Lo confesso, la mia conoscenza dei vini della Romania è molto limitata. Unico incontro una ventina di anni fa sulle colline della Moldova Româneasca, la Moldavia rumena, una delle sue otto zone vinicole, con i grappoli dorati del Grasa de Cotnari, un vitigno di antica tradizione da cui si ottiene il nobile Cotnari, un vino dal colore giallo intenso e dai sapori fruttati, da molti considerato la punta di diamante dei vini rumeni. Da allora il buio. E questo è stato un errore. Anche perché il Paese balcanico è terra di vini blasonati con una tradizione vinicola che affonda le sue radici nell'antichità: le prime tracce risalgono più o meno a 6mila anni fa. Addirittura si dice che Dioniso, il dio greco del vino originario della Tracia, amasse particolarmente questa terra per i suoi ottimi vini, resi tali già allora, da situazioni climatiche particolarmente favorevoli, con estati calde ed inverni miti grazie al benefico influsso del Mar Nero e del Danubio con i Carpazi a protezione.
I vigneti della cantina Jidvei, la più grande della Romania
Però, mitologia a parte, la Romania con le sue 487 cantine e 187mila ettari vitati è il sesto produttore di vino europeo (dopo Italia, Francia, Spagna, Germania e Polonia) e costantemente tra i primi 14 a livello mondiale. Il 90% della intera produzione annua pari all'incirca a 4 milioni di ettolitri viene consumata all'interno dei confini nazionali.
“50 vini e pietanze di Romania”: un tour alle pendici dei Carpazi
Il Paese balcanico ha tante cose da raccontare in campo vitivinicolo ma anche in ambito gastronomico. Infatti la Bucataria româneasca, la cucina romena, è un mix interessante di usanze, tradizioni culinarie e piatti specifici che derivano dall'incrocio delle culture gastronomiche locali con quelle dei popoli con cui è entrata in contatto nell'arco della storia. Adesso l'universo vitivinicolo e della cucina rumena è di più facile comprensione grazie al lavoro di Marinela Ardelean, scrittrice, sommelier e fondatrice nel 2022 di Wines of Romania una associazione privata nata per essere un ponte tra tradizione e innovazione e contribuire a rafforzare l'immagine della Romania come destinazione vitivinicola di eccellenza.
La Ardelean con il suo libro “50 Vini e Pietanze di Romania” da poco arrivato nelle librerie, prende per mano il lettore e lo conduce alla scoperta di una delle culture enogastronomiche più antiche e meno conosciute d'Europa. Il risultato è un viaggio, seppur virtuale, tra i vigneti abbarbicati sulle pendici dei Carpazi, alla scoperta delle destinazioni enoturistiche e dei prodotti tipici d'eccellenza nati e cresciuti all'ombra di antichi castelli e trasformati in specialità di grande tradizione.
La copertina del nuovo libro di Marinela Ardelean
Ben 352 pagine, finemente rilegate e scritte in tre lingue (italiano, romeno ed inglese) nelle quali cinquanta etichette vinicole di altrettante cantine del Paese balcanico, selezionate tra le migliori, vengono accostate a piatti realizzati dai principali maestri di cucina romeni, in un piacevole confronto fra tradizione culinaria e sua evoluzione in chiave contemporanea. Particolare importante: le parti in italiano del libro sono contenute in una decina di inserti di 16 pagine ciascuno realizzati in "Crush uva”, un tipo di carta ecologica prodotta utilizzando scarti di lavorazione delle uve, come bucce, semi e raspi, combinati con la cellulosa.
I 50 vini scelti: una interessante selezione di autoctoni
La Ardelean per la selezione dei 50 da proporre vini è partita dalla individuazione delle cantine. Poi ha incluso solo produttori che hanno una cantina propria dove l'autrice ha degustato in più occasioni i loro vini. Altro requisito: i vini da inserire dovevano aver vinto almeno un premio in un concorso internazionale. «Ho dato priorità ai vini autoctoni - racconta Marinela Ardelean - ma non ho escluso quelli internazionali di grande qualità. Inoltre ho voluto proporre una antologia di vini che riflettesse appieno la diversità e la ricchezza del panorama vitivinicola rumeno. Per quanto riguarda i piatti ho privilegiato le ricette ispirate dalla cucina del territorio rivisitate in chiave moderna senza mai stravolgere la tradizione gastronomica rumena». Ed allora pagina dopo pagina si arriva a conoscere un po' meglio le caratteristiche ad esempio del Feteasca neagra, un vino dalla caratteristica colorazione rosso rubino intenso con un grande potenziale di invecchiamento, oppure del Tamaioasa româneasca un vino giallo paglierino di grande eleganza. A seguire quelle del Feteasca regala uno dei pochi bianchi che si presta alla maturazione in botti di rovere, poi del Francusa un vino spumante vivace che dona una sensazione di benessere ed anche quelle del Babeasca Neagra Rosé un vino prodotto da viticoltura biologica dalla Cantina La Sapata, tra le più piccole aziende vitivinicole rumene.
Enoturismo in Romania: comparto in grande espansione
Grande attenzione all'enoturismo a cui è stato dedicato un capitolo con 12 destinazioni particolarmente vocate per tale tipologia di viaggio. Per citarne solo alcuni, si inizia con Apogeum nel cuore di Tohan e si prosegue con Crama de Piatra e Casa Timis nella regione Dealu Mare. A seguire il Castello di Bethlen Hallen, una splendida gemma medievale, Domenile Panciu un winery e resort nella regione di Vrancea e poi Issa Resort un esempio di enoturismo di lusso con una scuderia collegata che permette di praticare l'equitazione.
Al centro Marinela Ardelan e Ramona Chiriac. Ai lati Roberto Pieroni e Roberto Di Filippo, titolari della Cantina La Sapata
Luoghi spesso sconosciuti al grande pubblico ma dove si narrano la storia e la tradizione del vino rumeno e che celano importanti peculiarità. Un percorso e uno sviluppo a cui hanno concorso, con successo, anche vari enologi italiani. «Il numero delle destinazioni enoturistiche in Romania è cresciuto in modo significativo - prosegue Ardelean. Per tale motivo ho scelto cantine capaci di offrire esperienze complete, inclusi alloggio, produzione propria di vino e ristoranti in grado di esaltare la cucina locale».
In 10 anni sette libri che parlano di vino
“50 Vini e Pietanze di Romania” è il settimo dei libri di Ardelean. Il primo - 50 Vini di Romania incontrano 50 piatti italiani d'eccellenza - è stato dato alle stampa una decina di anni fa. «Ho scoperto la mia passione per il vino in giovane età - conclude Marinela - anche perché sono cresciuta in Maramures, una regione della Transilvania ricca di tradizioni vitivinicole e culturali. Lì, ho avuto il primo contatto con la bellezza della natura, il ritmo delle stagioni e l'importanza della convivialità intorno a un bicchiere di vino. Successivamente, trasferendomi in Italia, ho avuto l'opportunità di approfondire questa passione, ho imparato ad apprezzare la gastronomia e ho compreso che il vino è, prima di tutto, cultura. Infine, vorrei sottolineare che se 10 anni fa nel mio primo libro parlavo di una rinascita del vino rumeno, oggi posso affermare che il settore è in piena evoluzione con produttori sempre più impegnati a prepararsi per affrontare le sfide dell'export».