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Molino Paolo Mariani
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Ipoglicemia e alimentazione: cosa sapere per gestire i cali di zucchero

L’ipoglicemia è una condizione comune nei pazienti diabetici, meno frequente nei soggetti sani. Un’alimentazione bilanciata, il corretto uso dei farmaci e una diagnosi precoce sono fondamentali per la gestione efficace

 
04 giugno 2025 | 07:30

Ipoglicemia e alimentazione: cosa sapere per gestire i cali di zucchero

L’ipoglicemia è una condizione comune nei pazienti diabetici, meno frequente nei soggetti sani. Un’alimentazione bilanciata, il corretto uso dei farmaci e una diagnosi precoce sono fondamentali per la gestione efficace

04 giugno 2025 | 07:30
 

L'ipoglicemia si verifica quando il livello di glucosio nel sangue scende al di sotto dei valori normali. Nei pazienti con diabete, il limite critico è 70 mg/dl, mentre nelle persone senza diabete si parla di ipoglicemia solo sotto i 55 mg/dl, e in presenza di sintomi specifici.

Ipoglicemia e alimentazione: cosa sapere per gestire i cali di zucchero

La diagnosi dell'ipoglicemia può essere difficile a causa della variabilità dei sintomi

Ipoglicemia, le cause

La causa principale di un calo della glicemia nei pazienti diabetici è legata all'uso di farmaci per il diabete. I pazienti che assumono insulina o farmaci che stimolano la sua secrezione (come le sulfaniluree) sono più a rischio.

Nei pazienti diabetici, il calo di glicemia è quasi sempre legato all’assunzione di farmaci, in particolare:

  • Insulina
  • Sulfaniluree (stimolano la secrezione di insulina)

Nei soggetti non diabetici, le cause possono essere molteplici:

  • Tumori o disfunzioni pancreatiche o epatiche
  • Interventi chirurgici allo stomaco (es. sindrome da dumping)
  • Ipoglicemia post-prandiale reattiva
  • Attività fisica intensa o digiuno prolungato
  • Patologie endocrine (es. insufficienza surrenalica o ipofisaria)

Ipoglicemia, i sintomi

La diagnosi dell'ipoglicemia può essere difficile a causa della variabilità dei sintomi, che non sono sempre specifici. I sintomi più comuni includono:

  • Tremori
  • Sudorazione
  • Tachicardia
  • Fame
  • Stanchezza
  • Sonnolenza
  • Capogiri
  • Cefalea
  • Confusione mentale
  • Difficoltà nel parlare e nei movimenti
  • Visione offuscata
  • Cambiamenti dell’umore
  • Pallore
  • Ansietà
  • Perdita di coscienza
  • Coma

Ipoglicemia e diabete

Il diabete è caratterizzato da una compromissione dei meccanismi regolatori del metabolismo del glucosio, che influenzano la produzione e l'eliminazione degli zuccheri. Nel diabete di tipo 2, in particolare nelle fasi iniziali, si verifica un aumento dell'insulina nel sangue (iperinsulinismo) e una resistenza alla sua azione (insulino-resistenza). In questi casi, consumare pasti ricchi di carboidrati semplici può portare a ipoglicemia reattiva. Gli zuccheri vengono assorbiti rapidamente, determinando un aumento dei livelli di glicemia che stimola una secrezione eccessiva di insulina, che può abbassare troppo i livelli di glucosio.

Ipoglicemia e alimentazione: cosa sapere per gestire i cali di zucchero

Nei pazienti diabetici, le crisi ipoglicemiche sono spesso causate da un eccessivo utilizzo di farmaci

Nei pazienti diabetici, le crisi ipoglicemiche sono spesso causate da un eccessivo utilizzo di farmaci per abbassare la glicemia, come l'insulina e gli agenti che ne stimolano la secrezione. Poiché i diabetici tendono ad avere glicemie più alte rispetto ai non diabetici, possono avvertire i sintomi dell'ipoglicemia (come tremori e stanchezza) a livelli di glicemia più alti (circa 70 mg/dl) rispetto alle persone senza diabete, per le quali i sintomi si manifestano sotto i 55 mg/dl.

Ipoglicemia, cosa fare

Il trattamento dipende dalla gravità e dalle cause. Se la persona è cosciente, è consigliato assumere 10-20 grammi di glucosio (come 2-3 bustine di zucchero o una bevanda zuccherata). La glicemia deve essere monitorata ogni 10-15 minuti e, quando i livelli superano i 70 mg/dl, è possibile consumare carboidrati complessi (come crackers o fette biscottate). Se la persona è incosciente, può essere somministrato il glucagone, che aiuta a mobilizzare il glucosio nel corpo. Il glucagone può essere somministrato tramite iniezione intramuscolare o spray nasale. Se la persona non riprende conoscenza, è necessario chiamare i soccorsi per una somministrazione endovenosa di glucosio.

Ipoglicemia reattiva: il ruolo della dieta

Nel caso di ipoglicemia reattiva, la gestione principale è dietetica. È consigliato seguire una dieta con pasti piccoli e frequenti, evitando alcolici e zuccheri semplici. Un esercizio fisico regolare e il mantenimento di un peso corporeo ideale sono importanti. L'obiettivo è evitare picchi glicemici e ridurre il rischio di ipoglicemia reattiva. La dieta dovrebbe essere bilanciata, includendo carboidrati, grassi, proteine e fibre. Se la dieta non è sufficiente, possono essere utilizzati farmaci come l'acarbosio, che riduce l'assorbimento intestinale del glucosio, o la metformina, che migliora la sensibilità all'insulina. In alcuni casi, sono necessari farmaci per trattare le cause sottostanti, come diazossido, somatostatina o corticosteroidi, a seconda della situazione.

Ipoglicemia e alimentazione: cosa sapere per gestire i cali di zucchero

In caso di ipoglicemia funzionale o post-prandiale è bene evitare di assumare alcol

In caso di ipoglicemia funzionale o post-prandiale, la gestione è prevalentemente dietetica. Le linee guida comprendono:

  • Pasti piccoli e frequenti
  • Evitare zuccheri semplici e alcol
  • Prediligere cibi a basso indice glicemico
  • Integrare fibre, proteine e grassi buoni per stabilizzare l’assorbimento del glucosio
  • Praticare attività fisica regolare
  • Mantenere un peso corporeo adeguato (BMI tra 18 e 25)

Se la dieta non è sufficiente, si può ricorrere a farmaci come:

  • Acarbosio (riduce l’assorbimento intestinale del glucosio)
  • Metformina (migliora la sensibilità insulinica)

In casi selezionati, vengono utilizzati farmaci più specifici come diazossido, analoghi della somatostatina o corticosteroidi, in base alla causa sottostante.

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