LR Colterenzio 2015 un vino bianco per passione
La Cantina altoatesina Colterenzio ha scelto Milano per presentare “LR”, vendemmia 2015, un vino bianco prodotto con uve Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Gewürztraminer
21 marzo 2019 | 09:55
di Guido Gabaldi
Si può ben dire che un bianco come questo (vinificato per pura passione, in poche migliaia di esemplari, a partire dal 2011) sia il miglior testimone dell’entusiasmo non momentaneo dei soci della Cooperativa Colterenzio di Cornaiano, 300 famiglie per 300 ettari collocati fra i 250 e i 650 metri, ospitanti 12 diverse varietà di uve. Le colline nei pressi di Bolzano sono il posto giusto per lasciarsi affascinare dalla bellezza spettacolare delle valli e dello scenario montuoso, e dalle grandi potenzialità enologiche del territorio: e questo fin dal 1960, data di nascita della Cooperativa.
È bene ricordare che partirono in 28, quasi sessant’anni fa, i vignaioli della Colterenzio, per quest’avventura che doveva essere caratterizzata dalla ricerca dell’alta qualità a tutti i costi; erano capitanati da Luis Raifer, un pioniere della viticoltura altoatesina del Dopoguerra che nel suo vigneto Lafóa iniziò a piantare le uve di Cabernet Sauvignon, alle quali più tardi venne aggiunto il Sauvignon Blanc. Le rese furono basse, mentre la qualità delle uve e dei vini risultò altissima: da questo vigneto-pilota prese vita il “pensiero Lafóa”, inteso a stabilire nuovi standard qualitativi, mantenuti fino ad oggi.
«E proprio a Luis Raifer è dedicato il grande bianco che abbiamo chiamato LR - chiarisce Alex Ferrigato, il direttore vendite della Cantina - Una creazione seducente, avvolta da un layout originale: una rete metallica per comunicare quel senso di vedo-non-vedo che incuriosisca i consumatori più attenti, e li induca a sperimentare un gusto che esce un po’ dal quotidiano. Abbiamo oggi in degustazione le annate 2011, 2012, 2013 e 2015: alla base c’è sempre il desiderio di far esprimere il territorio in tutta la sua ricchezza di sfumature, facendo in modo che Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Gewürztraminer dialoghino tra loro, in un certo senso, senza prevaricazioni».
Alex Ferrigato
«La ricerca dell’equilibrio - ribadisce l’enologo della casa, Martin Lemayr - è alla base di tutto il progetto, e comunque dà alle prime tre annate una nota evidente di femminilità, una fragranza quasi barocca. Fermo restando che questo bianco si presta all’invecchiamento, e che non sappiamo di preciso cosa degusteremo fra cinque anni, nel 2015 abbiamo voluto dare una svolta: via il Gewürztraminer, e vediamo cosa si guadagna in termini di più spiccata mineralità, accresciuta eleganza. Il risultato giudicatelo voi».
La “signorina” Gewürztraminer, comunque al di sotto del 10% in tutte e tre le annate, ci era sembrata elegantissima pure lei e per nulla invadente, e ci riferiamo alla vendemmia 2013, particolarmente intonata alle Capesante con topinambur e salsa allo yuzu e lime del ristorante “Langosteria”: un piatto di grande effetto.
Ma possiamo comprendere il furore euristico di Ferragato e Lemayr, alle prese con materie prime preziose e desiderosi di cavarne espressioni sempre nuove e sorprendenti. E così del 2015 apprezziamo la mineralità, certo, la finezza, e va bene, il carattere asciutto-quasi-teutonico, e ci sta: ma rimane l’impressione che debba dare ancora il meglio di sé, e che qualche altro annetto di riflessione possa fargli solo bene. Il King Crab alla catalana della Langosteria, dal canto suo, nonostante la sua natura di pietanza ricercata, ha fatto da sponda al Colterenzio LR 2015 con grande contegno e discrezione, dimostrando che anche la relativa “giovinezza” di questo bianco può prestarsi ad abbinamenti impegnativi.
Dopo una serata come questa, allietata non solo dalle diverse espressioni di LR ma anche da assaggi di Pinot Bianco, Chardonnay Lafóa, Sauvignon Blanc e Cabernet Sauvignon, possiamo concludere che la Cantina Colterenzio ha presentato un autorevole biglietto da visita; messa alla prova con capesante, scampi, polpi, acciughe, calamari e frutti di mare, non aspettava di meglio per esprimere la quintessenza del lavoro costante, della fatica e del rischio che la viticoltura di qualità ha nel suo Dna.
Per informazioni: www.colterenzio.it
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