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Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Antonio Centocanti, vicepresidente Imt e leader di Food Brand Marche, racconta in questa intervista lo stato positivo del Verdicchio di Matelica nel 2025, grazie a tipicità e posizionamento di fascia alta, nonostante le tensioni internazionali e l'incertezza economica globale. La cooperativa Belisario si conferma motore sociale ed economico del territorio, mentre cresce l'importanza dell'enoturismo

09 giugno 2025 | 17:05
Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato
Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Antonio Centocanti, vicepresidente Imt e leader di Food Brand Marche, racconta in questa intervista lo stato positivo del Verdicchio di Matelica nel 2025, grazie a tipicità e posizionamento di fascia alta, nonostante le tensioni internazionali e l'incertezza economica globale. La cooperativa Belisario si conferma motore sociale ed economico del territorio, mentre cresce l'importanza dell'enoturismo

09 giugno 2025 | 17:05
 

«Non sono i dazi a preoccupare il mondo del vino, è piuttosto l’incertezza ormai assurda». Forte di un’esperienza consolidata, Antonio Centocanti non nasconde la preoccupazione per le fragilità del mercato su scala internazionale, al di là delle tariffe previste da Trump. Già presidente e oggi vicepresidente IMT (l’Istituto di Tutela Vini Marche), Centocanti è oggi al vertice di Food Brand Marche - una macchina ben oliata che sta diventando il moto della promozione integrata dell’enogastronomia e dell’enoturismo della regione - e dall’interno del CdA di Valoritalia tiene alta l’attenzione sulle prospettive del vino. E in questa intervista con Italia a Tavola tocca alcuni punti cruciali, raccontando parallelamente di una denominazione - Matelica - che sembra aver iniziato il 2025 con il passo giusto.

Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Antonio Centocanti, presidente di Food Brand Marche

Dazi? Il problema è l'incertezza 

Presidente Centocanti, dopo un 2024 complicato, come sta andando questo 2025 che ha visto un inizio scoppiettante tra dazi e crisi geopolitiche internazionali? Come lo vedete da Matelica?
Diciamo che da Matelica lo vediamo abbastanza positivo. Il nostro mercato è centrato sulla nostra identità, dunque la domanda c’è. Abbiamo una tipologia di vino molto giusta per come stanno evolvendo i consumi, quindi in questo momento siamo assolutamente soddisfatti. Abbiamo creato qualcosa che funziona e stiamo continuando a crescere, guadagnando tantissima fiducia anche per il futuro.

Quindi un 2025 già in crescita, più o meno di quanto?
Diciamo che la crescita media può essere intorno al 7-8% al di là delle varie realtà aziendali. Dunque, in questo momento critico congiunturale per il mondo del vino, noi stiamo crescendo e questo sinceramente è molto importante.

Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Il Verdicchio di Matelica è una tipicità in un territorio vocato alla viticoltura

Quali sono i fattori che comunque vi fanno evolvere?
L'elemento più forte, secondo me, è la tipicità. Cioè, in un territorio vocato alla viticoltura c'è questa grandissima tipicità e offre tutto quello che si può cercare in un vino: dalla mineralità, all'acidità, alla complessità, dalla struttura alla facilità di abbinamento al cibo. In questo momento la ristorazione e il consumatore finale stanno apprezzando.

E i dazi impattano sulla denominazione?
In realtà più dei dazi impatta la difficoltà economica, a livello internazionale quello che sta succedendo i Germania come negli Usa… la gente che non è serena e che ha congelato gli acquisti. I dazi alla fine sono gestibili con la distribuzione tra produttori e importatori, ma soprattutto considerando che una bottiglia di vino al ristorante in America non costa meno di 80/100 dollari, cosa sono pochi euro di aumento. Il problema vero, in questo momento, è l’incertezza che domina il mondo.

Centocanti:  il futuro è nell'enoturismo

Dunque nonostante tutto, pur con prudente realismo, tutto va bene. Eppure ci dicono che il mercato è in difficoltà, i giovani non rinnovano la platea degli appassionati di vino. Basta solo la tipicità del Verdicchio di Matelica per spiegare perché va bene?
Al di là delle caratteristiche, delle potenzialità del Verdicchio di Matelica, secondo me oggi diminuiscono i consumi e cambia completamente la fascia del consumatore che sarà sempre più un cultore del vino. Quindi, logicamente, il posizionamento in una fascia di livello su cui si colloca Matelica ha queste potenzialità. Abbiamo un buonissimo rapporto qualità-prezzo e poi c’è la crescita del vino bianco.

