Il tradizionale appuntamento estivo nel bel centro storico di Castelnuovo Magra (Sp) per l'edizione 2025 di “Benvenuto Vermentino” ha confermato che le complicazioni della vendemmia 2024 sono state degnamente superate dai produttori di Luni e dintorni, così come ha fatto la maggior parte dei produttori di vini bianchi nel nord-ovest d'Italia. In questo lembo di confine ligure-toscano esteso dalle Alpi Apuane al Mar Ligure - introverso nello spezzino per poi aprirsi nel carrarese - il Comune di Castelnuovo, l'Enoteca Regionale della Liguria e il Consorzio di Tutela dei vini Dop-Igp della Provincia di La Spezia hanno organizzato un convegno sul Vermentino Doc Colli di Luni (circa 1.600.000 bottiglie di produzione annua) con una proposta di revisione del suo disciplinare, un'ampia degustazione e la visita di alcune aziende vinicole. Hanno collaborato Agriservice, Ais Liguria e Regione Liguria.

“Benvenuto Vermentino” si è svolto nel centro storico di Castelnuovo Magra
Alla scoperta del Vermentino Doc Colli di Luni
Nella sala del Centro Polivalente Molicciara, il giornalista e divulgatore enogastronomico Antonello Maietta ha moderato gli interventi di Gian Marco Centinaio vicepresidente del Senato ed ex ministro dell'agricoltura, Massimo Caleo docente di scienze agrarie, Giorgio Baccigalupi direttore del Consorzio di Tutela e primo enologo ad agire in maniera profonda sul territorio di Luni, Carlo Alberto Panont esperto redattore di disciplinari e consulente del Consorzio e Valentina Ghio, deputata alla Camera e prima firmataria della proposta di legge sulla tutela dell'agricoltura eroica.

Benvenuto Vermentino: il convegno a Castelnuovo Magra
Presenti la sindaca di Castelnuovo Katia Cecchinelli - che ha ricordato il progetto della Strada del Vino dei Colli di Luni, itinerario turistico ed enogastronomico che ingloba strade e sentieri tra La Spezia e Massa Carrara -, Alessandro Piana assessore (agricoltura) e vicepresidente regionale, Filippo Zangani presidente del Consorzio Tutela e Marco Rezzano presidente dell'Enoteca. In sala, molti produttori di Vermentino non solo locali: tra loro Andrea Sannitu, vicepresidente del Consorzio Vermentino di Gallura e titolare di Atlantis, Cantina del borgo gallurese Berchidda. Citando l'azienda vinicola Centinaio (di sua sorella Manuela, nel Pavese), il senatore ha esortato i produttori a “studiare” da imprenditori per valorizzare il proprio territorio, aspetto che i viticoltori stranieri curano più degli italiani, secondo lui. Caleo ha auspicato una maggiore interazione tra scuola e aziende (vinicole e non) per dare l'opportunità ai giovani di apprendere in pratica e non solo in teoria, consentendogli un rapido ed efficace inserimento nel mondo del lavoro limitandone le fughe oltre confine.

Benvenuto Vermentino: alcuni vini degustati
Baccigalupi ha ricordato che, dopo quattro anni di vita ufficiale, il suo Consorzio rappresenta quasi la totalità del territorio di competenza relativamente a produzione e vinificazione, in virtù di un'azione capillare intesa a ridurre a zero il numero di aziende in difficoltà. Panont, esperto agronomo con tanta esperienza vinicola in ambiti consortili nonché nell'elaborazione dei disciplinari, ha sottolineato l'importanza dei valori "verticali" nelle economie territoriali - per sfruttare al meglio le risorse interne e accrescerne il valore - e ha proposto di eliminare la definizione "Vermentino Superiore” dal testo della Doc. In un'area relativamente piccola, può essere un autogol distinguere tra vini superiori e non. Ghio ha perorato la causa dei viticoltori “eroici” di tutta Italia rimarcando l'importanza di una normativa che garantisca loro i contributi necessari per gli investimenti e ne tuteli i rischi: una legge che dia sopravvivenza alle Comunità Montane, che prevenga i dissesti idrogeologici e garantisca biodiversità.
La degustazione di VermentinoDoc Colli di Luni
La masterclass alla cieca per operatori del settore, giornalisti, produttori e ristoratori ha visto protagonisti Vincenza Folgheretti - enologa siciliana, consulente ed imprenditrice vinicola in Toscana -, Francesco Petacco - consulente e winemaker castelnuovese - e Giorgio Baccigalupi. Nei calici delle tre batterie, suddivise geograficamente da Bolano a La Spezia scorrendo verso sud fino a Luni, è stato versato il Colli di Luni Vermentino Doc (vitigno Vermentino minimo al 90%) del 2023 e 2024, quest'ultima annata climaticamente meno calda con produzione di vini meno alcolici dell'anno precedente.

