Ad aprile le vendite al dettaglio hanno mostrato un segnale positivo, ma il merito va soprattutto alla Pasqua anticipata. A trarne beneficio sono stati in particolare gli alimentari, che hanno compensato in parte le perdite accumulate nei primi tre mesi dell'anno. Il resto del commercio, però, continua a fare i conti con una domanda stagnante e i negozi di prossimità restano il fronte più esposto: in calo il fatturato, sia in termini nominali che reali, nei primi quattro mesi del 2025.

Vendite in ripresa ad aprile: merito della Pasqua, ma i piccoli negozi arrancano
A leggere i dati Istat diffusi giovedì 5 giugno, il primo impulso potrebbe essere quello di tirare un sospiro di sollievo. Ma la nota diffusa dall'Ufficio Studi di Confcommercio invita alla prudenza, e anzi sottolinea le difficoltà strutturali che il comparto continua a vivere. Il miglioramento di aprile, riporta, «pur positivo, va letto alla luce dell'impatto sul dato derivante dalla diversa tempistica della Pasqua rispetto al 2024». In altre parole, senza l'effetto calendario, il quadro sarebbe stato ben meno incoraggiante. Il comparto alimentare, come detto, è quello che ha beneficiato maggiormente della festività: l'aumento della spesa in vista dei pranzi pasquali ha dato ossigeno alle vendite, ma si tratta di una boccata d'aria temporanea, non sufficiente a cancellare un primo trimestre debole.

Molto più critica la situazione del non alimentare, dove diversi segmenti continuano a soffrire. Abbigliamento, calzature e mobili - prodotti tradizionali del commercio fisico - registrano ancora segnali di rallentamento, complice una domanda che non si è mai veramente ripresa. È un quadro che coinvolge trasversalmente gran parte delle attività al dettaglio, ma colpisce in modo particolare i piccoli esercizi. «Resta complessivamente contraddistinta da gravi elementi di fragilità la condizione dei negozi di prossimità, ancora in calo di fatturato sia nominale che reale per i primi quattro mesi dell'anno in corso» conclude Confcommercio, lasciando poco spazio all'ottimismo per la seconda parte dell'anno. Un messaggio chiaro, che torna a mettere al centro le difficoltà quotidiane di chi, tra inflazione, costi crescenti e concorrenza online, cerca ancora di tenere su la saracinesca.
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