Se poi guardiamo invece all’enoturismo, per la valorizzazione della relazione con il territorio, come state lavorando?
La mia convinzione è che l'enoturismo sia il futuro. È un’attività che ha più ricadute: mette in risalto la bellezza del nostro territorio, fa conoscere meglio i nostri prodotti, genera una fonte di reddito in più per le aziende… in proiezione futura, questo sta diventando strategico.

Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

Il Verdicchio di Matelica

In quest’ottica, come si sta sviluppando il progetto Food Brand Marche?
Food Brand Marche attualmente è una struttura unica in Italia per suo genere, perché è un’associazione di produttori che raccoglie quasi tutti i consorzi certificanti dal Masaf in regione, che sono 34. È una struttura che oggi è in grado di attingere i fondi comunitari e nazionali, con progetti avviati per circa un milione di euro all’anno (con contributo del 60% in conto capitale per aziende e denominazioni che vogliono partecipare) e allo stesso tempo è il soggetto riconosciuto a livello regionale per organizzare eventi (anche internazionali) per gli enti pubblici. Ovviamente non possiamo dimenticare che da poco è stato assegnato anche il ruolo di gestione dell’enoturismo, coordinando tutte le strutture marchigiane iscritte all’elenco ufficiale.

Cantine Belisario, export per allargare i mercati

La cantina cooperativa Belisario ha un ruolo importante per la denominazione. Il polso è altrettanto buono?
Se guardo alla nostra azienda, logicamente nella filosofia di una cooperativa tutto funziona perché ci sono i giusti vini, il giusto prezzo, il servizio… e poi conosciamo il mondo del vino, siamo attenti al consumatore, ci affianchiamo al professionista.

Traina più l’estero o più Italia? O c'è un'omogeneità in questo percorso di crescita?
C’è una certa omogeneità, anche se per noi l'Italia è molto importante. Diciamo che l'estero vale un poco di meno, facciamo più fatica essendo un po' meno conosciuti, però sta evolvendo tantissimo.

Enoturismo batte dazi: Matelica cresce nonostante le incertezze del mercato

L‘enoturismo è una delle chiavi per il futuro

Quanto fate di export?
Come Cantine Belisario vendiamo intorno al 25-26% all’estero. Siamo partiti da un livello molto più basso e oggi l'export ci serve per allargare i mercati, ma lo facciamo in funzione del prezzo, senza svenderci. Il nostro cliente è selezionato anche oltreconfine.

Centocanti, i low alcol hanno chance, non i dealcolati

Ha sottolineato in più occasioni come la cooperativa abbia anche una funzione sociale, anche rispetto al proprio territorio. Quanto si sta rivelando importante per Matelica?
Io credo fortemente nella cooperazione. Penso che nell'agroalimentare sia una delle forme di aggregazione vincenti. Penso che oggi sempre di più si debba trovare un’aggregazione, fare economie di scala, allargare i mercati. Questo significa avere potenzialità economiche, organizzazione, sperimentazione. Questo lo può fare solo una cooperativa che ha un'economia di scala importante, che ha delle professionalità forti all'interno. Quindi, credo che la cooperazione sia una forza incredibile. Come Belisario lavoriamo il 65-70% del Verdicchio di Matelica e penso che come cooperativa debba operare da catalizzatore per tutte le aziende e il territorio Noi mettiamo al centro i clienti, i nostri soci, i nostri dipendenti, ma guardiamo al territorio nei progetti di investimento, anche se in una cooperativa non c'è qualcuno che mette le mani in tasca e mette i soldi per fare qualcosa. Significa che nella tua gestione devi trovare risorse per essere al passo con i tempi, risolvere le problematiche in modo immediato. Io penso sempre all'azienda che deve durare altri mille anni e quindi lavoro e lavorerò sempre su questi concetti.

Chiudiamo parlando di dealcolati, come li vedete?
Io li vedo male, non li chiamerei vini. Invece i vini low alcol per me hanno grandi possibilità, anche in considerazione delle questioni salutistiche e di sicurezza alla guida. Peraltro in Italia l’inasprimento del Codice della strada sta tagliando le gambe al settore, ma secondo me si tratta di formare i consumatori - soprattutto i giovani - rispetto ad una fruizione consapevole del vino come prodotto culturale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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