L’entroterra chietino al limite del Molise è terra di borghi dal grande interesse enogastronomico, storico e culturale che in alcuni casi rischiano lo spopolamento. Consapevoli delle difficoltà in cui versano e per promuoverne le peculiarità, abbiamo voluto conoscerli meglio su iniziativa del Gruppo di Azione Locale “Maiella Verde”, impegnato in un piano di sviluppo del territorio.

L’entroterra chietino al limite del Molise è terra di borghi dal grande interesse enogastronomico, storico e culturale
San Giovanni e i suoi 100 residenti
Prima tappa a San Giovanni Lipioni, luogo di confine tra due regioni collocato a 545 metri di altitudine e abitato da poco più di cento anime. Il tratto stradale che lo collega al mare scorre parallelo al fiume Trigno, sconfinante dalle province molisane a quella chietina più o meno ad ogni ansa. Dalla piazza del paese parte un’imponente scalinata che conduce alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Tra un gradino e l’altro, sulle facciate delle case spiccano portali in pietra dell’800 lavorati dai maestri scalpellini: in una chiave di volta si nota un cuore a punta che richiama l’immagine della Presentosa, il gioiello settecentesco orgoglio della tradizione artigianale orafa di Guardiagrele e Agnone (Is), l’Atene del Sannio. Dal colle su cui sorge la chiesa, la vista si apre da nord a sud sui monti alti mille metri che conservano tracce di insediamenti sannitici e romani. Si intravede anche il tratturo che da Roccaraso (Aq) portava a Montefalcone (Cb), caratterizzando nei secoli l’economia e la cultura di Abruzzo e Molise.

Il borgo di San Giovanni Lipioni
La cena nel Bar del Borgo - unico locale pubblico di aggregazione e sede della società cooperativa sangiovannese - si è basata ovviamente sui piatti tipici, tra cui le pallotte cacio e pepe e la trippa con le patate. L’attività è gestita dal presidente del sodalizio Alessandro Rossi - caratteristico cognome della gente del posto - che dopo 18 anni di lavoro fuori regione ha scelto di tornare nel paese natio impegnandosi in un’onerosa opera a sostegno delle comunità che insistono nell’entroterra abruzzese. Come in passato, la serata di festa si è conclusa con la “spallata”, la danza sannitica musicata da non più giovanissimi fisarmonicisti sangiovannesi.
Piazza Largo del Popolo 66050 San Giovanni Lipioni (Ch)
La ventricina del vastese
A Tufillo ci siamo letteralmente immersi ad occhi chiusi in un bosco, per vivere un’esperienza di forest-bathing. Spostandoci a Carunchio siamo stati protagonisti di una più prosaica “immersione” nella bottega artigianale La Genuina di Luciano Caracciolo, dove trionfa un’eccellenza gastronomica del vastese: la ventricina.

La ventricina
Questo salume stagionato è prodotto coi migliori tagli di suino e insaccato nella vescica o nello stomaco (ovvero ventre, da qui il nome) del maiale. Dopo aver visitato il laboratorio, assieme alla famiglia Pignataro abbiamo gustato il pregiato alimento la cui produzione rispetta un rigoroso disciplinare. A Carunchio si trova il Palazzo Tour d’Eau, un castello del settecento da poco ristrutturato che domina il paese dall’alto. Nella struttura si può dormire, mangiare e seguire corsi di cucina.
Via Provinciale, 8 66050 Carunchio (Ch)
La cucina frentana e i vini spumanti
Per scoprire altri piatti popolari frentani (i Frentani furono un antico popolo affine ai Sanniti) ci siamo trasferiti a Lanciano nell’agriturismo Caniloro, dotato di camere e appartamenti. La cena è stata occasione per conoscere Vincenzo Angelucci della Cantina cooperativa Eredi Legonziano di Lanciano, nata nel 1968.

L'Agriturismo Caniloro
La provincia di Chieti è la terza italiana per produzione vinicola e conta 33 cooperative. Particolarità di Legonziano è la valorizzazione dei vitigni autoctoni - tra i quali il Montonico e il Cococciola - e la spumantizzazione in entrambe le tipologie, Metodo Classico (minimo due anni sui lieviti) e Martinotti (con la linea Trabocco). La prima bollicina è datata 2010 - anno di nascita della Doc Abruzzo - messa sul mercato dopo vent’anni di sperimentazione. Con i vini della cooperativa abbiamo gustato la pizza “scima” - senza lievito e con un po’ di vino - e un prelibato piatto a base di carne e verdure cotto sotto il “coppo”, il pesante coperchio in ferro ideale per una cottura lenta sotto la brace.
C.da S.Onofrio, 134 66034 Lanciano (Ch)
Il Castello di Roccascalegna e il sito archeologico di Iuvanum
Dopo la notte trascorsa nel B&B Villa Lina con vista sulla Maiella, ci siamo diretti a Roccascalegna, paese noto per il castello medievale e il festival musicale che si svolge in estate sin dal 2001. La fortezza fu edificata per ragioni militari e difensive e dopo l'abbandono ottocentesco è stata recuperata dal punto di vista edilizio nel 1985 a seguito della donazione da parte dell’ultima baronia (i Croce-Nanni) al Comune. La struttura più antica sopravvissuta nel tempo agli eventi è la torre di sentinella costruita nel nono secolo dai Longobardi in funzione antibizantina e ricostruita dopo il terremoto del 1456: la vista dalla cima della torre sulla catena montuosa è meravigliosa. Originale del 1500 è invece la pavimentazione della mulattiera che conduce all’ingresso del castello.

