Le maison costruiscono un tempio attorno al proprio mito. Krug invece lo smonta pezzo per pezzo e lo mette nel bicchiere. Invece di racchiudere tutto in una formula, preferisce lasciar parlare le sue bottiglie. Così, quando decide di attraversare l’Italia, lo fa con una maratona fatta di tappe vere, vini importanti e idee fuori formato. Giugno si trasforma in un calendario di incontri, da Milano al Friuli, passando per le colline bresciane e le golene del Po, fino a toccare punte impreviste di abbinamento e cucina. Tutto gira attorno a due nuove cuvée, a un ortaggio espressivo e la domanda, centrale, su come raccontare ancora oggi uno Champagne che ha già detto praticamente tutto.

Krug ha scelto la carota come ingrediente di Krug in the Kitchen 2025
Krug, la 173ème Édition e il lavoro di assemblaggio
La Krug Grande Cuvée 173ème Édition ruota attorno alla vendemmia 2017. Circa il 69% della cuvée proviene da quell’annata, il resto è formato da 150 vini selezionati da tredici vendemmie differenti, risalendo fino al 2001. Il Pinot Noir rappresenta l’asse portante, affiancato da Chardonnay e Meunier. Le fermentazioni si svolgono in pièces da 205 litri, con una micro-ossigenazione che rafforza la struttura senza sacrificare la finezza. La degustazione cieca di ciascuna base consente una selezione millimetrica, nella quale il dosaggio resta intorno ai 5 grammi litro.

Krug, la 173ème Édition
Il profilo olfattivo unisce pane alle noci, miele chiaro, scorze di agrumi canditi, zenzero essiccato, spezie leggere. Il sorso si apre su una tessitura ampia, materica, con una continuità dinamica che alterna energia e profondità. L’ampiezza aromatica si sviluppa in progressione e la chiusura evolve su una sensazione salina e minerale che allunga il passo. La materia è presente e sostiene la freschezza. Un bicchiere che mostra un'identità pronta forse a svilupparsi nel tempo ma sicuramente di grande godibilità nel presente.
Krug Rosé 29ème Édition, un rosé costruito per durare
La Rosé 29ème Édition condivide la base del 2017, ma cambia la disposizione interna. Il Pinot Noir resta al centro, con una parte vinificata in rosso proveniente dalle parcelle di Les Crayons a Mutigny e Côte Valnon ad Aÿ. Chardonnay e Meunier si innestano sull’asse principale con eleganza. L’assemblaggio prevede 29 vini da cinque annate e l’affinamento si estende per circa sette anni.

Krug Rosé 29ème Édition
Il profumo mostra piccoli frutti rossi, scorza d’arancia, fiori essiccati, mandorla, pepe bianco. Il sorso procede in larghezza, con un ritmo fluido e una materia compatta. La trama tannica, impercettibile ma presente, sostiene la progressione. La componente agrumata si intreccia con il frutto, la chiusura evolve in direzione minerale. La tonalità ramata si presenta stabile. La struttura sostiene accostamenti gastronomici complessi.
Julie Cavil e il metodo Krug
Julie Cavil arriva in Krug nel 2006. Ex giornalista, formazione da enologa, ha affiancato Eric Lebel per più di un decennio prima di prenderne il posto. Oggi guida una squadra che assaggia oltre 400 vini base, tutti vinificati separatamente. I campioni vengono valutati nel tempo. Il Krug ID stampato su ogni bottiglia permette di risalire alla storia di quel liquido: annata base, vini di riserva, tempi di affinamento, data di sboccatura. L’assemblaggio avviene senza ricette.

Julie Cavil, enologa di Krug
Krug in the Kitchen: l’ingrediente è il format
Dal 2015, Krug affida il racconto gastronomico ad un solo ingrediente. Lo Champagne incontra la cucina partendo da un elemento umile. Dopo patate, cipolle, riso, pomodori, fiori e limoni, l’ingrediente scelto quest’anno è la carota. L’ortaggio che si nasconde, che si finge semplice, che spesso resta ai margini. Il progetto “Root for Thought” coinvolge 114 cuochi in 25 Paesi e le loro interpretazioni vengono raccolte in un volume che mescola ricette, immagini, testi e appunti.

Carote e Champagne Krug: l'abbinamento 2025
Gli chef coinvolti lavorano la carota in forme diverse: cruda, cotta, affumicata, fermentata. Alcuni ne estraggono il succo, altri utilizzano il fieno della foglia o le bucce tostate. La libertà del progetto consente risultati distanti tra loro ma coerenti nella direzione. Lo Champagne convive con il piatto, spesso in dissonanza. Una sorta di improvvisazione lucida in cui il piatto dialoga con la cuvée.
Krug in the Kitchen, la firma di Enrico Croatti per l’inizio milanese
A Milano, la prima tappa italiana ha visto protagonista Enrico Croatti. Nel suo Lubna ha interpretato la carota come pigmento e come racconto. Il menu ha aperto con una bernese al fondo di manzo e carota affumicata, seguita da un raviolo alla brace, una mazzancolla con erbe e un dessert che richiama un campo coltivato.
Ravioli grigliati di carote, uova di salmone, burro e salvia
1/3
Carote, erbe di sabbia e mazzancolla alla brace
2/3
Bernese al fondo di manzo e carota affumicata
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In degustazione: Krug Grande Cuvée 173ème, Rosé 29ème, e la 170ème in magnum. La bernese incrocia la struttura del Pinot Noir, la mazzancolla spinge la parte citrica dello Chardonnay. Il dessert chiude con un gioco tra dolcezza àe mineralità. Una inaugurazione in grande stile con una voce del tutto personale.
Krug in the Kitchen, le tappe di giugno: una mappa diffusa
Cinque serate distribuite tra Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia compongono il calendario italiano dedicato alle nuove cuvée di Krug. Ogni cena prevede un menu in abbinamento a una selezione di Champagne della Maison. L’obiettivo resta quello del progetto “Krug in the Kitchen”: esplorare possibilità gastronomiche attorno a una materia comune:
- Si parte il 13 giugno all’Affinatore di Milano, con una degustazione incentrata sulle carni bovine e cinque cuvée in mescita: 173ème, 169ème, Rosé 29ème, Rosé 28ème e Rosé 26ème.
- Il 17 giugno l’appuntamento è ai Cappuccini Resort di Cologne, nel bresciano, dove la cucina locale lavora su piatti vegetali e fermentazioni leggere in dialogo con le cuvée 172ème, 173ème e Rosé 29ème.
- Il 18 giugno La Piedigrotta di Varese propone un menu a base di pizze con topping stagionali pensati per sostenere l’abbinamento con la 173ème e la Rosé 29ème.
- Il 19 giugno l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense ospita una cena firmata da Massimo Spigaroli, con un menu costruito su tecniche di conservazione, affumicature e stagionature in abbinamento a quattro etichette: 173ème, 172ème, Rosé 29ème e una 162ème in formato Jéroboam.
- Ultimo appuntamento il 24 giugno, da Al Pompiere a Capriva del Friuli, con un menu che riflette sulla stagionalità dell’orto friulano e due cuvée in degustazione: 173ème e Rosé 29ème.