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Xylella, la procura sequestra un albero Scoppia la protesta dei gilet arancioni

 
14 gennaio 2019 | 16:12

Xylella, la procura sequestra un albero Scoppia la protesta dei gilet arancioni

14 gennaio 2019 | 16:12
 

Si è riaccesa in Puglia la protesta dei gilet arancioni dopo la notizia del sequestro, da parte della Procura della Repubblica, di un ulivo nelle campagne di Monopoli (Bari) perché infetto dal batterio della xylella.

Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi sia a Bari che a Roma, torna dunque a farsi sentire la voce degli agricoltori e degli avicoltori pugliesi: «Il sequestro dell'albero infetto, insieme a tutto il campo, probabilmente a causa di un esposto di qualche santone e negazionista - è la dura replica del portavoce, Onofrio Spagnoletti Zeuli - è una notizia gravissima che ci preoccupa per le ripercussioni nella lotta al batterio in provincia di Bari. Assistiamo al sequel dello stesso film disastroso girato in Salento con i sequestri iniziali che diedero il via all’avanzata del batterio e i risultati che adesso sono sotto gli occhi di tutti».

(Xylella, la procura sequestra un albero Scoppia la protesta dei gilet arancioni)

Secondo Spagnoletti, il proprietario della pianta avrebbe fatto richiesta per l’eradicazione della pianta: «Il sequestro - aggiunge - proviene sicuramente dall’esposto di qualche santone e dalle sponde che questi personaggi riescono a trovare anche nelle Procure. Sarebbe un fatto gravissimo perché inizierebbero da subito i rallentamenti nel contrasto al batterio che rischia di distruggere il nostro territorio».

E mentre i gilet arancioni tornano a chiedere una legge speciale che consenta il taglio delle piante infette, immediatamente dopo aver avuto con certezza il risultato positivo dell’analisi, a prendere posizione sul sequestro della Procura è anche Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola: “A sette mesi di distanza dalle nostre denunce contro tutti i santoni che hanno rallentato il contrasto alla xylella con le loro follie - dice - non abbiamo notizie dalle Procure, mentre questa gentaglia presenta un esposto e un minuto dopo la magistratura mette i sigilli a piante e terreni rinviando l’eradicazione necessaria. Ma in che paese viviamo? Non riesco davvero a comprendere perché si dia priorità agli esposti folli di questa gentaglia e non alle denunce serie e circostanziate di chi davvero è parte lesa nella vicenda xylella - aggiunge - È sconfortante tutto questo perché è proprio grazie a queste storture che la xylella avanza indisturbata».

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