Il B&B Villa Lina
A Montenerodomo, in un’area che è parte del Parco Nazionale della Maiella - in primavera popolata da ben 5 varietà di orchidee di montagna -, si trova il bellissimo sito archeologico, naturalistico e museale di Iuvanum, esteso per 48 ettari. Gli scavi iniziarono nel 1940, fino ad allora il territorio era coltivato dai contadini locali: oggi si continua a scavare con il contributo degli studenti dell’Università di Chieti, ospitati gratuitamente d’estate in un edificio di inizio ‘800 ristrutturato.

Il sito archeologico di Iuvanum
I resti attualmente visibili risalgono ai Romani ma l’insediamento di Iuvanum inizia in epoca Sannita sin dal VI° sec. a.C.. La terra e il clima erano adatti all’agricoltura e all'allevamento per quelle popolazioni che presumibilmente mossero dal nord Europa in cerca di un ambiente mite e accogliente. Le tribù sannitiche - nella fattispecie i Carricini - si spostavano coi propri ovini e bovini alla ricerca di sorgenti d’acqua: una è tuttora presente all’ingresso del sito archeologico e pare datare proprio più di 2.500 anni. Nel Parco della Maiella meritano una visita anche le Grotte del Cavallone, a quasi 1.500 metri di altitudine.
C.da Villa Elce 108 66034 Lanciano (Ch)
Petra-Lucente: la sua storia e il Nero Antico
A Gessopalena abbiamo visitato il borgo fantasma edificato in gesso che custodisce eroici e tragici ricordi: le battaglie sulla Linea Gustav, l’eccidio di Sant’Agata del 1944 da parte dei militari tedeschi e la nascita della Brigata partigiana Maiella. All’interno di un rudere dell’antica Preta-Lucente (pietra lucente, per via dei riflessi del gesso alla luce sole) siamo stati ospitati a pranzo dalla gente del luogo e dal sindaco di Gessopalena con grande cortesia e orgoglio, tratti comuni dell’intero tour. Tra un racconto del passato e l’altro, abbiamo apprezzato alcuni vini frutto del progetto vinicolo Pretalucente, inteso a valorizzare dal 2022 due vitigni autoctoni a bacca rossa: il Nero Antico e la Vedovella. La parte straordinaria del recupero di queste uve riguarda la persona che le salvò dall'estinzione, quel Giuseppe D’Amico che da ragazzino scampò miracolosamente alle mitragliate dei soldati tedeschi nel ‘44.

I vini del progetto vinicolo Pretalucente
Molto interessante il Nero Antico spumantizzato col metodo ancestrale che ha accompagnato il “moretum”, ricetta degli antichi Romani a base di formaggio ed erbe aromatiche: sentori fruttati rari che evocano i quasi mille metri di altitudine dei vigneti da cui proviene l’uva. La Vedovella è invece un ecotipo di Sangiovese che si presenta di un rosso molto scarico nella versione spumante ancestrale. Di entrambi i vini abbiamo assaggiato anche le versioni ferme.
Artigianato, dolci e borghi arroccati
Percorrendo l’ennesima strada tortuosa con direzione Guardiagrele ci ha colto l'idea di sciogliere le riserve sull'origine del nome Abruzzo, nonostante l’ipotesi “abruptus” (scosceso in latino) non sia la più accreditata. Giunti a destinazione, ecco due tappe obbligate: in pasticceria per l’assaggio della “sisa della monaca” e in oreficeria per assistere alla lavorazione della tradizionale Presentosa.

Il B&B Casa Milà
L’ultima destinazione della giornata è stata Pretoro, bellissimo borgo con meno di mille abitanti e arroccato a più di 600 metri su una parete della Maiella. Dal terrazzo della piazza in cui ha sede il B&B Casa Milà si gode un panorama unico e la brezza è fresca anche d’estate. Nell’area faunistica del lupo di Pretoro si possono fare esperienze notturne di osservazione degli animali. I più fortunati potranno scorgere il lupo appenninico, a noi sono toccati in sorte cervi e volpi.
Via Roma, 10, 66010 Pretoro (Ch)
Terra cruda, vino cotto
Casalincontrada è stata la penultima tappa del tour in occasione della Festa della Terra, che da 28 anni rende omaggio alle case di terra cruda dell’800 tipiche del territorio e di altri Paesi nel mondo (Marocco, Spagna, Cile). La regione italiana col maggior numero di case in terra è la Sardegna ma alcune si trovano ancora in questo Comune del chietino. Per degustare il tipico vino cotto abruzzese - un motto del passato recitava “terra cruda, vino cotto” - ci siamo trasferiti nella vicina Roccamontepiano nel Centro di Produzione Del Vino Cotto d’Abruzzo, dove confluiscono le uve di Montepulciano dei produttori locali.

Botti per il vino cotto d'Abruzzo
Dalla pigiatura si estrae il mosto fiore che viene in parte trasferito in una caldaia d’acciaio col fondo e le pareti riscaldati a vapore. La cottura concentra il mosto cotto fino alla consistenza ideale - simile alla marmellata, per intenderci - che successivamente viene riaggregato al mosto fiore per una lenta fermentazione. Alla fine del processo il vino cotto è trasferito in botti di legno per una maturazione che dura anni, nel rispetto del Disciplinare di produzione.