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Turismo, i giovani non vogliono lavorare

di Roberto Vitali
 
23 agosto 2019 | 09:07

Turismo, i giovani non vogliono lavorare

di Roberto Vitali
23 agosto 2019 | 09:07
 

La ristorazione traino dell’occupazione, anche d’estate”. È il titolo di un breve ma significativo comunicato diffuso l’11 giugno scorso dall’ufficio stampa della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi.

«Nel mese di giugno - vi si legge - creati oltre 100mila posti di lavoro, ma per uno su quattro non si trova personale. I dati Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese in giugno parlano chiaro: a trainare la domanda di assunzioni è la filiera turistica e il ruolo di primo piano spetta alla ristorazione. Il fatto più preoccupante è che in un caso su quattro le imprese hanno difficoltà a trovare figure professionali adeguate al profilo richiesto, soprattutto tra il personale di sala».

I giovani non vogliono lavorare nel settore del turismo e dell'accoglienza (Turismo, i giovani non vogliono lavorare)
I giovani non vogliono lavorare nel settore del turismo e dell'accoglienza

Questa, purtroppo, è la drammatica realtà che anche noi di Italia a Tavola, facendo questo lavoro a contatto diretto con il mondo della ristorazione, verifichiamo ogni giorno. La lamentela quotidiana che ascoltiamo da ristoratori e albergatori è proprio questa: la drammatica mancanza di leve nuove, di giovani cuochi e camerieri che amino il lavoro e siano preparati per svolgere un proprio ruolo nel mondo dell’accoglienza, un settore sempre più strategico per l’economia nazionale.

Abbiamo scritto e riscritto in questi anni come il turismo dovrebbe essere la prima voce per rimpinguare le casse dello Stato. Alcuni politici pare l’abbiano capito. Imprenditori italiani e stranieri sono invogliati a investire sulle coste, sui laghi e sulle montagne, luoghi di eccezionale attrattiva che solo noi abbiamo così belli, vari e ricchi di storia, arte ed enogastronomia. Un paradiso terrestre (salvo le rovine ecologiche sparse qua e là per colpa nostra), ma è un vero harakiri per il Paese il fatto che i giovani non siano preparati e non abbiamo voglia di sacrificarsi.

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28/08/2019 12:11:14
1) tragedia lavoro
E' tragicamente vero, non solo i giovani, ma sembra che nessuno abbia più voglia di lavorare. Ho due attività di ristorazione che porto avanti a fatica solo grazie al contributo dei miei familiari ma ogni anno è sempre più difficile e penso che venderò tutto e lascerò ad altri il divertimento di fare l'imprenditore. Difficoltà burocratiche di ogni genere, banche enti balzelli vari. E poi i dipendenti, capaci solo di chiedere e pretendere, pronti ad andare dai sindacati ( che li spalleggiano e assecondano in tutto, tanto noi siamo gli imprenditori ricchi e sfruttatori). Sono stanco di aspettare alla mattina il ragazzotto di turno che non si è svegliato e mi mette in difficoltà tutta l'organizzazione, o la 50enne acciaccata e arrogante che sta male un giorno si e uno no ma è pronta nelle pretese perché lei "porta gente" o nel ragazzino (20 anni) a cui la mamma dice di non venire più perché fa troppa fatica e il 12 agosto ti pianta lì e tu ti arrangi. E tu ricco imprenditore lavori 16 ore al giorno dormi tre ore se sei fortunato e combatti con le banche, la burocrazia degli enti e i mille adempimenti che se sgarri ti mandano l'esercito a prenderti. Voglio andare a fare il dipendente, ma a 60 anni nessuno mi vuole, preferiscono i ragazzi.. Mi sa che mi toglierò dai piedi da questa Italia così deludente e ingiusta. Amen
raffaele lorenzini



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