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“Processo alle focacce”, assoluta parità tra quella barese e quella altamurana

Una contesa semiseria, sotto forma di processo con giudici, avvocati e testimoni, si è svolta presso il Circolo Tennis Bari, tra la focaccia barese e la focaccia altamurana, eccellenze gastronomiche della terra di Puglia

 
03 gennaio 2013 | 16:31

“Processo alle focacce”, assoluta parità tra quella barese e quella altamurana

Una contesa semiseria, sotto forma di processo con giudici, avvocati e testimoni, si è svolta presso il Circolo Tennis Bari, tra la focaccia barese e la focaccia altamurana, eccellenze gastronomiche della terra di Puglia

03 gennaio 2013 | 16:31
 

Una vera e propria assise ha fatto da arbitro al “Processo alle focacce”, svoltosi nella prestigiosa sede del Circolo Tennis Bari, contesa semiseria tra la focaccia barese, rappresentata dal “focacciaro” Giovanni Di Serio, e la focaccia altamurana, rappresentata dal panettiere Vincenzo Dambrosio. Il processo, nato da una provocazione, apparsa sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, di Onofrio Pepe, presidente dell'Associazione altamurana del Fungo cardoncello, il quale aveva sostenuto il primato della focaccia di Altamura, si è svolto davanti ad un numeroso pubblico, incuriosito dalla singolare tenzone tra le due eccellenze gastronomiche pugliesi.



L’associazione La Compagnia Della Lunga Tavola, organizzatrice del processo, ha voluto, in questo modo, richiamare l’attenzione su due prodotti di grande valore della tradizione gastronomica della Puglia, traendo spunto dalla polemica e giocandoci in maniera costruttiva, per dirimere una contesa che non ha alcun motivo di essere, con l’esclusivo scopo di divulgarne le peculiarità.

«Si tratta di due prodotti intorno ai quali, negli ultimi tempi, si è creata una grande attenzione - ha detto Sandro Romano - grazie anche all’opera del Consorzio della focaccia barese e alla vicenda del McDonald’s costretto a chiudere i battenti a causa della concorrenza della focaccia di Altamura, storia vera ripresa nel film Focaccia blues. Due preparazioni simili negli ingredienti ma così diverse tra loro, che dimostrano come anche il fast food possa essere sano. Quando andavo a scuola, pur esistendo le prime merendine industriali, era proprio la focaccia la merenda più consumata durante l’intervallo delle lezioni. Quanto sarebbe bello se le mamme di oggi sostituissero, nel cestino della merenda dei propri figli, quelle merendine fatte di ingredienti improponibili con un prodotto sano, prodotto con farina di qualità, pomodori e ottimo olio extra vergine d’oliva?».



I giornalisti Onofrio Pagone e Onofrio Pepe, il demologo Felice Giovine, il regista Nico Cirasola, gli attori Dante Marmone e Tiziana Schiavarelli, i musicisti Antonello Vannucci, Francesco e Stefano Attolini, l’avvocato Massimo Melpignano, gli scrittori Vittorio Stagnani e Peppino Colamonaco hanno offerto la loro testimonianza a favore dell’una o dell’altra contendente, divertendo il pubblico presente con aneddoti e storielle legate alle due focacce.

I due panettieri, nell’intento di affermare la supremazia del prodotto da loro rappresentato, hanno dovuto difendersi dagli “attacchi” dei valenti avvocati Onofrio Sisto e Tonia Clemente, ma poi la parola è passata alla Giuria Tecnica, presieduta dal giornalista Sandro Romano, in rappresentanza dell’Accademia Italiana Gastronomia Storica e di Italia a Tavola, e composta da Giacomo Giancaspro, presidente dell’Associazione Cuochi Baresi, da Michele Erriquez, presidente dell’ Ordine dei Discepoli di Escoffier di Puglia, dallo chef Pasquale Procacci Leone della Scuola Anice Verde, dalla food expert Antonella Millarte, dalla conduttrice televisiva Sabrina Merolla, da Franca Portoghese e i giornalisti Nicola Sbisà e Vincenzo Rizzi, in rappresentanza dell’Accademia Italiana della Cucina. La manifestazione, inoltre, si è chiusa con un buffet a base di focaccia offerto dai panettieri coinvolti e organizzato dai ragazzi del Ciofs Fp Puglia, magistralmente guidati dallo chef Luca Cappelluti del Convivio di Ruvo di Puglia.



