Il Parlamento europeo ha approvato il passaggio dello status del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”, con l’obiettivo di consentire agli Stati membri maggiore flessibilità nella gestione della specie, soprattutto nelle aree dove si registrano crescenti conflitti tra i predatori e le attività agricole.
Il lupo passa da “strettamente protetto” a “protetto”
La votazione della plenaria di Strasburgo conclude un iter durato oltre due anni, sostenuto da Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani, che hanno rappresentato le istanze delle imprese zootecniche e rurali. Confagricoltura ha più volte sollevato il problema dell’espansione incontrollata del lupo, specialmente in montagna, dove gli attacchi ai greggi e agli allevamenti si sono fatti più frequenti, con danni economici rilevanti e timori per la sicurezza delle comunità.
Il voto segue quanto già espresso a dicembre dal Comitato permanente della Convenzione di Berna, a cui è seguita la proposta della Commissione europea di adeguare la normativa comunitaria. Il nuovo assetto consentirà agli Stati di intervenire con strumenti di gestione più efficaci, soprattutto nelle aree a rischio.
Cia-Agricoltori Italiani ha accolto positivamente l’approvazione del Parlamento europeo, definendo il cambio di status del lupo come «un passaggio fondamentale verso una gestione equilibrata dei grandi carnivori». Secondo il presidente nazionale Cristiano Fini, si tratta di un «atto di responsabilità verso il mondo agricolo e il sistema territoriale». Fini sottolinea: «È urgente un approccio realistico e scientificamente fondato, che coniughi difesa della biodiversità e tutela delle imprese agricole e delle comunità locali». Cia auspica ora una rapida attuazione del nuovo quadro normativo, per permettere una gestione sostenibile della fauna selvatica.
Il nuovo regolamento europeo è stato seguito fin dall’inizio dall’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann, che ha sottolineato come il voto rappresenti una svolta importante per la gestione dei grandi carnivori. «Anche se può sembrare una mera formalità, il passaggio da “strettamente protetto” a “protetto” rappresenta un punto di svolta», ha dichiarato Dorfmann. «Auspico che l’Italia possa sfruttare al più presto queste nuove possibilità o, meglio ancora, che deleghi la gestione alle Province».
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