Forse è ancora prematuro parlare di una prossima 'rivoluzione verde” in Padania, ma certo da un punto di vista politico non si può essere indifferenti rispetto al fatto che dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia (in 4 regioni sulle 8 del nord Italia) ci sia oggi un unico asse che vede la gestione degli assessorati regionali all'Agricoltura saldamente in mano ad esponenti della Lega.
In Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli, passando a livello provinciale, la mappa si fa più variegata, ma il dato dell'omogeneità a livello regionale ha un peso non indifferente. Tanto più se si tiene conto della forte impronta personale data dall'ex ministro leghista Luca Zaia alla gestione delle Politiche agricole, dove proprio l'aspetto 'politico” era tornata forte.
Identità e cultura di territorio, insieme alla valorizzazione dei prodotti tipici sono un po' i cavalli di battaglia della nuova squadra nordista da cui dipende oggi il futuro di buona parte dell'agricoltura del nord Italia. Per capire meglio cosa potrebbe cambiare abbiamo intervistato tutti e 4 gli assessori regionali della Lega (Giulio De Capitani per la Lombardia, Claudio Sacchetto per il Piemonte, Franco Manzato - al suo secondo mandato - per il Veneto e Claudio Violino per il Friuli Venezia Giulia).
Ne è emerso un quadro interessante, fatto certamente più di vicinanze e volontà di collaborazione che non di distinguo, anche se poi bisognerà vedere tutti all'opera. A volte non basta essere di uno stesso partito per non scontrarsi, come è successo recentemente fra veneti e friulani sulle norme per il Prosecco... Certamente, però, le premesse per una collaborazione ci sono e questo è già un passo avanti.
La mappa della politica al nord
In seguito all'ultima tornata elettorale, è ormai evidente come nel nord Italia, relativamente agli assessorati all'Agricoltura, gli equilibri si stiano modificando. I numeri parlano chiaro. Il settore agroalimentare è appannaggio della Lega Nord in quattro regioni - Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia - che insieme coprono una superficie di 75.522 km2, contro i 44.738 delle restanti quattro. L'Agricoltura di Emilia Romagna e Liguria è nelle mani di esponenti del Partito democratico, mentre Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige rappresentano casi a sé, con assessori appartenenti rispettivamente all'Unione valdostana e all'Unione per il Trentino.
Analizzando la situazione nelle giunte provinciali si può avere una conferma del prevalere della Lega Nord. Su un totale di 46 Province, in 15 casi l'assessorato alle Politiche agricole è amministrato da esponenti leghisti, soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto, ma anche in Liguria (2 Province su 4). Pd e Pdl si spartiscono la gran parte delle restanti amministrazioni: in 13 Province l'Agricoltura è gestita da esponenti del Centro-sinistra, perlopiù in Emilia Romagna, mentre il Popolo della libertà resiste in altre 10, in particolare quelle lombarde. L'Udc compare in un solo caso (Torino), così come Rifondazione comunista (Genova) e i partiti leader nelle provincie autonome di Trento e Bolzano (Unione per il Trentino e Südtiroler Volkspartei).
Le interviste ai quattro assessori regionali all'Agricoltura:
Piemonte agricolo, Sacchetto: «Più sostegno, meno burocrazia»
Lombardia, Giulio De Capitani: Identità, tipicità e territorio
Manzato: L'agricoltura è identità Contro la crisi bisogna tener duro
Violino ha un sogno: sdoganare l'originale 'tipicamente friulano”
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