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Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Due vini rossi del Sud intensi e strutturati, due metodi classici emiliani che nascono da vitigni autoctoni e una sorprendente bollicina moldava: cinque etichette da non perdere

 
31 gennaio 2025 | 09:30

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Due vini rossi del Sud intensi e strutturati, due metodi classici emiliani che nascono da vitigni autoctoni e una sorprendente bollicina moldava: cinque etichette da non perdere

31 gennaio 2025 | 09:30
 

In questa nuova puntata vi porto alla scoperta di qualche novità e qualche piacevole conferma fra due rossi del Sud Italia, due metodi classici emiliani da vitigni autoctoni e un'originale bollicina della Moldova.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Le cinque etichette da provare

Cinque bottiglie di vino da scoprire

1. Ceuso 2020

Cominciamo dal gradito ritorno di Ceuso, uno dei grandi rossi da invecchiamento scaturiti dal magico cilindro del geniale Giacomo Tachis nel lontano 1995. Una “rievocazione” che si deve alla passione della famiglia Tonnino (dagli anni '50 attiva con 120 ettari in conduzione biologica sulle colline di Alcamo e del Belice) che, dopo aver rilevato e ristrutturato nel massimo rispetto architettonico e di sostenibilità ambientale l'omonimo baglio ottocentesco dell'agro alcamese, ha allestito al suo interno la barricaia dove il Ceuso affina i suoi possenti tannini. La rinascita di uno dei simboli della viticoltura siciliana ideato dal celebre enologo piemontese, cuvée di Nero d'Avola al 50% e di Merlot e Cabernet Sauvignon per il restante 50%, è stata resa possibile anche grazie al ritrovamento degli appunti dell'allora cantiniere di Tachis, Gino Amato.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Ceuso 2020 di Tonnino

Frutto di una rigidissima selezione in vigna il Ceuso 2020 riposa in pregiate barrique di rovere francese Seguin Moreau per 12 mesi, per poi trascorrere altri 4 mesi in vasche di cemento a temperatura controllata e almeno altri 12 in bottiglia prima di essere commercializzato in soli 3.300 esemplari in questa sua prima riedizione. Il suo brillante rosso rubino svela nel calice note fruttate di mirtillo nero insieme ad echi balsamici di macchia mediterranea e a un studente speziato di caffè tostato, vaniglia, tabacco e cacao. Sorso potente e ammaliante di grande ampiezza e struttura, con tannini vellutati e ben integrati. Da abbinare all'agnello alla brace o ad uno stagionato Ragusano Dop.

Via Porta Stella 37 91011 Alcamo (Tp)
Tel +39 345 6874802

Primitivo di Manduria Dop Imperio XXXIV 2022

Rimaniamo al Sud con un altro rosso che rappresenta il punto di inizio dell'avventura pugliese dei Tinazzi, storica famiglia veneta del vino con propaggini vitate (Pian del Gallo) anche nel Chianti Classico. Nel 2001 in un viaggio nell'agro tarantino, a Carosino, Gian Andrea Tinazzi si innamorò di una tenuta con annessa masseria di circa 20 ettari e la rilevò dando vita alla costola pugliese di Feudo Croce. Il vino che rappresenta tutta la solare forza territoriale di questo straordinario terroir è senza dubbio il Primitivo di Manduria DOP Imperio XXXIV 2022, ottenuto in purezza dal famoso vitigno autoctono, coltivato su terreni calcareo-argillosi nell'area di denominazione. Dopo la vinificazione con macerazione e fermentazione a temperatura controllata per 10-15 giorni per concentrare l'estrazione di tannini e dei composti fenolici matura in botti di rovere francese per 8-12 mesi.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Primitivo di Manduria Dop Imperio XXXIV 2022 di Tinazzi

Nel calice si presenta con un rosso rubino intenso con riflessi granati e con una palette olfattiva che associa frutta rossa matura a note balsamiche di ginepro e alloro con spezie dolci, note di torrefazione e di cacao amaro. In bocca è potente e leggiadro al tempo stesso, con bel frutto e vibranti tannini. Lunga persistenza con note tostate che riecheggiano fra frutta secca e piacevoli scie speziate. Da pappardelle al ragù di cinghiale o filetto di maiale lardellato.

Via delle Torbiere 13 37017 Lazise (Vr)
Tel +39 045 6470697

Lambrusco Salamino di Santa Croce 2020

Stappiamo il trittico di bollicine metodo classico partendo da una bella novità come quella di VentiVenti, giovane realtà della famiglia Razzaboni. Siamo a Medolla, nella bassa modenese, patria del Lambrusco di Sorbara ed infatti i “millennials” Tommaso, Riccardo e Andrea (enologo), sotto l'occhio vigile di papà Vittorio, ne producono una succosa versione rosé in purezza, sempre metodo classico e personalizzano il Brut e il Pas Dosé con un 15% del loro genius loci. Gli ettari vitati sono circa 70 e fin dall'impianto del primo vigneto, nel 2016, l'azienda ha optato con un approccio 100% sostenibile, con totale conduzione biologica dei vigneti, pannelli fotovoltaici per il fabbisogno energetico e approccio “green” in tutta la filiera produttiva.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Lambrusco Salamino di Santa Croce 2020 di VentiVenti

