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Città creative Unesco Poker di candidature per l’Italia

di Sergio Cotti
 
25 giugno 2019 | 12:20

Città creative Unesco Poker di candidature per l’Italia

di Sergio Cotti
25 giugno 2019 | 12:20
 

Bergamo, Biella, Como e Trieste si candidano per rappresentare le eccellenze dei loro territori nel mondo. Le 4 proposte saranno valutate nei prossimi mesi e soltanto due saranno accettate. Sono 180 le città che fanno parte della rete mondiale, in 72 Paesi, nove quelle italiane. Il verdetto a fine ottobre.

Due i capoluoghi lombardi, Bergamo e Como, rispettivamente per la gastronomia e per l’artigianato, settore nel quale corre anche Biella. Trieste aspira invece a diventare “città della letteratura”, seconda in Italia dopo Milano. Questo il poker di candidature che aspirano a diventare Città creative Unesco e che hanno superato all’unanimità il vaglio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, riunitasi un paio di settimane fa. Ora la partita si gioca a Parigi: i dossier dovranno essere presentati entro il 30 giugno e saranno sottoposti ad altre valutazioni, prima del verdetto definitivo, atteso per fine ottobre.

Il verdetto dell'Unesco è atteso per fine ottobre (Città creative UnescoPoker di candidature per l’Italia)
Il verdetto dell'Unesco è atteso per fine ottobre

Le Città Creative Unesco italiane sono attualmente 9: si tratta di Bologna e Pesaro (musica), Fabriano e Carrara (artigianato e rete popolare), Roma (cinema), Parma e Alba (gastronomia) Torino (design) e, appunto, Milano (letteratura). La Rete è stata creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile ed è divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema).

Giuseppe Biagini, Giorgio Gori e Francesco Maroni (Città creative UnescoPoker di candidature per l’Italia)
Giuseppe Biagini, Giorgio Gori e Francesco Maroni

Questa mattina a Bergamo è stata presentata la candidatura orobica, a due anni dall'iscrizione delle Mura Venete nella lista del Patrimonio dell'Umanità. Una proposta che gode del sostegno di una trentina di realtà del territorio non soltanto bergamasco, ma anche delle province di Lecco e Sondrio. La candidatura lombarda era stata annunciata dal sindaco, Giorgio Gori, il 28 settembre scorso, durante la cerimonia di apertura di Forme, l’iniziativa dedicata all’arte casearia italiana (e non solo) d’eccellenza. E proprio attorno ai formaggi, la città capoluogo e le sue valli hanno costruito una candidatura che punta, ha detto il sindaco, «a ricostruire un’alleanza tra la città e il territorio montano, luogo in cui si producono i formaggi, che in questi anni ha sofferto di spopolamento». Alla presentazione di questa mattina sono intervenuti anche altri due membri del gruppo di lavoro, Francesco Maroni, presidente dell’Associazione San Matteo - Le Tre Signorie di Branzi, e Giuseppe Biagini, Founder International Traditional Knowledge Institute US.

Le Mura Venete, patrimonio dell'umanità Unesco (Città creative UnescoPoker di candidature per l’Italia)
Le Mura Venete, patrimonio dell'umanità Unesco

La candidatura di Bergamo, così come le altre 3 italiane, ha dunque incassato il sostegno della Commissione nazionale dell’Unesco, primo necessario step, in vista del verdetto del prossimo autunno. «L’auspicabile inserimento nella rete - ha scritto il presidente della Commissione, Franco Bernabè, in una lettera indirizzata al sindaco Giorgio Gori - consentirà alla città di condividere con le altre città creative le innovative politiche adottate in tema di gestione delle risorse naturali, tutela del territorio, riduzione del fenomeno dell’urbanizzazione, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile».

Cultura, tradizioni, sostenibilità, ma anche un buon viatico per una promozione del territorio a livello turistico: è questo un altro degli obiettivi di questa candidatura, che ha già portato all’apertura di un tavolo di lavoro tra il Comune, Coldiretti e Confagricoltura sul tema di un Distretto del Cibo che il capoluogo lombardo vorrebbe istituire, proprio in collaborazione con le altre realtà del territorio.

Il settore agroalimentare in provincia di Bergamo è di grande rilevanza: ci sono infatti 889 aziende nell'industria alimentare (1.115 siti produttivi): l’agroalimentare e la sua distribuzione danno lavoro a circa 8mila persone, di cui il 10% giovani. Vi sono 1291 allevamenti di bovini, 449 di ovini e caprini, 118 aziende nel commercio al dettaglio di latte e derivati, 60 nel commercio all'ingrosso e 68 nella produzione di derivati del latte. Bergamo Mercati muove oltre 170mila tonnellate di frutta e verdura all’anno. La stima del fatturato complessivo delle aziende che vi operano - 87 con 450 addetti - è di 150 milioni di euro, con 1400 aziende acquirenti. Ci sono inoltre: 2 cantine sociali con oltre 150 aziende associate; 4 latterie sociali; 3 oleifici e frantoi e 26 birrifici artigianali.

«Il Comune di Bergamo - ha detto ancora Gori - lavora da anni perché la città sappia proporsi per quel gioiello che è in ambito nazionale e internazionale anche attraverso le produzioni agroalimentari. In Italia esistono 50 Dop per quel che riguarda la produzione casearia, a Bergamo ve ne sono ben 9 (Formai de Mut, Taleggio, Bitto, Grana Padano, Gorgonzola, Quartirolo Lombardo, Provolone Valpadana, Salva Cremasco, Strachitunt): nessuna provincia italiana, ma anche europea, può vantare un simile primato. Formaggi, i nostri, frutto di un sapere antico di secoli, che rappresentano l’emblema di un territorio prodigioso dove le persone hanno sia salvaguardato la bellezza dei luoghi facendone un modello di sostenibilità, sia costruito la propria quotidianità, cultura, economia, rendendo quella lattiero casearia non solo una produzione, ma un vanto. A noi spetta proteggere e promuovere tutto questo valore. A noi il compito di intraprendere le migliori iniziative, come questa di cui oggi abbiamo raggiunto il primo traguardo, in grado di portare agli occhi del mondo il nostro mondo in tutta la sua bellezza e complessità».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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