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La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

In Val d'Agri, tra siti archeologici come Grumentum, palmenti storici e una viticoltura biologica in espansione, si sviluppa una rete virtuosa di aziende, ricerca e territorio, con focus sulla Doc Terre dell'Alta Val d'Agri

 
03 luglio 2025 | 18:13

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

In Val d'Agri, tra siti archeologici come Grumentum, palmenti storici e una viticoltura biologica in espansione, si sviluppa una rete virtuosa di aziende, ricerca e territorio, con focus sulla Doc Terre dell'Alta Val d'Agri

03 luglio 2025 | 18:13
 

Abbiamo fatto un salto in Basilicata, in Val d'Agri, una delle terre più fertili della regione per scoprire vini, archeologia e paesaggi unici in una stretta connessione tra ambiente, varietà vitivinicole e lavoro dell’uomo. La Val d'Agri, in Basilicata, è un territorio tutto da vivere che esprime un’identità millenaria chiara dal punto di vista vitivinicolo e agricolo tra paesaggi che catturano lo sguardo, di interesse comunitario, e siti archeologici di notevole interesse storico- culturale.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

La Val d'Agri, una delle terre più fertili della Basilicata per scoprire vini, archeologia e paesaggi unici

VaL d'Agri, tra archeologia e palmenti

Il nostro viaggio è cominciato proprio dalla visita all’antica città romana di Grumentum, tra le più importanti dell’Italia meridionale al tempo dei romani, che ci accoglie per un salto nel tempo di migliaia di anni. Una città che agli inizi del III secolo a.C. era un piccolo insediamento dei Lucani e nella fase più florida, tra il II^ e III^ secolo d.C, fu collegata con le grandi direttrici, per mezzo della via Herculea, verso nord con la via Appia e la Popilia Regio Capuam a sud.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

Uno dei Palmenti tipici della Val d'Agri

All’interno del parco archeologico di Grumentum o dell’antica Saponara, di particolare rilevanza, è il teatro che risale al I sec. d.C. costruito per le rappresentazioni sceniche e più volte ristrutturato nei secoli successivi fino ad arrivare ai giorni nostri per la fruibilità degli spazi in un’atmosfera suggestiva. Sempre qui si trovano anche i palmenti del 1700, delle strutture di fondamentale importanza dell’apparato storico archeologico che venivano utilizzate per una prima lavorazione delle uve e l’annessa pigiatura. Uve coltivate sul posto a testimonianza della particolare vocazione vitivinicola del territorio. Questi palmenti riportano anche una decorazione con una croce, simbolo beneagurante.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

Il teatro romano all'interno del parco archeologico di Grumentum

Il museo nazionale di Grumentum, afferente alla Direzione Regionale dei Musei della Basilicata, diretto da Francesco Tarlano, è un luogo da visitare in quanto custodisce tesori e vanta una collezione importante come la testa mutila in marmo bianco che ritrae Livia Drusilla, moglie di Augusto, ma tanti altri sono gli elementi della collezione della sezione romana e non solo.

Val d'Agri, la valorizzazione della Doc Terre dell'Alta Val d'Agri

Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione Terre dell’Alta Val d'Agri Doc è costituito da 8 aziende (Cervara d’Alli Pisani, Di Fuccio, De Blasiis, Zipparri, Fortunato, Amedeo Castelluccio e Al Giardino del Principe) che si inseriscono in un territorio variegato e di pregio fatto da un terroir espressione di una cultura vitivinicola che arriva da lontano. La Doc Terre dell’Alta Val d'Agri è nata del 2003 con l’adesione di diversi produttori che hanno dato vita ad un concept produttivo di qualità con oltre 40 ettari vitati a Doc con una base ampelografica internazionale costituita da Merlot e Cabernet Sauvignon ed autoctoni che possono essere coltivati fino alla quota massima di 800 m.s.l.m. come si evince dal disciplinare di produzione.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

Il Museo dell'Alta Val d'Agri

«La produzione è al 90 % biologica - ha dichiarato Francesco Pisani uno dei soci del Consorzio - a dimostrazione che il territorio consente di fare il biologico che rappresenta anche un’opportunità in quanto i trattamenti antiparassitari non vengono effettuati. La linea di produzione che adottiamo è quella della qualità come prodotto sano. La Doc è giovanissima ma è un po' in sofferenza per il mercato, perché paghiamo un po' la scarsa conoscenza del prodotto che non stimola la richiesta dello stesso. La speranza per il futuro è quella di rendere le aziende autonome sul mercato».

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Francesco Pisani, socio del Consorzio di Tutela e Valorizzazione Terre dell’Alta Val d'Agri Doc

La Doc Terre dell’Alta Val d'Agri si esprime nelle tipologie del rosso e del rosso Riserva (12 tonnellate per ettaro con un 12,00% di titolo alcolimetrico volumico naturale minimo), vini che effettuano un invecchiamento di 12 mesi, mentre il Rosato esprime sempre 12 tonnellate per ettaro ma con un 11,00% di titolo alcolimetrico volumico naturale minimo ed effettua 24 mesi di invecchiamento di cui 6 mesi in legno. Le uve vengono coltivate, con sistemi di allevamento a spalliera semplice, nei territori comunali di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno che insieme agli altri 26 Comuni della provincia di Potenza rientrano nel Parco dell’Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese.

