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Agricoltura, giù prezzi e occupati. Ma in Europa l'Italia fa meglio di tutti

Seguono la Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro). Per il Covid si registra un calo del valore aggiunto lordo ai prezzi base del 6,1% in volume e le unità di lavoro che sono diminuite del 2,4%.

 
22 gennaio 2021 | 16:19

Agricoltura, giù prezzi e occupati. Ma in Europa l'Italia fa meglio di tutti

Seguono la Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro). Per il Covid si registra un calo del valore aggiunto lordo ai prezzi base del 6,1% in volume e le unità di lavoro che sono diminuite del 2,4%.

22 gennaio 2021 | 16:19
 

Nonostante tutto quello che è successo, una buona notizia sul 2020 c’è: in questo anno orribile per tutti i settori, tra i primi la ristorazione e il turismo, l’agricoltura italiana si è classifica al primo posto in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro). A dirlo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2020. Naturalmente pesano gli effetti dell’emergenza Covid, con un calo del valore aggiunto lordo ai prezzi base del 6,1% in volume, e le unità di lavoro che sono diminuite del 2,4%.

L'agricoltura italiana è prima in Europa nel 2020 - L'agricoltura italiana vice la crisi Prima in Europa nel 2020

L'agricoltura italiana è prima in Europa nel 2020

Manodopera: sentiti gli effetti della chiusura delle frontiere
In particolare, sulla manodopera si sono sentiti gli effetti della chiusura delle frontiere in un settore con una forte presenza di lavoratori stranieri, anche per la mancanza di strumenti flessibili come i voucher semplificati per consentire pure a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.

A pesare sulla vendita di molti prodotti lo stop alla ristorazione
Sui risultati economici del settore ha pesato la drastica riduzione dell’attività che riguarda la vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi.

Crisi nera per il florovivaismo senza matrimoni ed eventi
Perdite dirette e pesanti si sono avuti nel comparto del florovivaismo con le chiusure e lo stop a cerimonie ed eventi che hanno costretto a portare al macero fiori e piante.

Agriturismo travolto dal crollo del turismo
Mentre l’agriturismo è stato travolto dal crollo del turismo e dalle chiusure forzate con perdite stimate in almeno un miliardo di euro

Speculazioni su molti prodotti: latte in primis
Si sono inoltre verificati gravi fenomeni speculativi, come rilevato anche dall'Antitrust ad esempio sul prezzo del latte ma anche in altri settori dove i compensi riconosciuti agli agricoltori sono scesi anche sotto i costi di produzione.

Prezzi dei mangimi alle stelle
Vanno infine segnalati gli effetti dell'aumento dei costi che, ancora una volta, ha colpito soprattutto le stalle per l'impennata delle quotazioni delle materie prime per i mangimi con il 2020 che si è chiuso con un balzo nelle quotazioni internazionali dei principali prodotti agricoli, dal mais che registra il massimo incremento del decennio alla soia che raggiunge il picco da sei anni e mezzo secondo il bilancio della Coldiretti per i contratti future alla chiusura annuale del Chicago Bord of Trade (Cbot), il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole.

L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria e ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

Proprio per i ritardi infrastrutturali in Italia si trasferiscono solo marginalmente gli effetti positivi delle quotazioni sui mercati internazionali che invece impattano molto più pesantemente sul lato dei costi per le imprese soprattutto impegnate nell’allevamento che stanno affrontando una grave crisi.

Fondamentale investire in agricoltura sostenibile
I risultati economici del 2020 confermano che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro.

«Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni» afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini che invita a non trascurare nel recovery plan le opportunità che vengono dalle campagne.

«Digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma fino all’olio di oliva sono – sottolinea Prandini – alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema Paese. Bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza dell’alimentazione dove è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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