Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
domenica 07 dicembre 2025 | aggiornato alle 17:31| 116192 articoli in archivio

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

Il Grand Hotel Parker’s di Napoli, storico cinque stelle lusso affacciato sul Golfo, unisce eleganza e impegno sociale con progetti come quello per i ragazzi di Nisida. Ospita il George Restaurant, due stelle Michelin guidato da Domenico Candela, primo ristorante napoletano a conquistare il riconoscimento. La cucina, identitaria e creativa, valorizza le materie prime campane con tecniche raffinate e una forte impronta personale

Marco Colognese
di Marco Colognese
Critico enogastronomico
15 settembre 2025 | 08:30
Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

Napoli e il suo brulicare creativo sono a portata di mano, allo stesso tempo al Parker’s, quartiere Chiaia, si respira una pacifica aria di tranquillità in un ambiente sontuoso e ricco di luce. Questo hotel affacciato sul Golfo, con il Vesuvio sullo sfondo, ha una storia le cui radici risalgono alla fine dell’Ottocento, al 1870 per la precisione. Fu in quell’anno che George Parker Bidder III, facoltoso biologo marino britannico, fece trasformare l’albergo in cui soggiornava abitualmente, il Tramontano Beau Rivage, in un hotel dedicato ai viaggiatori del Grand Tour. Da subito il Grand Hotel Parker’s divenne una meta stabile, rifugio esclusivo per uomini e donne di un mondo d’élite, tra intellettuali, artisti e scrittori di allora, come ad esempio Oscar Wilde e Virginia Woolf. A salvare dal declino questo meraviglioso albergo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fu l’avvocato napoletano Francesco Paolo Avallone, il quale nel 1948 acquistò l’edificio ormai in grande degrado riportandolo agli antichi fasti. Nel 1980, a seguito del terribile terremoto in Irpinia, l’hotel subì un’ulteriore opera di restauro e divenne un cinque stelle lusso. Oggi la struttura, appena entrata a far parte di Relais & Châteaux, vede al timone Giovanni Torre Avallone e Francesca Paola Torre Avallone, terza generazione di famiglia, con il primo come Maître de Maison e Chief Experience Officer e la seconda responsabile delle risorse umane e training & talent manager. Insieme portano avanti una tradizione di ospitalità di grande raffinatezza.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Mare e Monti

Le stanze

Le camere del Grand Hotel Parker’s, incluse suite, family suite e appartamenti, sono 67, tutte accomunate da arredi pregiati. Tra queste la magnifica Parker’s Suite, su due livelli con vista sul Vesuvio, Capri e il Golfo di Napoli. Al piano inferiore si trova un’area benessere privata con sauna e bagno turco che invita al relax assoluto, mentre in biblioteca vengono conservati alcuni volumi antichi appartenuti al primo proprietario.

Da notare, da parte di questo grande albergo, anche un importante impegno nel sociale: tra le diverse iniziative spicca il progetto con l’Istituto Penale per i Minorenni di Nisida, in collaborazione con la cooperativa sociale Nesis. I giovani detenuti acquisiscono competenze artigianali lavorando nel laboratorio di ceramica, costruendo in questo modo un percorso di reinserimento. Le loro creazioni, firmate “Nciarmato a Nisida”, decorano sale e stanze e si possono acquistare alla reception, permettendo di finanziare e dare continuità all’iniziativa.

L'offerta gastronomica

L’offerta enogastronomica è naturalmente di alto livello, a partire dal Bidder Terrace, Bar & All-Day Dining al sesto piano, la cui cucina, basata sulla tradizione campana, è guidata dallo chef Luca Iannone. Lì viene servita anche la colazione, in un contesto che, tempo permettendo, è di una bellezza stupefacente: tra le varie proposte, oltre al “Buongiorno” con i classici della pasticceria napoletana e la frutta di stagione, la “Colazione di Mamma Matilde”, un omaggio alla tradizione con cornetti artigianali, la storica crostata preparata secondo la ricetta del 1870, e un porridge servito con scaglie di cioccolato e mandorle. La terrazza nel pomeriggio diventa un salotto dedicato al rito del tè. Infine, vale la pena citare anche la carta dei cocktail del Bidder Bar, con proposte ispirate alle Muse che illuminano la terrazza del Parker’s, sculture in bronzo realizzate dalla storica Fonderia Artistica Chiurazzi e ispirate alle figure classiche conservate nei parchi archeologici di Pompei ed Ercolano e in svariati musei italiani.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

La Bidder Terrace

Il George Restaurant e lo chef Domenico Candela

Il percorso di Domenico Candela, titolare della scenografica cucina a vista del George, elegantissimo ristorante due stelle Michelin anch’esso al sesto piano dell’hotel, è uno di quelli importanti. Spicca la Francia con Alain Solivérès e poi con Yannick Alléno. In Italia, Candela lavora con Antonio Guida all’Hotel Il Pellicano di Porto Ercole - «lui mi diceva: se fai bene per i clienti sei a posto, perché ogni cliente è un ispettore, dobbiamo lavorare in primis per loro. E io ne ho fatto tesoro». Ancora, è al fianco di un riconosciuto maestro come Stefano Mazzone al Grand Hotel Quisisana di Capri, poi con Enrico Bartolini al Devero.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

