Quando si pensa alla Brianza, la mente corre facilmente alla frenesia e alla laboriosità. Eppure a Lesmo (Mb), in una villa d’epoca del Novecento, da circa un anno c’è un ristorante in cui i ritmi rallentano, le luci si abbassano - nonostante gli splendidi lampadari - e l’atmosfera, accompagnata da musica soffusa, si fa intima. Le condizioni ideali per gustare una cucina di pesce - tratto distintivo, ma non esclusivo - di Lait A.Mare.

Lait A.Mare: la villa
Lait A.Mare, la cucina
Alla guida del locale c’è la famiglia Perego, nome storico della ristorazione brianzola. Alessandro Perego, patron e chef, insieme alla moglie Federica Sala, ha dato vita a un progetto costruito con passione e attenzione al dettaglio. La filosofia di Alessandro Perego si fonda su un principio chiaro: mantenere viva la tradizione gastronomica, reinterpretandola con equilibrio: «Vogliamo offrire una cucina diretta, leggibile, che sappia emozionare senza complicazioni inutili», spiega Perego.

Lait A.Mare: i titolari Alessandro Perego e Federica Sala
L’executive chef Emilio Solano, a Lesmo da aprile, aggiunge: «Mi piace guardare alle cucine orientali, ma lo faccio soprattutto per la ricerca della materia prima e per la massima qualità degli ingredienti. È un modo di lavorare che mette al centro il rispetto del prodotto e l’uso di tecniche interessanti, capaci di valorizzarlo senza snaturarlo».

Lait A.Mare: lo chef Emilio Solano
«Ogni tanto - dice ancora - mi piace contaminare qualche piatto con elementi nuovi, ma sempre con grande rispetto. Anche nei piatti più creativi o nei “capricci di mare”, l’obiettivo è offrire una qualità altissima e una cucina pulita, che rispetti l’essenza della materia prima. Ci teniamo molto ad avere in carta sia piatti più tradizionali, per far capire come trattiamo il prodotto, sia piatti più contemporanei, per raccontare la parte più creativa della nostra cucina. È il modo migliore per far percepire il livello delle materie prime che utilizziamo».

Lait A.Mare: Spaghetto, crema al burro di plancton, cruditè di cicala di mare
Lait A.Mare, in equilibrio tra gusto e leggerezza
La scelta del nome “Lait” nasce dall’idea di leggerezza - non solo nel piatto, ma anche nell’esperienza complessiva. «Volevamo creare un luogo dove l’ospite si sentisse accolto come a casa, in un ambiente rilassato e accogliente», sottolinea Federica Sala. L’atmosfera del locale riflette questa visione: spazi luminosi, tonalità calde e un servizio discreto ma attento e vivace al punto giusto contribuiscono a creare un senso di equilibrio tra comfort e raffinatezza.

Lait A.Mare: la sala
Lait A.Mare, come si mangia
Dopo il benvenuto dello chef, attento anche ad eventuali intolleranze alimentari, dal “Profondo Blu” arriva il morone, cotto a bassa temperatura e accompagnato da Tapenade di pane alle erbe spontanee, accompagnato dal suo fumetto di lisca.

Lait A.Mare: Dal profondo blu: il morone
Un piatto dal sapore avvolgente, delicato ma con una sua personalità in cui il fumetto e la tapenade hanno sapori decisi che però non coprono, ma accompagnano il morone in una portata soffusa che ben si intona con l’atmosfera della sala. Nel calice la sapidità del Masso Bianco della cantina Mantellassi si è rivelata una scelta azzeccata.

Lait A.Mare: Polpo di fulmine
Al secondo antipasto arriva un “Polpo di fulmine”, un simpatico gioco di parole che però ben rappresenta il piatto, dove al polpo scottato si accompagnano chorizo saltato, capperi e datterino confit, maionese al plancton e cipolla gentile in agrodolce.

Lait A.Mare: Capricci di mare al vapore
Una portata esuberante, dove la maionese al plancton va a smorzare la personalità del chorizo senza mortificarla e dove il Langhe Bianco di Roagna (annata 2022) fa eccome la sua parte per valorizzare tutto l’insieme allungando la persistenza.

Lait A.Mare: Il raviolo di calamaro alla Dalì
Se con i “Capricci di mare” (scampo, gambero, canocchia, ostrica, cozze, vongole, calamari, polpo, seppia, ricciola, vinaigrette, zest di limone candito) la materia prima emerge in tutta la sua qualità (e bontà), il “Raviolo di calamaro alla Dalì” (velo di calamaro, caprino di Montevecchia, datterini al forno, crema di alici del cantabrico, stick al nero) si rivela sorprendente nel suo gioco di contrasti. Ad accompagnare le portate Riesling Pacher Hof 2022.

Lait A.Mare: Il bottone di Amare
Il “Bottone di Amare” con ripieno di pesci di scoglio, ristretto di Caciucco e Gambero rosso di Mazara si rivela un gustoso gioco di equilibri e sapori, dove il tocco acido dà una nuova spinta all’insieme, con il ripieno maggiormente delicato che dialoga perfettamente con il ristretto di Caciucco. Nel calice, il Catarratto 2020 di Valle della Luna.

Lait A.Mare: La ventresca
A chiudere il percorso - prima del dessert - la Ventresca: saku otoro di tonno rosso japan grade, scottata al carbone, sua riduzione, pak choi stufato, daikon marinato, maionese al miso. Qui la contaminazione orientale è evidente e ancora una volta i contrasti portano ad un piatto equilibrato e gustoso, esaltato da Mason, Pinot Nero di Manincor.

Lait A.Mare: Mela in trasparenza
Doppia proposta per il finale che gioca sulle diverse consistenze rimanendo una chiusura ben più che piacevole: “Mela in trasparenza” (aspic di mela e vaniglia, crema e polvere di mela, spuma alla vaniglia, jablè, olio alla vaniglia) e il Panettone farcito con albicocche del Vesuvio e mandorle di Noto, entrambi accompagnati dal Ben Ryé di Donnafugata.
Piazza Roma 1 20855 Lesmo (Mb)