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domenica 07 dicembre 2025  | aggiornato alle 18:12 | 116192 articoli pubblicati

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

Un’esperienza di fine dining a Milano che unisce misura e profondità: piatti costruiti su equilibrio, materia e memoria, in un ambiente dove eleganza e calore convivono senza ostentazione, come in una vera alchimia

 
01 novembre 2025 | 08:30

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

Un’esperienza di fine dining a Milano che unisce misura e profondità: piatti costruiti su equilibrio, materia e memoria, in un ambiente dove eleganza e calore convivono senza ostentazione, come in una vera alchimia

01 novembre 2025 | 08:30
 

Incontrarsi per conoscersi, o per mettersi alla prova: forse così può nascere “L’Alchimia”. E se un ristorante decide di adottare una simile etichetta, è probabile che le ambizioni non manchino: l’alchimia non è cosa di tutti i giorni. Aperto a Milano nel 2018, in zona Tricolore, “L’Alchimia” nasce dall’idea di unire la cucina d’autore alla vera ospitalità all’italiana. Alla base l’eleganza degli spazi, il piacere della buona tavola e una carta dei vini costruita con passione: il cliente-target, alla ricerca di un ristoro di classe, apprezzerà l’idea dell’esperienza integrale, fatta di sapori, emozioni e cura per l’ospite.

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

L'esterno del ristorante L’Alchimia di Milano

L’eleganza della sala e la visione di Alberto Tasinato

Lineare, ma non facile: per ottenere tutto ciò vediamo quali ingredienti siano necessari, a cominciare dal curriculum del fondatore e maitre, Alberto Tasinato. Dopo una formazione alberghiera e importanti esperienze fra Sardegna, Londra, Trussardi alla Scala, Il Pellicano e il Mandarin Oriental, Alberto ha ormai alle spalle un percorso di rigore e sensibilità, eleganza e calore umano.

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

Il fondatore e maitre Alberto Tasinato

Con una carriera segnata dalla collaborazione con maestri come Antonio Guida e Andrea Berton, si è impegnato a trasformare la sala in un luogo di alchimie, dove il servizio è attento ma discreto, e l’ospite sempre al centro.

Giuseppe Postorino, lo chef “poeta ai fornelli”

In tutto questo, il co-protagonista è lo chef: Giuseppe Postorino, con radici calabresi ma diplomato all’alberghiero del Collegio Ballerini di Seregno. Grazie al suo mentore Alberico Penati, inizia il percorso professionale con un’esperienza internazionale al Rocco Forte Hotel di Bruxelles.

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

Lo chef Giuseppe Postorino

In seguito, rientra in Italia per lavorare nelle cucine di Gualtiero Marchesi all'Albereta Relais & Château, per poi fermarsi sette anni al Magna Pars Suites Milano, prima come sous chef e poi come executive chef. Giuseppe approda nel 2019 a L’Alchimia, ottiene il riconoscimento della stella Michelin nel 2020, e poi una serie di premi e gratificazioni da parte dei migliori esponenti della critica enogastronomica.

Una cucina tra tradizione e contemporaneità

Ed eccoci al menu, finalmente, o almeno nei pressi: la cucina di Giuseppe Postorino è un incontro armonioso tra tradizione italiana e contemporaneità, dove la tecnica si unisce alla fantasia. Lo chef propone un percorso che alterna ricette classiche rivisitate e creazioni originali, sempre costruite su materie prime di alta qualità, selezionate con rigore e nel pieno rispetto della stagionalità e del territorio.

Fine dining senza pose: dentro la cucina sincera de L’Alchimia

La sala del ristorante L'Alchimia di Milano

Le sue origini calabresi emergono in tocchi mediterranei che donano calore e identità ai piatti, mantenendo uno stileconfortevolee autentico. La sua impostazione è chiara: emozionare senza eccessi, con una cucina allegra, diretta e immediata, capace di parlare al cuore prima ancora che al palato. Considerato unpoeta ai fornelli“, Postorino trasforma ingredienti semplici in esperienze da ricordare.

Un percorso di gusto tra equilibrio e sostanza

A noi è toccato cimentarci col baccalà fondente con spuma di patate e uova di salmone, in cui la sapidità delle uova era un pochino al di là della linea rossa, ma la consistenza del pesce davvero godereccia; lo Champagne in abbinamento, Lallier Rosé Brut, un magnifico compromesso fra qualità e prezzo, con un’aromaticità fruttata da Pinot Nero degna di attenzione. A seguire, un risotto Milano-Tokyo con zafferano, anguilla e salsa teriyaki, molto ben bilanciato grazie all’umami della teriyaki che si legava alla sapidità dell’anguilla: non il solito pesce grasso, intenso e quasi invadente, ma un’ottima interpretazione in chiave schiettamente postoriniana. Da non perdere il bicchiere accostato al risotto: ghiaccio e vermouth torineseL’Alchimia”, creato in esclusiva per il ristorante.

Buona anche la spigola alla mugnaia con salsa al Franciacorta, erba cipollina e olio all’aneto; una sosta nel classico, per così dire, niente voli pindarici o fuochi d’artificio, tanta sostanza. Abbiamo lasciato per ultimi i Tajarin 36 tuorli con ragù di cortile e lime non perché siano arrivati come dessert, ma per metterne in evidenza l’autorevolezza: si può essere prestigiosi e allo stesso tempo semplici, entusiasmanti e tuttavia rassicuranti, dato che il mix di cubetti di faraona, coniglio, anatra e altro ancora risultava esemplare per buon gusto e simpatia. Che si può adottare come sottotitolo del brandAlchimia“, se non si temono gli accostamenti audaci: la raffinatezza non dev’essere per forza scostante. Può vestirsi invece di buon gusto e simpatia, per riprodurre di volta in volta formule alchemiche adatte alla maggioranza dei buongustai.

Viale Premuda 34 20129 Milano
Tel +39 02 8287 0704
Lun-Dom 12:00-14:30, 19:30-23:00

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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