Dal 1994 Sergio Mei (nella foto) è executive chef del Four Seasons Hotel Milano, dove è responsabile di tutti gli outlet del prestigioso albergo: i due ristoranti, Il Teatro e La Veranda; il Foyer Bar e il room service, aperto 24 ore su 24; infine i banchetti, con eventi giornalieri dai cocktail alle colazioni di lavoro, dai ricevimenti di nozze alle cene di gala aziendali con una media annuale di oltre 210mila coperti, tutti serviti al massimo livello.
Carismatico, generoso, instancabile e poliedrico, alla carriera di cuoco, iniziata negli anni '60, affianca quella di divulgatore con all'attivo quattro libri, numerose partecipazioni a programmi televisivi e l'insegnamento regolare a Parigi, presso la rinomata Ecole Lenôtre di Plaisir.
Portavoce della 'Vera Cucina italiana” nel mondo, ha collaborato all'apertura di celebri ristoranti e all'organizzazione e promozione di festival in tutto il pianeta.
La sua bella personalità lo porta a essere più orgoglioso dei molti suoi 'allievi” che si sono fatti strada che delle numerose medaglie vinte con la Nazionale italiana cuochi.
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un cow-boy cuoco!
Il primo sapore che ti ricordi.
Il pane.
Qual è il senso più importante?
Lo sono tutti, ma se devo indicarne uno direi il gusto e ne aggiungerei altri due: l'intuito e la sensibilità.
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato
Il soufflé.
Come hai speso il primo stipendio?
Comprando coltelli e altri attrezzi del mestiere! I successivi, comprando libri di cucina e assaggiando la cucina dei migliori ristoranti del mondo.
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
I piatti che preferisco sono semplici: le uova, cucinate come più piacciono (per me, con le cipolle stufate); la pasta al pomodoro; le patate arrostite.
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Nel frigo, le uova; in cantina vino, formaggio e salame; nell'orto, verdure ed erbe.
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Le verdure fresche appena colte.
Che rapporto hai con le tecnologie?
Senz'altro buono, aiutano a organizzarsi e a semplificare i contatti con le persone per noi importanti.
All'Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Sassi e serpenti! La risposta è scherzosa ma anche seria, perché ho riflettuto a lungo ma la verità è che apprezzo tutti i cibi.
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Una ragazza di nome Rosa, mia moglie!
Quale quadro o opera d'arte rappresenta meglio la tua cucina?
Senz'altro un'opera letteraria e cinematografica, Il Pranzo di Babette.
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Sarebbe una musica di Ennio Morricone... perché mi piace tanto, e io adoro il mio mestiere.