Eppur si muove. Finalmente. Il Consorzio Botticino Doc, fra i più antichi d’Italia (risale al 1968, quando è stata autorizzata dal Ministero la Doc, fino al 1996 poi diretta emanazione dell’Ente vini bresciani), batte un colpo. Luigi Veronelli aveva definito il robusto rosso rubino che nasce fra le cave di marmo “Barolo di Lombardia”. Domenica 23 novembre, con una degustazione pubblica, uscirà - forse - dalle nebbie e dal torpore in cui è vissuto negli ultimi anni.

Un calice di Botticino Doc (credits: Regione Lombardia)
Un po’ di storia del Consorzio Botticino Doc
Andiamo con ordine e un pizzico di storia, per la memoria. «Il Consorzio volontario - recita l’art. 1 dello Statuto - per la tutela del Botticino Doc e Ronchi di Brescia Igt, denominato “Consorzio Botticino”, è stato originariamente costituito in Brescia il 30/07/1996 (con rogito Mastrella n. 19117 di raccolta)».
Fra alterne vicende, beghe di paese e familiari, è giunto fino ai giorni nostri senza grandi voli pindarici (ne avevano del resto già parlato negli anni scorsi). La svolta, almeno così si spera, nei giorni scorsi: «Strada dei Colli dei Longobardi - recita un comunicato stampa - partecipa con il Comune di Botticino e il Consorzio all’evento che va a celebrare la più antica Doc del nostro Paese. “Botticino Doc: tradizione e futuro”. La degustazione dei vini e dei prodotti tipici del territorio rappresenta uno dei momenti più autentici ed affascinanti per conoscere la storia, la cultura e l’identità di un luogo».
L’evento del 23 novembre
Domenica prossima, dalle 16 alle 20, presso il Centro Teatro Lucia, si potranno degustare 18 vini selezionati. Prenotazione obbligatoria, costo 15 euro. Ma quel che più conta è che nella locandina appaiono - insieme - cantine storiche (e pure alcuni eccellenti giovani vignaioli) sostenute dal Comune e dalla Provincia: Scarpari, Maccaboni, Franzoni, Posapiano, Noventa, Tognazzi, Musatti, Bal Del Oca. Fondamentale, adesso, salvaguardare una produzione di nicchia (complessivamente attorno alle 200mila bottiglie), parte fondamentale del patrimonio enologico bresciano e nazionale.