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Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella e Mosca, 120 anni dopo...

L'azienda sarda è stata la prima a preservare le varietà del proprio territorio, per poi rilanciarle, come ha fatto con il Torbato, anche metodo Classico. Una chicca irrinunciabile, il liquoroso di casa.

di Marco Di Giovanni
 
23 novembre 2019 | 11:36

Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella e Mosca, 120 anni dopo...

L'azienda sarda è stata la prima a preservare le varietà del proprio territorio, per poi rilanciarle, come ha fatto con il Torbato, anche metodo Classico. Una chicca irrinunciabile, il liquoroso di casa.

di Marco Di Giovanni
23 novembre 2019 | 11:36
 

Sono 120 anni. Oltre un secolo, quindi, dall'anno in cui due avventurieri piemontesi, l'ingegner Sella e l'avvocato Mosca, s'innamorarono di questa terra vicino ad Alghero, in Sardegna, e ci fondarono l'azienda vitivinicola oggi nota in tutta Italia (e oltre confine) e proprietà dal 2016 del brand Terra Moretti (dopo 14 anni in mano a Campari). Il 1899 è l'anno in cui cominciò la bonifica di questi terreni, bonifica che ha portato "questa terra ad accogliere la bellezza delle viti, i profumi e i colori dell'uva", recita il claim sul sito web dell'azienda.

Sella & Mosca, in cantina (Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella & Mosca, 120 anni dopo...)
Sella & Mosca, in cantina

«Sella & Mosca - ha spiegato Anna Cadeddu, ospitalità ed eventi per Sella & Mosca - è un'azienda che quest'anno compie 120 anni. Una lunga storia di enologia, non solo sarda ma anche italiana, nata preoccupandosi fin da subito di ricostituire i vigneti devastati dalla fillossera». Vigneti autoctoni quindi, uve del territorio, «tantissime varietà, 1671 nel catalogo del 1905... Molte di queste sopravvivono oggi grazie anche al lavoro di Sella & Mosca».

L'azienda vitivinicola valorizza questi vitigni producendo davvero un numero notevole di etichette. Spiccano le ultime in termini di tempo, lanciate tra febbraio e marzo 2019. Sono quelle realizzate dalla realtà sarda spalla a spalla con Antonio Marras, una nuova linea di vini di alta gamma con cui la cantina ha voluto rafforzare immagine e sostanza: tra queste l'Ambat, un Vermentino di Sardegna Doc, e il Mustazzo, un Cannonau di Sardegna Doc.

Anna Cadeddu (Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella & Mosca, 120 anni dopo...)
Anna Cadeddu

Completano la gamma l'Oscarì e il Catore: si tratta di due vini ottenuti da uve Torbato. «Il Torbato è una varietà che troverete solo ad Alghero. Ce n'è traccia anche in qualche altro territorio, dal sud della Francia alla Catalogna, ma la maggiore produzione è qui. Un vitigno che rischiava veramente di sparire, ma che noi abbiamo sempre vinificato. Per oltre 70 anni siamo stati gli unici, adesso anche altre cantine hanno iniziato in questa impresa di tutela e valorizzazione».

Se il Catore può dirsi il coronamento di un lungo percorso di ricerca sul Torbato portato avanti da Sella & Mosca, l'Oscarì rappresenta bene il connubio tra la filosofia della cantina sarda e la "nuova proprietà", quella di Terra Moretti. In quest'ultima etichetta, infatti, il Torbato è un Brut spumante metodo Classico Doc. «Col Torbato facciamo anche metodo Charmat, con la nuova proprietà abbiamo però iniziato la produzione di metodo Classico. È una nuova espressione di questo vitigno, unica al mondo, che ha preso vita grazie anche all'aiuto dei nostri enologi e di Mattia Vezzola... Ci sta dando molte soddisfazioni».

I filari di Sella & Mosca, a fine ottobre (Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella e Mosca, 120 anni dopo...)
I filari di Sella & Mosca, a fine ottobre

La visita in cantina
Si comincia da un'aia senza tempo accarezzata dal sole (32°C a fine ottobre), per poi rendersi conto, in breve, che la tenuta si stende per 5 chilometri - la cantina è proprio al centro, cosicché le uve, dopo la raccolta, non ci mettano troppo ad arrivare e ad essere lavorate.

Entriamo: vasche di cemento ai lati, piccole botti che occorrono ad immagazzinare i vini prima che vengano imbottigliati o passino in botti più grandi (naturalmente parliamo di rossi, il 99% delle uve bianche fanno solo acciaio). Percorrendo la stretta strada ricavata dalla distanza tra le botti, raggiungiamo un pozzo: «L'aria condizionata fredda è ideale per i vini qui in cantina, se non fosse che deumidifica... L'acqua in cantina ha proprio questo scopo, quello di tenere freddo il vino durante la fermentazione... Ormai non si usa più, noi l'abbiamo da sempre».

Sella & Mosca, la cantina che riflette nei suoi vini il territorio sardo (Dal Torbato all'Anghelu Ruju Sella e Mosca, 120 anni dopo...)
Sella & Mosca, la cantina che riflette nei suoi vini il territorio sardo

Alla fine, qualche assaggio. Prima il Terre Bianche Cuvée, quella che ad oggi può ben dirsi la massima espressione del Torbato di Sella & Mosca, quella in cui il carattere di quest'uva antica si fonde all'unicità dei suoli millenari e alla visione contemporanea della cantina: un vino intenso, complesso, un buon equilibrio e una buona finezza. Poi il Dimonios, un Cannonau di Sardegna Doc Riserva («non fa barrique, solo botte») che deve il suo nome all'inno della Brigata Sassari, l'unica unità dell'esercito italiano a essere composta da membri provenienti dalla stessa regione: un vino non troppo corposo ma con bellissime note di frutta.

La vera chiccha è l'Anghelu Ruju, l'Alghero liquoroso Riserva Doc di Sella & Mosca. Un esempio di altissima qualità per una tipologia di vino che ormai sta cedendo il passo al mondo degli amari, rischiando di essere dimenticata. Al naso spiccano liquirizia, profumi di confetture e qualche terziario; in bocca una bella morbidezza; a chiudere una persistenza infinita.


La visita della cantina di Sella & Mosca è avvenuta in occasione della due giorni Incontri Enogastronomici Regionali, tenutasi al Carlos V di Alghero e organizzata dall'associazione no profit Ristoranti Regionali.

Per informazioni: www.sellaemosca.com

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