I calici hanno accolto il Colli di Luni Vermentino Doc del 2023 e 2024
Per comprendere bene le evoluzioni di questi vini, sarebbe interessante confrontare le stesse etichette su diverse annate. Un'idea di verticale di Vermentino lunense non è da scartare.
- Costa Tirolo 2024, evocazioni di macchia mediterranea con buona acidità e persistenza.
- Cooperativa I Castelli, Bignei 2024.
- Arrigoni, Il Prefetto 2023, intense erbe aromatiche che evolvono in frutta, salvia, bergamotto ed equilibrio in bocca.
- Dell'Ara, Posticciolo 2024, piacevole freschezza e frutta che evoca le stagioni, dal fico al bergamotto.
- Lucchi e Guastalli 2023.
- Zangani, Boceda 2023, intrigante di gesso, vaniglia e un po' di tannino.
- Il Monticello f.lli Neri, Poggio Paterno 2023, freschezza agrumata con note di mandarino e bel finale.
- La Ghiaia, Atys 2023.
- Terenzuola, Vigne Basse 2024, erbe aromatiche gesso e agrume.
- I Pilastri di Pascale F., Aedo 2023, ripropone le note tipiche.
- La Quinta Terra, Tziveta 2023, caratteristiche dell'annata con toni meno marcati.
- Lavandaro, Masero 2023.
- Boriassi, Mezzaluna 2024, naso leggiadro balsamico, in bocca vivace mineralità.
- Maneterra 2024.
- La Colombiera, Trevigne 2024, bell'esempio di Vermentino locale che richiama il sorso.
- Giacomelli Edoardo, Taoma 2024, caratteristico, intenso e piacevole.
- Edoardo Primo, Cà Duà 2024, punta di idrocarburo e degna sapidità.
- Olmarello, Akù 2024, naso balsamico, equilibrio che invita alla beva.
- Ottaviano Lambruschi, Vermentino Superiore 2024, equilibrato, caratteristico, pregevole.
- Giacomelli, Giardino dei Vescovi 2023, ricorre l'intensità dell'annata, strutturato e balsamico.
- La Carreccia, Lunatico 2024.
- Cantine Lunae Bosoni, Etichetta Grigia 2024, armonioso e intenso, tradizionale.
- Bondonor, Lunaris 2024.
- La Pietra del Focolare, Villa Linda 2024, fresco e abbondante nei toni.
- La Sarticola, Donnadidenari 2024.
- Federici La Baia del Sole, Oro D'Isée 2024, ricco, bilanciato, buono di salvia con un tocco di tannino.
La sagra nel borgo vecchio
Dopo il pranzo sulla terrazza panoramica della locale azienda agricola La Colombiera tra buon cibo e i vini della propria Cantina, la sagra nel cuore di Castelnuovo si è aperta con la presentazione della Strada del Vino nel giardino con vista panoramica dell'ottocentesco Palazzo Amati; protagonisti Marco Casarino direttore della Camera di Commercio Riviere di Liguria e Alessandro Silvestri sindaco di Luni, oltre a Katia Cecchinelli. Negli atri e nei vicoli dell'ameno borgo, il pubblico ha potuto godere di degustazioni enogastronomiche tra banchi d'assaggio e punti ristoro, con grandi tavolate allestite nella piazza del Castello alla sommità del paese. Il tour nel comprensorio Colli di Luni in compagnia di Giorgio Baccigalupi ci ha fatto invece apprezzare il locale terroir, fatto di tratti collinari anche impervi, declivi verso il mare (là dove si intravedono i campi coltivati a basilico) e soprattutto tante aziende vinicole che affondano le radici nelle tradizioni familiari.
La Cantina Ottaviano Lambruschi
L'ultra novantenne Ottaviano è ancora in gamba: abbastanza per narrarci con lucidità e fervore (laddove d'uopo) un passato pioneristico e faticoso. Tra un aneddoto e l'altro sui divulgatori enogastronomici Massimo Rustichini, Mario Soldati e Luigi Veronelli, suo figlio Fabio - che oggi guida l'azienda - ha ricordato il commercio delle damigiane di vino prima che Lambruschi virasse verso le bottiglie sul finire degli anni ‘70, con produzione e imbottigliamento fatti con pochi mezzi, piccoli filtri in cartone e becchelli.

