della Cucina italiana.
“Lunedì scorso andavo al Vinitaly, ero ancora in macchina, quando mia moglie Nicoletta mi telefona. «Sei seduto?», mi chiede. Avendo il cane un po’ malaticcio ho temuto volesse comunicarmi qualcosa di grave, invece mi dice: «Hanno telefonato dal ministero dei Beni culturali, il ministro Ornaghi in persona ti cercava: “dov’è Matteo Scibilia”, chiede, ed io rispondo “al Vinitaly”. “Va bene”, risponde il Ministro, “gli dica che il 18 aprile deve venire qui a Roma”, poi lascia il telefono ad un collaboratore che mi spiega cosa stava succedendo».
Quello che sto per raccontare dalla coda è un percorso iniziato circa tre anni fa, quando un Sandro Bondi non ancora ministro dei Beni culturali cominciò a frequentare la mia Osteria. Per la cronaca, non siamo lontani da Arcore. In quel primo scambio di nozioni di tipo enogastronomico, Sandro cominciava a capire il mio stile di lavoro, ed io pensavo che potesse essermi utile per un’idea che da tempo mi frullava in testa. Opero nel mondo del cibo e del vino e nella ristorazione da circa 28 anni, non ho fatto scuole alberghiere, ho fatto molta gavetta. Forse proprio per questo per me la cucina oltre ad essere un fatto di manualità e di tecnica da imparare è stata in tutti questi anni uno studio continuo.
Per questo ho sempre cercato la vena culturale della cucina, ho sempre cercato l’abbinamento tra un quadro o un romanzo con una ricetta. In fondo ho scoperto la cucina lombarda leggendo i Promessi Sposi... Ho sempre cercato di trasmettere tutto questo al cliente, ho sempre cercato e studiato come anche una semplice crema di fave con le cicorie ed un filo di olio extravergine, naturalmente pugliese, potesse emozionare la gola, gli occhi, ma soprattutto il cuore. Raccontare perché le fave, perché la cicoria, perché l’olio, perché in Puglia non cambia nulla con un risotto alla milanese, anzi.
La Cultura della Cucina, questo ho tentato di raccontare a Sandro Bondi, che dopo un po’ accettò questa sfida. Non il ministero del Commercio o dell’Economico, come potrebbe essere naturale, ma quello dei Beni culturali. E la sfida ebbe inizio. L’idea era quella di promuovere una specie di Cavalierato della Cultura, premiando anche un Cuoco che si fosse distinto non solo in cucina ma anche per un’attenzione alla Cultura della stessa. Purtroppo le vicende politiche note a tutti non permisero a Bondi e al sottoscritto di proseguire. Arrivò Giancarlo Galan e poi, con il governo tecnico, Lorenzo Ornaghi.
Quest’ultimo casualmente una sera capitò da noi, ospite di un tavolo di un nostro cliente. Riconoscendolo - lo ammetto - mi ci sono buttato a capofitto. Ho ripreso il percorso iniziato con Sandro Bondi. In fondo Ornaghi provenendo dalla Cattolica - pensai - non può non essere sensibile all’argomento. Mi guardò e mi disse: «Siamo un governo a tempo, vedrò cosa si può fare».
Lo ha fatto: per la prima volta un cuoco e ristoratore viene premiato con l’Onorificenza di Benemerito per la Cultura e l’Arte, medaglia d’argento. In 213 anni sono state consegnate solo 274 medaglie d’argento. Onorificenza che dedico a tutta la mia categoria, a tutti i miei amici Cuochi. La Cucina è un bene culturale del nostro Paese.
Matteo Scibilia”Foto del servizio e della gallery: Ravagli