Lino Gagliardi torna nelle Marche e porta con sé la sua cassoela

Lo chef dell'Antica Osteria La Rampina, nel milanese, ha fatto ritorno per una sera nella sua terra d'origine, portando con sé un piatto della tradizione lombarda apprezzato da tutti gli ospiti

30 gennaio 2020 | 15:49
di Carla Latini
Questa volta non è bastata la sala ricevimenti di una bella cantina o la tavernetta di casa di amici ospitali per l’arrivo di Lino Gagliardi, dell’Antica Osteria La Rampina a San Giuliano Milanese, con il suo pentolone di rame pieno di fumante cassoela. Il passa parola ha funzionato talmente bene che Massimo Biagiali, patron dell’Hotel Ristorante Giardino di San Lorenzo in campo, alla 60ª prenotazione ha dovuto dire stop.


Rosaria Morganti e Lino Gagliardi in cucina

Un tavolo a ferro di cavallo ha accolto i convitati. Da ogni parte delle Marche. Lino è di origine marchigiana e mantiene, da sempre, rapporti con produttori e colleghi. Tant’è che la prima ad andare in cucina da lui è stata Rosaria Morganti dei Due Cigni di Montecosaro Scalo. Una che con la tradizione parla ogni giorno. C’era tutto il gruppo dei buongustai fabrianesi, il sindaco di Pergola con il responsabile Slow Food e il giornalista Rai Paolo Notari. Sempre sensibile al gusto e agli eventi che lo raccontano. Fra le tante aziende presenti Domenico Guzzini, dell’omonima azienda, fresco fresco di nomina a presidente di Confindustria Macerata, Cooperlat Tre Valli con Paolo Cesaretti, brand manager del Consorzio Tutela della Casciotta d’Urbino, Alessandro Moroder e il suo Rosso Conero 2018.


La cassoela di Lino Gagliardi

L’incontro con la cassoela, quasi sconosciuta ai più, è stato, diciamo, impattante. Per le zampette, le orecchie e le cotiche di maiale che boccone dopo boccone si sono fatte apprezzare in tutta la loro bontà. Qualcuno cerca nelle ricette marchigiane classiche un piatto simile. Meglio cercare altrove, in tutta Europa, spiega uno storico dell’Accademia della Cucina italiana. Fatto sta che molti fanno il bis. Chi vuole le salsicce, chi le costarelle, chi la verza, chi solo la polenta.


All’uscita dalla cucina Lino Gagliardi viene applaudito come una star e si presta a selfie e foto. Ormai per lui è una routine la cassoela alla fine di gennaio. Per i marchigiani un gaudente caso più unico che raro. Da ripetere il prossimo anno. Un ringraziamento speciale va alla sempre eccellente cucina del Giardino che ha saputo circondare un piatto così importante di porzioni mignon di formaggi e salumi accompagnati da un’ottima pizza. Uno dei cavalli di battaglia di Massimo Biagiali.

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Alberto Lupini


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