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Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Il recovery fund, proposta francese, passa (ma è ancora da studiare), no eurobond, il Mes si può usare. E i nostri leader? Omettono e storpiano i risultati per accaparrarsi un po' di consenso.

di Marco Di Giovanni
 
24 aprile 2020 | 10:29

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Il recovery fund, proposta francese, passa (ma è ancora da studiare), no eurobond, il Mes si può usare. E i nostri leader? Omettono e storpiano i risultati per accaparrarsi un po' di consenso.

di Marco Di Giovanni
24 aprile 2020 | 10:29
 

Una diretta rapida, concisa, chiara: Giuseppe Conte annuncia, accanto agli strumenti Ue già "approvati" dalla Germania (Sure e Bei) anche i Recovery Fund come elemento chiave per la ripresa di un'Europa unita. Noi di Italia a Tavola avevamo già annunciato l'utilità di questo strumento giorni fa. Oggi anche un primo Consiglio dei leader dell'Ue ha dato il via libera (seppur con qualche riserva sulle maniere di finanziamento).

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Un passo avanti per il Paese, senza dubbio. Ciò che però incuriosisce è la reazione delle varie parti politiche: chiunque abbia seguito la vicenda partendo dall'Eurogruppo e arrivando ad oggi, leggendone sul web (in particolar modo sui social) non può che rimanere un po' stupito.

Cominciamo proprio dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e dalla sua azione social, la diretta vera e propria. Riprendiamo il passaggio chiave: «Tutti e 27 i Paesi Ue hanno accettato, anzi abbiamo accettato, di introdurre uno strumento innovativo, il Recovery Fund, un fondo comune finanziato con titoli europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, come l’Italia, ma non solo l’Italia. È passato anche il principio che è uno strumento urgente e necessario. L’Italia è in prima fila a chiederlo». È giusto essere critici, quando far critica significa dare informazione. E qui il nostro patriottico presidente barcolla un po' nella coerenza, anche se tutto quel che è bene finisce bene. Eh sì, presidente, perché all'ultima diretta sulla questione (quella arci-nota a tutto il Belpaese per le accuse - giustificate - alle fake news di Meloni e Salvini), quando le è stato chiesto un parere attorno a questo strumento, non ha esitato a definirlo una soluzione per gli altri Paesi, ma inadatto alle esigenze dell'Italia. Festeggiarlo così oggi (seppur pienamente giustificato) è incoerente.

Dietro a Conte la maggioranza, a cominciare dal Movimento 5 Stelle, la cui nota congiunta non lascia stupiti, ma basiti. Leggiamone alcuni estratti. "Grazie alla maestria del presidente Conte, viene accolta la richiesta italiana di introdurre il Recovery fund come piano necessario ed urgente per uscire da questa crisi sanitaria ed economica. [...] Consideriamo questa tappa un passo importante che va nella giusta direzione. Avevamo preteso dalla Ue di invertire la rotta rispetto al passato e oggi finalmente registriamo come si sia imboccata la strada per un'Europa solidale". Astutamente il movimento di Grillo non fa mai riferimento a una proposta della maggioranza o del partito in sé, semplicemente si complimenta, parla di richiesta italiana, accenna alla richiesta diretta di "invertire la rotta" senza però far trapelare se questa richiesta di inversione coincidesse o meno con il Recovery fund. Perché abbiamo principiato con "astutamente"? Perché i Cinque Stelle non solo non hanno mai richiesto tale provvedimento, ma in sede al Parlamento Ue si son pure astenuti! Per non dire che tre dei loro deputati hanno votato contro! Una nota congiunta proprio perché qualcosa, da partito di maggioranza, è necessario dirlo... Ma è comunque difficile nascondere dietro qualche "inganno verbale" l'imbarazzo.

Luigi Di Maio di certo non aiuta la causa dei suoi compagni di partito (di cui era capo fino a gennaio): «Il match è ancora in corso, ma possiamo dire di aver raggiunto un primo risultato: il Recovery Fund». Così il ministro degli Esteri del Governo Conte. La critica ai cinque stelle così come la abbiamo espressa, a toni pacati, la rincara il leader di Azione Carlo Calenda: "Avete votato contro il recovery fund [...] coprendoci di ridicolo".

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Per quanto riguarda l'altra faccia della maggioranza, il Partito Democratico, non siamo lontani dal punto di vista di Conte. "I governi Ue hanno compreso l'importanza della proposta del Governo Conte per il Recovery Fund a sostegno di famiglie e imprese. Quello che chiedevamo. Ora sta alla nostra forza, al nostro impegno realizzare la rinascita e ricostruire la fiducia". Questo il tweet di Nicola Zingaretti, che con "Quello che chiedevamo" zoppica un po'. Ma possiamo chiudere un occhio. Dopotutto quando in fase di Eurogruppo il Recovery Fund, proposto - ricordiamolo - dalla Francia, è uscito ritratto da bazzooka dell'Ue, lo ha fatto anche col sostegno del Ministro Gualtieri.

Fanno uscire il Pd da ogni possibile accusa le parole del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola: "Dall'EUCO una nuova strada per l'Europa: accordo sul Recovery Fund e su azioni di politica fiscale comune. In poche settimane più risultati che negli ultimi anni. Ora tempi stretti e rendere queste scelte operative con risorse per sanità, ambiente, imprese e lavoro". Niente lodi per richieste (falsamente) avanzate in tempi trascorsi; solo fatti e speranze per un futuro che per questo strumento ha ancora svariate incertezze.