Val d'Agri, il progetto Vicam

Il progetto Vicam “Vite e Vino dal campo ai musei” vede capofila il CNR - IBAM (Istituto per i beni archeologici e monumentali) in partner con il CREA- VE e l’Università degli Studi della Basilicata, finanziato dalla Regione Basilicata relativamente ai fondi FSC, ha l’obiettivo di trasferire alle aziende i risultati e le informazioni della ricerca per determinare la migliore presentazione possibile dal punto di vista storico, enologico, agronomico e culturale del territorio. Un patrimonio a disposizione dei produttori per sviluppare nuove linee di sviluppo culturale ed enoturistico. Il progetto, portato avanti da team di ricerca costituito da Stefano Del LungoAgata Maggio e Annarita Sannazzaro che si concluderà nel giugno 2026. Il progetto determinerà anche la sperimentazione di quattro tipologie di vini passiti per altrettante Doc lucane per scoprire le potenzialità anche dei vini passiti.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

Il team di ricerca composto da Stefano Del Lungo, Agata Maggio e Annarita Sannazzaro

«La pluristratificazione culturale del territorio della Val d'Agri dove il disegno della terra, la scelta delle piante restituiscono un passato che è anche presente per offrire un valore aggiunto per il mercato che può essere accompagnato dall’enoturismo come un qualcosa che non finisce sul luogo o sul prodotto ma che comprenda tutto. La Val d'Agri può offrire un prodotto in più che non è solo vino occupando il posto che le compete attraverso nuove chiavi di lettura», ha dichiarato Del Lungo. Un’altra importante progettualità di ricerca riguarda il lavoro portato avanti dall’Alsia Basilicata, presso la località Bosco Galdo di Villa D’Agri, che custodisce oltre 55 cloni autoctoni di vite i cui parametri e comportamenti di ogni varietà vengono validati e presentati al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste per l’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vino ed alla Regione Basilicata per la classificazione regionale. La ricerca quindi come fondamentale strumento di sviluppo e di conoscenza del territorio.

Val d'Agri, le aziende Di Fuccio e Pisani

A Viggiano, terra della famosa arpa viggianese e di ospitalità, sorge anche l’azienda Di Fuccio biologica che è nata nel 2002. Un’azienda, diretta da Giuseppe Di Fuccio e dal figlio Michele Di Fuccio, che propone sul mercato quattro etichette di vino prodotti su tre ettari vitati: Il rosso “La Preta” Doc a base di Cabernet Sauvignon, Merlot e Aglianico coltivati a 600 m.s.l.m. su terreno pianeggiante con potatura a guyot. Questo vino trae origine da un luogo chiamato Santa Maria La Preta, ovvero un granaio fortificato al servizio di un monastero. Luogo che domina dall’alto l’azienda. Tra gli altri vini da segnalare figura il Bangor, della Doc, caratterizzato dai vitigni Merlot, Cabernet Sauvignon e Aglianico sempre nelle percentuali previste dal disciplinare. Mentre l’Eremo è un vino bianco composto dai vitigni Fiano e l’autoctono vitigno Jusana. Il vino rosato Doc, si chiama Antifonario ed è prodotto dai vitigni Merlot, Cabernet Sauvignon e Malvasia Bianca.

La Val d'Agri unisce archeologia e viticoltura tra vino, storia e paesaggi

Val d'Agri: i vini prodotti dal Consorzio

L’azienda biologica Pisani nata nel 1969, con 20 ettari vitati a Merlot e Cabernet Savignon, produce annualmente quasi quarantamila bottiglie nonostante una potenzialità di duecentomila bottiglie. L’azienda produce diversi vini rossi quali Fantasia, Concerto maturato in rovere, il Borg Pisani, il Selvaggio rosso Basilicata Igt, il vino bianco Basilicata (ottenuto con uve Malvasia bianca) e lo spumante metodo charmat, denominato Atzupa, è ottenuto da un blend di uve Cortese e il vitigno autoctono Giosana. Mentre il vino rosato Doc, dell’azienda Cervara D’Alli Pisani di Clorinda Pisani nonché presidente del Consorzio, è denominato Alli.

Val d'Agri, non solo vini

La Val d'Agri è territorio di vini ma anche di sapori autentici a marchio Igp con riferimento ai fagioli di Sarconi Igp, al formaggio pecorino canestrato di Moliterno Igp e al prosciutto crudo di Marsicovetere (Pz) riconosciuto nel 2024 come presidio Slow Food, prodotto dalla macelleria salumificio Giocoli di Marsicovetere (Pz).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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