La sentenza di assoluta parità, letta dal presidente della Provincia di Bari, prof. Francesco Schittulli, componente della Giuria Onoraria insieme al direttore della Fiera del Levante Leonardo Volpicella, è qui integralmente riportata:


IN NOME DELLA COMPAGNIA
IL COLLEGIO GIUDICANTE ESPRESSAMENTE RIUNITO NELLA SEDE DEL CIRCOLO TENNIS DI BARI, composto da una Giuria Onoraria e da una Giuria Tecnica irritualmente convocate, ha pronunciato la seguente sentenza in data 12 ottobre 2012 nella contesa fra
LA FOCACCIA ALTAMURANA, presente ed elettivamente rappresentata dal M° panettiere Vincenzo Dambrosio, assistito e difeso dall’Avv. Antonietta Clemente
e
LA FOCACCIA BARESE, presente ed elettivamente rappresentata dal M° panettiere Giovanni Di Serio, presidente del “Consorzio della Focaccia Barese”, assistito e difeso dall’Avv. Onofrio Sisto.

*

VISTI gli atti che hanno originato la contesa, e consistenti in una “provocazione”, apparsa nel gennaio 2012 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, lanciata da Onofrio Pepe, presidente dell’Associazione del Fungo Cardoncello, e nei conseguenti scritti e scambi polemici pubblicati sul predetto quotidiano, tutti acquisiti al fascicolo del processo;
ESAMINATI i testimoni presenti e ascoltate le testimonianze “in musica” e “in prosa”;
SENTITE le arringhe e le conclusioni degli Avvocati difensori;
CONSIDERATE le attenuanti specifiche della “provocazione intellettuale” e della “vis polemica”;
CONSIDERATO che la Giuria Tecnica, rispondendo ai quesiti, si è pronunciata, in primis, sull’assoluta incapacità di entrambe le Focacce contendenti di nuocere alla salute umana e, poi, sulla loro riconosciuta qualità, bontà ed eccellenza, nonché sulla loro capacità, escluso qualsiasi disturbo intestinale, di suscitare persino emozioni, ricordi e fantasie in tutti coloro che le assaporano e quotidianamente se ne cibano;
AVVERTITO che è sempre d’obbligo diffidare delle imitazioni ed evitare le disoneste contraffazioni;
RICONOSCIUTO che è sempre azione positiva difendere il buon nome di ogni produzione attraverso la compilazione e registrazione di disciplinari, la costituzione di Marchi e Consorzi di garanzia e tutela e l’avvio di procedimenti per il riconoscimento della tipicità, come risulta abbia fatto la Focaccia Barese;
RITENUTO di dover richiamare il brocardo “De gustibus non disputandum est”;
RITENUTO altresì di doversi attenere, condividendolo, il principio gastroprudenziale per il quale tutti gli alimenti tipici e/o tradizionali, se ben prodotti e preparati a regola d’arte, secondo antichi o codificati disciplinari, senza adulterazioni e sofisticazioni e con l’utilizzo di materie prime di qualità, indipendentemente dall’area geografica di riferimento e provenienza, hanno pari dignità a tavola e degnamente rappresentano le tradizioni gastronomiche della Regione di appartenenza in contesti sia locali e nazionali che internazionali;

P.Q.M.
Il Collegio giudicante dichiara il non luogo a procedere, in quanto non sussistendo comunque fatti gastropenalmente rilevanti, l’azione è improcedibile e nessuna delle due Contendenti può far valere una sua supremazia, mentre entrambe, nella loro diversità, degnamente rappresentano le tradizioni gastronomiche della Puglia in qualsiasi contesto.

Condanna, in perpetuo, la Focaccia Altamurana e la Focaccia Barese ad essere mangiate e a rifondere le spese del Processo.

LA GIURIA TECNICA
LA GIURIA ONORARIA


Foto del servizio: Rocco Lamparelli

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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