Tra quotazioni in calo, rimbalzi inattesi e prospettive di raccolti da decifrare, il mercato delle commodity agrifood continua a muoversi in equilibrio precario. A rivelarlo è l'ultimo aggiornamento settimanale di Areté, società di riferimento in Italia per l'analisi e la previsione sui mercati agroalimentari, che fotografa le ultime tendenze registrate a maggio per riso e olio di girasole. I dati parlano chiaro: sulla piazza di Milano, il prezzo dell'Arborio è sceso del 3,8% rispetto ad aprile, quello del Carnaroli del 4,6%. A incidere è la domanda debole e un volume di scambi che resta contenuto, mentre si registra un forte rallentamento dei trasferimenti dei rispettivi risoni.

Olio di girasole e riso, segnali contrastanti sui mercati
Il discorso cambia se si guarda al comparto del Tondo, dove la domanda si mantiene sostenuta. Un elemento che gioca un ruolo chiave è il timore di un calo delle superfici coltivate nel 2025, ipotesi che sta spingendo gli operatori ad anticipare gli acquisti. E infatti, a fine maggio, la percentuale di risone tondo trasferito ha raggiunto l'83%, a fronte del 75% dello stesso periodo dell'anno scorso. Un trend che ha avuto un effetto diretto sulle quotazioni dell'Originario, cresciute del 4,8% nel confronto mensile. Leggermente in rialzo anche il prezzo del Lungo B, sostenuto da una minore disponibilità di prodotto, sebbene il rallentamento dei trasferimenti e la flessione dei prezzi sui mercati internazionali continuino a rappresentare fattori ribassisti da tenere d'occhio. Sempre restando in ambito risicolo, da inizio campagna fino a fine maggio i dati relativi agli scambi extra Ue mostrano dinamiche divergenti: l'export italiano ha subito un calo del 10%, mentre l'import è aumentato del 20%. Segnali che suggeriscono una riorganizzazione delle rotte commerciali e delle strategie di approvvigionamento.

Passando al mercato dell'olio di girasole, i numeri raccolti da Areté mostrano una situazione paradossale. Nonostante una campagna segnata da un forte calo dell'offerta di seme e olio, le quotazioni in Europa stanno registrando una flessione. Tra febbraio e maggio 2025, i prezzi medi mensili nell'Europa Nord Ovest (in dollari per tonnellata) sono scesi dell'1%, mentre sul mercato di Milano l'olio di girasole raffinato (in euro) ha fatto segnare un -5%. Più contenuta la discesa per l'olio grezzo quotato in Spagna: -2% nello stesso periodo. A influire è stato soprattutto l'andamento valutario: «La tendenza maggiormente ribassista delle quotazioni in euro è da imputare al rafforzamento dell'euro sul dollaro Usa avvenuto nello stesso periodo sui mercati valutari» evidenzia Areté. Il contesto, però, resta di scarsità e le disponibilità sui mercati sono ancora limitate. Gli occhi restano puntati sui nuovi raccolti, che rappresentano l'unico potenziale elemento in grado di rimescolare le carte e riequilibrare l'offerta. Secondo la Commissione Ue, infatti, per la prossima campagna è previsto un aumento del 17% rispetto all'annata corrente, trainato esclusivamente da un miglioramento delle rese. L'incremento non sarà frutto di un'espansione delle superfici coltivate, quanto piuttosto di una ripresa rispetto ai livelli disastrosi del 2024, segnati dalla siccità che ha colpito duramente l'Europa Orientale.
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