Alcuni vini della Cantina Ottaviano Lambruschi
Incontrandosi al bar “giù a Dogana” si cominciava a parlare di vinificazione in bianco e di Vermentino come uva principale, da unire a un po' di Trebbiano, Albarola o Malvasia. Il primo vino venne fatto in damigiana senza aggiungere lieviti, con tanti saluti alla completa fermentazione. Poi una botticella di cemento per fare una sorta di vino proto-macerato e infine il primo acquisto di una botte di legno che oggi è una fioriera in giardino. Così Ottaviano cominciò col vino, rubando il tempo tra un turno di lavoro e l'altro alle cave di marmo e facendosi prestare una ruspa per preparare il terreno a vigna: esposizione verso il mare e l'intuizione di piantare barbatelle di Vermentino. Dopo le chiacchiere non ci siamo fatti mancare un buon assaggio di Vermentino Costa Marina direttamente da una vasca d'acciaio.
Via Olmarello 56/58 19033 Castelnuovo Magra (Sp)
La Baia del Sole, Cantine Federici
L'enologo Luca Federici ci ha dato il benvenuto nell'azienda di famiglia giunta alla quarta generazione, raccontando la storia antica del luogo che la ospita. «La zona archeologica è dietro quella casetta, là dove iniziano le mura romane. Proprio qui dove ci troviamo ora c'era la baia, l'accesso al porto dell'antica Luni. Per questo la nostra Cantina si chiama Baia del Sole». Posizionati tra la foce del Magra, le Alpi Apuane e il mare, i vigneti godono di un microclima più unico che raro. Anche il fratello agronomo Andrea ci ha ricordato di quanto sia stato scavato per costruire tutta la struttura - rinnovata e ampliata nel 2015 - assieme a papà Giulio e mamma Isa e in presenza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Sterrando hanno scoperto strade, capitelli, anfore e anche uno scheletro umano, forse di un pastore coi suoi animali.

Giulio F.56, Spumante extra brut Metodo Classico con Vermentino in purezza
Grazie ad una pregevole degustazione abbiamo apprezzato innanzitutto Giulio F.56, Spumante extra brut (poco più di 3 g/l il residuo zuccherino) Metodo Classico con Vermentino in purezza. Dopo dieci anni di sperimentazione in collaborazione con l'Università di Pisa questa delizia ha preso vita: 6 mesi sulle fecce fini in botti grandi di rovere prima di sostare 24 mesi sui lieviti. Il vino è stato premiato anche nella versione underwater, ossia 6-8 mesi d'immersione delle bottiglie a più di 50 metri di profondità al largo di Portofino. Dopo i Vermentini Doc Colli di Luni Solaris e Sarticola abbiamo virato verso l'autoctono Vermentino Nero, un vitigno che si trova solo davanti alle Alpi Apuane su circa 200 ettari di vigneti, provando prima la versione in purezza V.N1 Metodo Classico Rosé dal fruttato molto intrigante, poi il blend Prima Brezza col 15% di Albarola in versione ferma. Degno epilogo della visita, il Passito di Vermentino Pian del Fico.
Via Forlino 3 19034 Ortonovo (Sp)