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Seppur con una percentuale di consensi in discesa (gli ultimi sondaggi la danno all'1,9%), Italia Viva è il partito che esce vincitore in coerenza da questa battaglia social sugli strumenti che l'Europa avrebbe dovuto adottare / ha scelto di adottare. Infatti, vogliamo ricordarlo, il partito di Matteo Renzi ha al Parlamento Ue optato per l'astensione sugli eurobond e al sì per il recovery fund. L'ex premier, ospite a PiazzaPulita su La7, si è complimentato con un'Europa che «ha fatto tutto quello che doveva fare». Un plauso incondizionato, a tutto tondo... Forse troppo "perfetto" per non lasciare spazio a dubbi?

Va inserito a "metà", se vogliamo - un po' staccato dalla destra-social, compatta e dilagante, di Salvini e Meloni - il commento di Silvio Berlusconi, cauto, "elegante", più descrittivo che polemico. Quella che probabilmente la maggioranza dovrebbe considerare una opposizione "sana". Sono passati i tempi di Silvio che al Parlamento Ue racconta di un Italia che tutti dovrebbero visitare, ancora fantastica per quelle doti che «in questi anni non siamo ancora riusciti a distruggere».


Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Per Berlusconi «l'uso del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), l'attuazione del fondo Sure e degli altri nuovi strumenti, come, per esempio, il Recovery Fund, devono aiutare Paesi come l'Italia». Berlusconi, che - come ha ribadito la stessa Ue in merito alle polemiche Conte-opposizione - è stato artefice italiano in Ue del Mes nel lontano 2011, rimane splendidamente coerente, senza farsi influenzare dalle battaglie online del presente. Forte anche del suo voto in Parlamento Ue, dove boccia gli eurobond con argomentazione motivante e approva il Recovery Fund, colpendo nel segno.
Una linea che "stupisce", come detto, che si stacca dal "piede di porco" con cui Salvini e Meloni cercano di far leva sul popolo italiano da settimane per ottenere consensi. Proprio su questa linea assunta da Forza Italia, Salvini ha osservato: «Mi è dispiaciuto sentire» da Berlusconi «parole non dico di sostegno, ma di vicinanza ad alcune scelte fatte dal governo di sinistra sul Mes».

Restando a destra e parlando di social, sono due i nomi che ormai sorgono spontanei. I soliti. Si parla più di loro che del presidente del Consiglio stesso. Matteo Salvini (Lega) e Giorga Meloni (Fratelli d'Italia).

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

Partiamo da lui, il leader che giorno dopo giorno perde consensi. Matteo Salvini. E che anche oggi non si smentisce e, probabilmente spalle al muro, si infligge un autogol che poteva benissimo risparmiarsi. Il suo tweet che apre con un bollino rosso al quale segue "Approvato il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro dell'Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles". Al proverbio "quando non si sa più che pesci pigliare" da oggi in poi verrà aggiunto un prosieguo, "si parlerà del Mes".
Salvini non fa altro. Lo cita una volta su due. Prima chiede di aprire le chiese, poi ad alta voce urla "Approvato il Mes"; prima cita le parole di Montagnier (oggi smontato da un'intervista di BergamoNews) e poi ancora "Approvato il Mes".
L'infinitamente paziente Conte aveva anche provato ad evitare tale deriva, stavolta, affermando che il Mes è uno strumento che si può usare, non che si deve usare. Ma niente, Salvini va dritto per la sua strada. Rincara la dose, accusando il presidente di aver violato la legge per non aver fatto votare l'accordo in Parlamento... Un accordo che pochi minuti prima del suo tweet nemmeno esisteva...
A proposito di proverbi, al leader della Lega calzerebbe a pennello "Il silenzio è d'oro", almeno ogni tanto...

Recovery Fund, da Conte a Salvini Una politica opportunista sui social

È il turno della leader di Fratelli d'Italia, che ovviamente non si fa attendere. Giorgia Meloni commenta con un lungo post (che deve "trasportare" da Facebook a Twitter con una fotografia, perché il secondo social predilige il dono della sintesi) e con un video carico d'ira i risultati del Consiglio Ue. La donna - il cui partito, ricordiamolo, ha votato a favore dei coronabond al Parlamento Ue, distaccandosi dai colleghi di destra, dimostrando di seguire le proprie ideologie se le reputa corrette, sempre e comunque - sotto i riflettori della politica italiana se la gioca sugli eurobond, e un po' ha ragione: "In tutti i giorni che precedevano il Consiglio europeo, Conte, il Movimento 5 Stelle, la sua maggioranza, ci hanno spiegato che una vittoria per l'Italia sarebbe stata No al Mes, sì agli Eurobond. Oggi c'è stato il Consiglio europeo e Conte è tornato con Sì al Mes, no agli Eurobond. Quindi abbiamo perso? No, ci dicono. Abbiamo vinto lo stesso".
Tagliente la Meloni, cerca di fare il suo gioco, citando gli eurobond (che già si sapeva, come dichiarato dalla Merkel prima del Consiglio, non sarebbero stati accettati) e lasciando in disparte il Recovery Fund. Il colpo va a ferire la coerenza del premier. Perde un po' d'intensità quando (nel post, stavolta) si sofferma ad analizzare la brevità della conferenza di Conte. Insomma, prima nelle sue dirette Conte perde tempo a criticare l'opposizione "tirando lunga" la sua diretta, e non va bene. Ora la fa breve, chiara e concisa, e per questo la si legge come falsa. Un po' una caduta di stile.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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