Lo chef Domenico Candela

Al George, Candela arriva nel 2018 e la seconda stella è del 2024, primo ristorante napoletano a conquistarla. La ricercatezza di questo luogo del gusto è data da una felice combinazione tra sala e cucina, dal personale che all’alta professionalità unisce il sorriso a una mise en place elegante, con le ceramiche ispirate agli elementi del mosaico "Marine con Pesci" ritrovato nella Casa del Fauno a Pompei: ogni pezzo, bellissimo, è realizzato a mano. Si tratta solo di un esempio, perché i riferimenti a Napoli e alla Campania si susseguono in tutto il percorso.  Il maître-sommelier Enrico Moschella cura una splendida carta dei vini che conta circa ottocento etichette tra Italia ed estero, con alcune bellissime chicche dell’azienda di casa, Villa Matilde Avallone.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Pro-Fumo

La cucina

Se si guarda all’idea gastronomica, nel tempo lo stile di cucina di Domenico Candela è diventato sempre più personale: «con l’arrivo della seconda stella è anche cambiata la clientela, più selezionata e con più esperienza, così anche noi, sia in sala sia in cucina, sentiamo la maggiore responsabilità. Io cerco sempre di mettermi in discussione e migliorarmi, oltre a guardare cosa fa il mondo e mantenendo salde le mie radici. Crescendo ti cambia palato: oggi la mia cucina è ancora più identitaria e consapevole. E il ristorante è sempre pieno e alla fine è quello che ti dà ragione».

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Fois Gras

Di fatto lo stile di Domenico Candela, che al suo fianco ha il bravo Michele Panzeri, è diventato nel tempo sempre più personale e legato alle sue origini: «La mia cucina è ricerca e territorio, però in chiave più creativa, sperimentale, ho cercato di esaltare ancora di più le materie prime, inserendo i nostri sapori. Prima venivo marchiato come "lo chef che arriva dalla Francia". Una definizione che mi stava stretta, perché io sono napoletano e orgoglioso di esserlo; i profumi della mia terra e il mio dialetto, non li voglio perdere, anzi voglio ancora di più cercare di mettere in tavola i nostri prodotti; dall’altra parte ora abbiamo un tipo di cliente che riesce a capire quello che vuoi trasmettere: le tue sensazioni, le tue emozioni, la tua maturità. Nei miei piatti metto testa e palato, ci metto Domenico. Poi il gusto può essere soggettivo ma tecnica e capacità del cuoco devono essere oggettive».

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Citrus

Le esecuzioni sono certamente rigorose, ma allo stesso tempo la maturità acquisita consente a Candela una libertà che si esprime attraverso un gusto peculiare, in cui la sua grande cultura gastronomica emerge felicemente. Racconta lo chef: «ti vedono come una persona dura e forte, ma io sono molto sensibile e credo sia un pregio, perché mi porta a essere più creativo e fare le cose col cuore».

Menu e piatti

I menu degustazione sono 2, Since 2018 e Viaggio Goloso, entrambi proposti a 7 o 9 portate al prezzo rispettivamente di 220 o 250 euro, il primo composto di ‘signature’ e il secondo da idee più innovative. Si può anche pescare da questi e mangiare alla carta (2 piatti e 1 dessert a 170 euro, 3 piatti e 1 dessert a 200). Tra un menu e l’altro si trovano piatti di differente complessità ma accomunati da una caratteristica, la profondità del gusto: come “Pomod’oro”, gli spaghettoni di Gragnano Igp con sette differenti varietà di pomodoro campano, inno alla sua terra.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Pomod‘oro

Ancora, “Un mare, antiche tradizioni” con la squisita ricciola marinata al miso, hummus di ceci, olio al prezzemolo e salsa “acqua pazza” di susina. Sontuosa la scaloppa di foie gras delle Landes alla plancia con chutney di carota maturata, ruta selvatica, salsa al mango e noce moscata. Una delizia “L’odore di prima”, la seppia arrostita e servita con il suo fegato e il suo inchiostro, clorofilla di rucola, salsa di patate ed eucalipto, riuscito gioco di potenza e balsamicità.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Mare e Monti

Un altro grande classico di Candela è “Raggio di sole”, riso Carnaroli cotto in modo impeccabile in estrazione di foglie di limone con gamberi rossi al naturale, olio al dragoncello e jus di lampone fermentato. Notevole la combinazione di sapori in “Mare e monti” con l’anguilla cotta al kamado e servita con crema di erbe spontanee, olio di abete, misticanza piccante ed estratto di acetosa.

Dimenticate la solita Napoli: al George si cena con Oscar Wilde e il Vesuvio

George Restaurant: Colui che viaggia

Troviamo succulenza pura in “Colui che viaggia”, il piccione italiano in due servizi, con il petto marinato in foglie di sakura, ciliegie, scalogno cotto sotto sale e jus al timo. La coscia in salsa barbecue di ciliegie. Di bontà assoluta anche il “Barbaresco”, agnello Laticauda con ristretto di peperone papaccella, jalapeño fermentato e bagna caoda leggera di sardine affumicate. Al confine tra dolce e salato c’è “Da nord a sud”, un riuscito sorbetto di pera con blu di bufala e cacao. Dulcis in fundo un vero capolavoro di finezza come “Kizuna”, un pain perdu con ganache allo yuzu, mou al ponzu, gelato all’alga nori e caviale Siberian. Una grande esperienza napoletana.

© Riproduzione riservata