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Cantina La Vis commissariata Dellai: Provvedimento inevitabile

La Provincia autonoma di Trento ha disposto il commissariamento della società cooperativa La Vis. Il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha sottolineato che la misura risulta «inevitabile considerata la situazione della La Vis e tenendo presente il bene dell'intero comparto vitivinicolo»

 
02 settembre 2010 | 16:48

Cantina La Vis commissariata Dellai: Provvedimento inevitabile

La Provincia autonoma di Trento ha disposto il commissariamento della società cooperativa La Vis. Il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha sottolineato che la misura risulta «inevitabile considerata la situazione della La Vis e tenendo presente il bene dell'intero comparto vitivinicolo»

02 settembre 2010 | 16:48
 

La giunta provinciale di Trento ha approvato ieri, 1° settembre, la delibera riguardante il commissariamento della società cooperativa La Vis. «La legge - ha spiegato in una nota il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, che qualche giorno fa si è confrontato con gli assessori Mellarini e Panizza - prevede che la Provincia autonoma di Trento eserciti funzioni di vigilanza e, in casi straordinari, possa adottare provvedimenti come quello odierno, che risulta inevitabile considerata la situazione di difficoltà in cui versa la La Vis e tenendo presente il bene, oltre che della società in questione, dell'intero comparto vitivinicolo».

La misura di commissariamento arriva all'indomani delle offerte da parte di Cavit e di Mezzacorona, che avevano proposto progetti di rilancio e di valorizzazione del "marchio La Vis". Il debito del gruppo superava gli 80 milioni di euro. All'interno del cda di La Vis i soci più piccoli sarebbero sati orientati ad una scelta territoriale con Mezzacorona. Ci sarebbero stati invece segnali di apprezzamento del progetto Cavit da parte dei soci più grandi, quelli più attenti anche alle "dinamiche politiche".



«La delibera di commissariamento della cantina La Vis approvata dalla giunta provinciale fa seguito alla richiesta della Federazione trentina della cooperazione». Lo afferma in una nota la Cooperazione di Trento, ricordando la lettera del direttore della divisione Vigilanza, Enrico Cozzio, in cui «si evidenziava come il protrarsi dell'attuale situazione di incertezza stesse oltremodo demotivando la base sociale arrecando grave danno all'immagine della cooperativa e vanificando qualsiasi programma di rilancio dell'attività sociale».

Per il presidente della Cooperazione trentina, Diego Schelfi, «indubbiamente il commissariamento rappresenta una sconfitta del sistema, che avrebbe dovuto trovare dentro di sé le forze imprenditoriali e solidali per la soluzione». A questo punto, prosegue Schelfi, «la scelta del commissariamento è inevitabile per tutelare i soci e garantire futuro alla cantina. Il commissario e il vice nominati dalla giunta sono ottimi professionisti che godono della nostra stima e fiducia. Sapranno individuare le scelte migliori per far uscire la cantina dalle difficoltà di questo momento e rilanciarla con un piano industriale serio e credibile. Rinnoviamo la nostra disponibilità alla collaborazione per il bene dei soci e il futuro della cooperativa».

La divisione Vigilanza della Federazione aveva lanciato l'allarme più volte in ordine alla tenuta complessiva della cooperativa. Lo aveva fatto con lettera di certificazione al bilancio di esercizio dell'11 dicembre 2009 in cui manifestava riserve sulla redazione del documento contabile. Successivamente, il 9 luglio di quest'anno, segnalava il peggioramento della situazione finanziaria e della redditività aziendale. Il direttore generale della Federazione Carlo Dellasega era intervenuto personalmente in assemblea dei soci il 15 gennaio scorso per informare la compagine sociale della difficile situazione finanziaria in cui si trovava la cooperativa.

In una lettera del maggio scorso la Federazione segnalava la sua grande preoccupazione circa il futuro della cooperativa. Nel frattempo la stessa Federazione aveva attivato iniziative di studio e di analisi per individuare le linee di orientamento strategico per il rilancio del settore vitivinicolo cooperativo, note comunemente come 'piano Pedron” dal nome del principale consulente impegnato nello studio, Emilio Pedron, esperto di credibilità internazionale. Un piano che ancora oggi rappresenta un contributo valido per ristrutturare il comparto, a cominciare dalle situazioni di criticità.

Fonti: Asca - Agi


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