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L'acesulfame K, dolcificante usato nell'industria, non è cancerogeno: lo dice l'Efsa

Usato in bevande light, dolci e prodotti da forno, l'acesulfame K è stato rivalutato dagli esperti europei: aggiornata la soglia di sicurezza e smentiti i timori su effetti tossici e cancerogeni dell'addittivo

 
09 maggio 2025 | 12:40

L'acesulfame K, dolcificante usato nell'industria, non è cancerogeno: lo dice l'Efsa

Usato in bevande light, dolci e prodotti da forno, l'acesulfame K è stato rivalutato dagli esperti europei: aggiornata la soglia di sicurezza e smentiti i timori su effetti tossici e cancerogeni dell'addittivo

09 maggio 2025 | 12:40
 

L'acesulfame K, uno dei dolcificanti artificiali più utilizzati nell'industria alimentare, non è cancerogeno. Lo conferma l'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che nella sua ultima valutazione ha chiarito come non esistano evidenze di un possibile legame tra questo additivo e l'insorgenza di tumori. Non solo: nel documento appena pubblicato, l'Efsa ha anche aggiornato la dose giornaliera ritenuta sicura, portandola a 15 mg per chilo di peso corporeo al giorno.

L'acesulfame K, dolcificante usato nell'industria, non è cancerogeno: lo dice l'Efsa

L'acesulfame K non è cancerogeno: nuova soglia giornaliera e via libera dall'Efsa

L'Efsa aggiorna le regole: l'acesulfame K non è cancerogeno

La rivalutazione dell'acesulfame K, noto anche come E950, arriva dopo una revisione sistematica di studi condotti sia su animali sia su esseri umani. Gli scienziati coinvolti nel processo hanno analizzato tutte le evidenze disponibili, concludendo che «non vi sono nuovi studi idonei all'identificazione di un punto di riferimento per gli effetti avversi». Da qui, la decisione di stabilire una nuova dose giornaliera accettabile, rivedendo quella precedente fissata a 9 mg/kg al giorno dal Comitato scientifico degli alimenti. L'attuale soglia si basa sulla «dose più elevata testata senza effetti avversi in uno studio di tossicità cronica e cancerogenicità nei ratti».

A tranquillizzare ulteriormente ci sono i dati sull'esposizione effettiva della popolazione. Secondo il gruppo di esperti dell'Efsa, «la stima più elevata di esposizione all'acesulfame K era generalmente inferiore alla dose giornaliera consigliata in tutti i gruppi di popolazione». Per questo motivo, oltre ad aggiornare le soglie di riferimento, è stata avanzata una raccomandazione alla Commissione europea per valutare una revisione delle specifiche dell'additivo all'interno del quadro normativo Ue.

Che cos'è l'acesulfame K e la sua storia

Ma cos'è, nel concreto, l'acesulfame K? Si tratta di un sale di potassio, scoperto per caso nel 1967 dai chimici Karl Clauss e Harald Jensen nei laboratori della tedesca Hoechst AG. I due stavano conducendo esperimenti su composti chimici eterociclici contenenti zolfo e, come già accaduto con la saccarina, la scoperta avvenne in modo inaspettato: un ricercatore assaggiò per errore una sostanza durante un test e si rese conto del suo sapore dolce.

L'acesulfame K, dolcificante usato nell'industria, non è cancerogeno: lo dice l'Efsa

L'acesulfame K è stato scoperto per caso nel 1967 da Karl Clauss e Harald Jensen

Da quel momento, l'acesulfame K si è fatto strada nell'industria alimentare grazie ad alcune caratteristiche ben precise: ha un potere dolcificante circa 200 volte superiore al comune zucchero da cucina, non viene metabolizzato dall'organismo - e quindi non apporta calorie - ed è termostabile, qualità che lo rende ideale anche per la cottura. L'unico limite è un lieve retrogusto amarognolo, motivo per cui viene spesso utilizzato in combinazione con altri dolcificanti, come l'aspartame.

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