Nasce tra le montagne di Subiaco (Rm) l’avventura di Aimara, realtà brassicola che ha costruito la propria identità tenendo insieme radici territoriali e visione internazionale. Un progetto che parte dai campi di luppolo affacciati sul fiume Aniene e che oggi si traduce in un birrificio capace di coniugare esperienze italiane, scozzesi e suggestioni americane.

Aimara ha costruito la propria identità tenendo insieme radici territoriali e visione internazionale
Dal luppoleto alla sala cotte
La storia comincia nel 2012, quando un piccolo gruppo di appassionati avvia un luppoleto con l’idea di trasformare in futuro quella passione in un mestiere. Dopo appena sei mesi arriva la prima cotta come beerfirm. Intanto, Simone Proietti, oggi birraio di Aimara, consolida la sua formazione lavorando in diversi birrifici italiani e soprattutto in Scozia, da Fyne Ales, tra il 2016 e il 2017: un’esperienza che segnerà profondamente il suo approccio produttivo.

Simone Proietti, birraio di Aimara
Nel 2020 il passo decisivo: diventare a tutti gli effetti un birrificio. Oggi Aimara può contare su una produzione che nel 2024 ha raggiunto i 490 ettolitri. Il legame con il territorio resta centrale: l’Aniene, il fiume che attraversa la valle di Subiaco, è l’anima che unisce birrificio, luppoleto e taproom. A gestire la società è Aimara Sas di Danilo Romani.
Birre simbolo e contaminazioni di stili
Il motto di Aimara recita: “Cuore a Subiaco, occhi aperti sul mondo”. Ed è proprio questa tensione a guidare le scelte brassicole, tra suggestioni scozzesi, studio delle tecniche statunitensi e una continua contaminazione di stili. Tra le birre di riferimento troviamo:
- Keller Pils 41 (4,7%): birra a bassa fermentazione di colore dorato carico con leggeri riflessi arancio e schiuma bianca compatta. Notevoli sentori maltati accompagnano un corpo leggero ma ben strutturato che lascia spazio a un finale lievemente erbaceo.
- White IPA Aimara (5,9%): rinfrescante ed aromatica. “Aimara” è una birra dal corpo tipico delle birre di frumento e dalla luppolatura decisa e pregiata, grazie all’utilizzo di luppoli coltivati a Subiaco lungo il fiume Aniene, sui territori della loro azienda agricola fresca e aromatica, con luppoli coltivati lungo l’Aniene.
- Best Bitter Articolo 17 (4,3%): birra color arancio con riflessi ambra. Schiuma bianca compatta abbastanza persistente. Note olfattive di media intensità che riportano alla mente sentori di biscotto, pane, caramello e un lieve floreale delicato. A livello gustativo si ritrovano i sentori iniziali alleggeriti da un corpo esile che rende molto agevole la bevuta.
- Dry Stout Òbbaca (4,7%): birra color nero con leggeri riflessi rubino. Schiuma color avorio lievemente pannosa. All'olfatto predominano gli aromi di caffè tostato, cacao e liquirizia. Al gusto vengono ribaditi i medesimi sentori accompagnati da una spiccata morbidezza del corpo.
Il packaging è vario: bottiglie e lattine da 33 cl, oltre ai fusti Polykeg da 20, 24 e 30 litri. La distribuzione è affidata a BeerFellas nel Lazio e a Stilber in Toscana, con vendita diretta anche attraverso lo shop online e il locale La Stoccia, taproom nel cuore del centro storico di Subiaco, punto di riferimento per turisti e appassionati.
La White IPA raccontata dal birraio
Tra le birre più rappresentative c’è senza dubbio la White Ipa Aimara, che porta il nome stesso del birrificio. A raccontarla è Simone Proietti: «È stata la prima ricetta che ho realizzato, nel 2012, quando eravamo ancora beerfirm. Lo stile nasce dall’incrocio tra la luppolatura tipica di una Ipa e la morbidezza delle birre di frumento. Nella prima versione utilizzavo Cascade e Chinook del nostro luppoleto, insieme a buccia d’arancia e lievito da blanche. Dopo anni di prove ho scelto di lavorare con un blend di lieviti e, dal 2021, la ricetta prevede un importante dry hopping con Citra. Oggi è una birra dal potente aroma citrico, morbida e con eleganti note fenoliche».

La White IPA di Aimara
Un equilibrio che apre a molteplici possibilità di abbinamento. Il birraio consiglia un crostone di pane ai quattro cereali con stracciatella vaccina, acciughe, puntarelle e salsa al basilico: «La morbidezza della birra accompagna il latticino, la luppolatura esalta le note vegetali del piatto e la sapidità delle acciughe prolunga il retrolfatto dell’amaro».
Radici e sperimentazione
Aimara è un birrificio che continua a intrecciare Subiaco con il resto del mondo. Le erbe aromatiche coltivate in azienda e la frutta della vicina Pachamama utilizzata per una Sour stagionale raccontano la volontà di restare fedeli al territorio. Allo stesso tempo, la costante ricerca stilistica e le esperienze internazionali alimentano un’identità brassicola che non smette di evolversi.
Via S. Francesco 3 00028 Subiaco (Rm)