Molte persone credono che i frutti rossi aiutino a ridurre l'infiammazione intestinale. È vero oppure no? A chiarirlo è un articolo di Humanitas Salute, con il contributo degli specialisti di Humanitas, che riportiamo, di seguito, integralmente.

I frutti rossi spengono l’infiammazione dell’intestino
Le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti dei frutti rossi
La risposta è vera. Come confermano numerosi studi, frutti rossi come fragole, ciliegie e frutti di bosco (more, lamponi, mirtilli, ribes rosso e ribes nero) possiedono importanti proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, dovute in particolare alla presenza di polifenoli. Queste sostanze naturali svolgono un'azione attiva nel contrastare i processi infiammatori a carico delle cellule e dei tessuti dell'organismo.
Proprio l'infiammazione è spesso coinvolta in molti disturbi intestinali, tra cui la colite, i cui sintomi – spesso molto fastidiosi – possono compromettere la qualità della vita quotidiana, anche sul piano sociale e lavorativo. Si stima che circa il 15% della popolazione mondiale ne soffra. Per questo motivo, chi convive con questa condizione è spesso alla ricerca di rimedi semplici, naturali ed efficaci. Purtroppo, però, non sempre questi rimedi risultano realmente utili o risolutivi.
Nonostante i benefici già noti, gli esperti sottolineano che sono necessari ulteriori studi per comprendere più a fondo gli effetti specifici dell'assunzione di frutti rossi sull'infiammazione intestinale. In particolare, manca ancora una definizione chiara delle quantità da assumere per ottenere un'efficace azione preventiva contro l'infiammazione o per ridurre il rischio di colite.
Frutti rossi e l'azione protettiva contro l'Escherichia coli
C'è però un dato certo: i frutti rossi sono in grado di prevenire l'adesione di alcuni ceppi patogeni del batterio Escherichia coli alle pareti intestinali. Questo microrganismo, normalmente presente nella flora intestinale in una forma innocua, può diventare pericoloso quando viene ingerito attraverso cibi o acqua contaminati, provocando infezioni intestinali anche gravi. Una volta arrivato nel tratto gastrointestinale, l'Escherichia coli aderisce alle cellule della mucosa intestinale e produce una tossina che scatena una serie di disturbi: crampi addominali, diarrea con sangue, vomito. Sintomi che, per caratteristiche e intensità, ricordano quelli della colite.