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Bufala Campana
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L'Italia dell'aperitivo ama i cocktail Al top Rhum e Vodka per il Cda

Sono 110 milioni i litri di superalcolici venduti in Italia nel 2011, e tra di essi, Rhum e Vodka sono i più gettonati, utilizzati per moltissimi cocktail, popolari in particolare al momento dell'aperitivo. Nel corso della 2ª convention di Cda-Drinkabile si è discusso di questo ed altro

 
02 marzo 2012 | 12:07

L'Italia dell'aperitivo ama i cocktail Al top Rhum e Vodka per il Cda

Sono 110 milioni i litri di superalcolici venduti in Italia nel 2011, e tra di essi, Rhum e Vodka sono i più gettonati, utilizzati per moltissimi cocktail, popolari in particolare al momento dell'aperitivo. Nel corso della 2ª convention di Cda-Drinkabile si è discusso di questo ed altro

02 marzo 2012 | 12:07
 


Sono circa 110 milioni i litri di superalcolici venduti in Italia nel corso del 2011 dai tre canali di vendita: Ingrosso, Gdo e Cash & Carry. Gli stessi corrispondono a circa 1 miliardo e 200 milioni di euro di fatturato. è quanto emerge da un'indagine svolta nel corso della 2ª convention di Cda attraverso la sua controllata Drinkabile, da cui risulta anche una crescita costante per Rhum e Vodka.

Nella suggestiva cornice di Villa San Carlo Borromeo a Senago (Mi), si è tenuta dunque la 2ª convention dedicata al mondo dei superalcolici organizzata da Cda. Erano presenti le più importanti aziende di produzione italiane e internazionali. Nel corso dell'incontro si è cercato di fare il punto sugli andamenti del mercato liquoristico italiano, attraverso la condivisione di opinioni e vedute tra coloro che producono e coloro che distribuiscono prodotti alcolici.

L'organizzatore della convention è Drinkabile, società controllata dal gruppo Cda (Consorzio distributori alimentari), il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, che da solo rappresenta il 12,6% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari.

Cda, attraverso il proprio Data wharehouse consortile (strumento di gestione della raccolta e normalizzazione dei dati provenienti dalle aziende associate), è in grado di tracciare periodicamente un quadro preciso e dettagliato dei consumi fuori casa, rilevati su un campione di oltre 25 mila pubblici esercizi.

Cda, con i suoi 4,8 milioni di litri nel 2011 e i 51 milioni di euro di vendite di prodotti superalcolici, controlla il 22,6% delle vendite sul canale ingrosso, corrispondenti ad una quota sul mercato totale Italia del 4,36%.

A livello di singole categorie merceologiche vi sono da evidenziare anche per il 2011 alcune tendenze che trovano conferma rispetto al 2010.

Ottima crescita degli aperitivi alcolici, che registrano un +12%, confermando un trend ampiamente positivo che ha contraddistinto la famiglia negli ultimi anni. Gli italiani sembrano preferire tra i vari momenti di consumo proprio quello dell'aperitivo, che consente non solo la condivisione di momenti di socializzazione ma che anche (complice la crisi) di vivere il momento dell'aperitivo sia nella pausa del mezzogiorno o quello della sera come un sostitutivo del pasto. Questo grazie e soprattutto alla proposta di vari locali che accompagnano alla 'bevuta” anche una buona proposta di snack e spuntini.

Buone le performance dei Rhum (+2,15%) che, se pur con tassi di crescita inferiori rispetto ad alcuni anni fa, si confermano al top delle bevande alcoliche più consumate. Tali performance sono motivate anche da un uso miscelato del prodotto che continua ad essere, insieme alla Vodka (+8%), particolarmente indicato per la preparazione di cocktail e di un bere mix che sembra particolarmente gradito ai giovani. Continua invece la tendenza negativa degli Whisky (-9,87%) e di Cognac e Brandy (-2%) che confermano una tendenza ormai in essere da alcuni anni.

Lucio Roncoroni (nella foto), direttore generale di Cda, sostiene: «L'andamento del canale ingrosso nel mercato dei super alcolici non evidenzia, nel suo complesso, dati incoraggianti se confrontati con l'anno 2010. Gli stessi infatti si attestano su un meno 1% a valore e un sostanziale pareggio a volumi».

Lucio Roncoroni
E continua: «Per quello che riguarda la nostra organizzazione, invece, registriamo un + 3,67% a valore e un + 4,53 % a volumi, sempre confrontato con il 2010. Tali risultati, in controtendenza rispetto all'andamento del mercato, sono stati raggiunti grazie ad un impegno coordinato con tutte le nostre aziende presenti sul territorio nazionale».

Le aree di intervento hanno toccato in particolare:

  • Attività formative specifiche per far conoscere meglio a chi vende e a chi consuma i singoli prodotti e le conseguenze del loro consumo. Cda crede che il problema della responsabilità nell'assunzione di bevande alcoliche possa essere affrontato anche attraverso una migliore conoscenza dei prodotti e dei loro effetti sulla salute. Allo scopo ha dato vita a momenti formativi in collaborazione con il mondo produttivo mirate a fare cultura sul comparto, sia per chi distribuisce che per coloro che si rivolgono direttamente a consumatore finale;
  • Attività promozionali su grossisti e sugli esercenti dei pubblici esercizi tese a calmierare i prezzi dei prodotti al consumo;
  • Garantire al pubblico esercizio la possibilità di acquistare a piccoli lotti e spesso anche a bottiglie e non a cartoni, aumentando anche i momenti di consegna al punto di consumo. Questo per favorire un minore immobilizzo finanziario;
  • Affiancare i gestori dei locali nella scelta di prodotti in linea con le tendenze di consumo.

Nel corso dell'evento di Senago, sia industria produttiva che distribuzione hanno convenuto sul fatto che per affrontare un mercato così incerto, gli sforzi all'interno della filiera devono essere orientati all'individuazione di nuove forme di collaborazione. A partire dalla condivisione di informazioni che possano consentire una valutazione più approfondita del mercato e generare, come conseguenza, una definizione di strategie più in linea con le mutate esigenze del pubblico esercizio e del consumatore finale.

Afferma Roncoroni: «Lo sforzo coordinato tra uomini di vendita della distribuzione e funzionari dell'industria di produzione è alla base di un rinnovato modo di affrontare un interesse comune […] per troppo tempo due anelli fondamentali della filiera hanno proceduto parallelamente senza mai trovare un modo univoco di operare». E prosegue: «Il mercato oggi impone scelte importanti in ragione delle necessità di un mondo imprenditoriale che soffre gli effetti della crisi e che vede messa in serio pericolo la propria attività».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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