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Quando il tè caldo incontra i cocktail Una nuova frontiera per la mixology

di Carmine Lamorte
 
07 luglio 2018 | 12:28

Quando il tè caldo incontra i cocktail Una nuova frontiera per la mixology

di Carmine Lamorte
07 luglio 2018 | 12:28
 

Parlare di aperitivi con il tè non è una cosa tanto nuova, però mai come adesso, grazie a Protea, si sta sviluppando consapevolezza inerente l’uso di questa millenaria bevanda nei cocktail.

Dobbiamo innanzitutto fare una precisazione: il tè - parlo di quello in foglie - è sempre stato visto come una bevanda da servire calda perché legata a certi orari della giornata. Ebbene, da oggi non sarà più cosi.

(Quando il tè caldo incontra i cocktail Una nuova frontiera per la mixology)

Il tè come ingrediente per i cocktail dovrà essere visto come vien considerato dai produttori millenari: un liquore. Già, è cosi che viene definito il risultato dell’infusione delle varie tipologie di tè presenti sul pianeta, infusione che avrà una durata differente a seconda di quanto intenso si desidera l'aroma finale. Inoltre non dovrà obbligatoriamente essere bevuto caldo: è possibile lasciare che la temperatura si abbassi, così da cogliere al meglio l’intrinseco aroma naturale che ogni infusione è in grado di donare, ed ecco che grazie a questi semplici modus operandi “moderni” il tè si trasforma in “liquore” per i nostri cocktail.

Tutto questo è stato argomento di discussione a Torino, precisamente nell'ambito del salone Gourmet Expo Forum, dove, in un’area allestita da Protea e riservata a degustazioni e masterclass, è stata data la possibilità a coloro che si erano prenotati di assistere alla nascita di questa nouvelle vogue del tè. Grazie all’invito che Protea ha esteso ad Abi Professional, ho potuto dare dimostrazione attraverso due masterclass di come possa essere valorizzata questa nobile bevanda.

(Quando il tè caldo incontra i cocktail Una nuova frontiera per la mixology)

Nella prima masterclass, facendo mia la filosofia dei Tea Martini Cocktail di cui già parlai alcuni anni fa in queste pagine, partendo dall’infusione del tè verde e nero fatta a freddo per sei ore in acqua minerale naturale, ho potuto riproporre l’evoluzione del Martini cocktail visto però attraverso una luce del tutto inaspettata. Di tutt'altro stampo la seconda masterclass, basata sulla filosofia del Tea Solid Cocktail: sono state riscoperte le gelatine, interpretate per la prima volta a New York negli anni '80 come cocktail da mangiare anziché da bere. Queste gelatine sono il risultato di una trasformazione solida di un tè molto particolare, il Lapsang Souchon, varietà cinese con forti sentori di affumicatura. Questo tè, lavorato con un ingrediente dal gusto inconfondibile, il Lagavulin (nelle sue due versioni 8 e 16 anni), un whisky proveniente dall’isola di Islay, ha dato vita ad un aperitivo straordinario, ancor di più se esaltato dall'abbinamento dei tipici biscotti salati inglesi, i Digestive Biscuits.

Ma il tè non è base solo di cocktail alcolici, mixando le infusioni con, ad esempio, gli sciroppi della linea Fabbri, quali ad esempio Chai, Cannella, Mango o Sambuco. Il risultato è un cocktail analcolico, dissetante e caratterizzato da un gusto forte ed intenso.

Protea è anche organizzatrice della Tea Masters Cup Mixology 2018, una cocktail competition con protagonista il tè, giunta questo anno alla sua terza edizione e in programma a Courmayeur (Ao). I finalisti si contenderanno la possibilità di volare in Oriente per la finale mondiale. La manifestazione è organizzata con la collaborazione di Abi Professional.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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