Dal 2023 sono entrati a far parte della Fivi e da pochi giorni nella scuderia distributiva, altamente selezionata, di Proposta Vini. Nonostante la dominante territoriale del Sorbara in questo caso ci intriga soffermarci sulla loro versione metodo classico del Lambrusco Salamino di Santa Croce 2020, perché in zona è davvero raro trovarne una versione spumantizzata in metodo classico, sia per la tannicità del vitigno sia per la caratteristica acidità del Sorbara, che risulta molto più agevole e vocata allo scopo. Giusto nel reggiano ci vengono in mente due aziende come Lini 910 e Medici Ermete che lo interpretano nella tipologia metodo classico. L'annata 2020 si presenta con un rosso rubino carico e una spuma vivace e fragrante con floreale di viola e glicine e fruttato di durone, mora e lampone. Piacevole finale speziato di china e polvere di caffè e tannino deciso ma raffinato con sorso che chiude con un piacevolissimo retrogusto fruttato. Da abbinare ai pregiati salumi della tradizione emiliana o alle immancabili tagliatelle al ragù.

Via della Saliceta 15 Medolla 41036 Medolla (Mo)
Tel +39 344 033 0771

Brut 1858 Dosaggio Zero

Percorrendo la via Emilia ci spostiamo a Toscanella di Dozza, nelle prime colline fra Bologna e Imola, per fare la conoscenza di Branchini 1858, l'azienda che per prima ha sdoganato l'antico vitigno romagnolo dell'Albana nella versione spumante metodo classico con il Brut 1858, 36 mesi sui lieviti e remuage rigorosamente manuale. Il 1858 fa riferimento alla prima vendemmia fatta dai Branchini, che sono agricoltori veri con circa 100 ettari coltivati, in parte a vigneto (26 ettari) e il resto a seminativo.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Brut 1858 Dosaggio Zero di Branchini 1858

Tornando alla loro sperimentazione sull'Albana in versione metodo classico nel corso dell'ultimo Vinitaly la quarta generazione di famiglia che oggi guida l'azienda, i fratelli Marco e Angelo, hanno presentato la chicca del Brut 1858 Dosaggio Zero in edizione limitata a 400 bottiglie numerate (che per le prossime annate passeranno a 1.000 con l'intenzione di crescere ulteriormente) che di mesi sui lieviti ne trascorre almeno 72. Versione non dosata, proprio per estrarre tutta la personalità aromatica del vitigno, millesimo 2016 si propone nel calice con eleganza e raffinata complessità. Perlage finissimo con olfattivo di frutta secca e note di pasticceria associate ad un floreale di camomilla ed erbe aromatiche, arricchite da un finale iodato e agrumato. Sorso cremoso, fresco, avvolgente e persistente. Da abbinare a strutturati primi di pesce, rombo al forno o formaggi erborinati.

Via Marsiglia 4 40060 Toscanella (Bo)
Tel +39 0542 53778

Amurg Zero Feteasca Alba Pas Dosé 2020 

Chiudiamo la nostra cinquina con uno spumante sempre da vitigno autoctono in questo caso quanto mai identitario dell'area come la Feteasca Alba e la Moldavia. Forse non è così risaputo che questa piccola nazione, stretta fra l'Ucraina e la Romania, con meno di due milioni e mezzo di abitanti, detiene il rapporto più alto al mondo quanto a superficie vitata per abitante (55,2 ettari ogni 1000 abitanti). Frutto della tradizione millenaria con ritrovamenti archeologici che certificano che almeno fin dal 2800 a.C. nell'area si producesse vino, e dei fertili terreni che giustificano una cultura tanto diffusa nei moldavi. Non solo numeri ma anche tanta qualità. Un esempio per tutti Château Purcari, nell'omonima località, che con il suo Negru de Purcari Stefan Voda Igp rientrava nella ristretta cerchia dei vini che la Regina Elisabetta II non faceva mai mancare nella sua regale cantina. Da questo fertile humus e dalle chiacchiere fra due amici è nato il progetto di Claudio Arrigoni Neri che lega Moldavia e Italia di I'M Winery.

Un buon vino da provare a tavola? Ecco cinque etichette da scoprire

Amurg Zero Feteasca Alba Pas Dosé 2020 di I'M Winery

Il progetto si concentra soprattutto sui validissimi vitigni autoctoni come la Feteasca Alba (fresca ed elegante la versione secca in purezza) e la Feteasca Neagra (anche questa di bella beva e struttura) che insieme a varietà bordolesi rappresentano la base delle sette referenze finora prodotte. Fra queste anche due spumanti metodo classico l'Amurg Brut e la recente versione dell'Amurg Pas Dosé, entrambi 100% Feteasca Alba. L'Amurg Zero Feteasca Alba Pas Dosé 2020 è uno spumante di bella personalità e fragranza, caratterizzato da un brillante giallo dorato con riflessi verdolini e un olfattivo di mela verde, lime, uva spina, fiori di campo e note di pasticceria. Sorso fresco e accattivante con nota finale ammandorlata. Perfetto da aperitivo, si sposa bene su primi di pesce, grigliate o pesci bianchi al forno come il branzino gratinato.

Via Statale 1598 23852 Garlate (Lc)
Tel +39 338 3067285

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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