È aperta al pubblico dal 1980. Anzi, era il 1978 quando la Nonna dell'attuale titolare, Calogero Morgano (Nonna scritto volutamente con la “N” maiuscola, a indicare l'essenza stessa della sua cucina!), con accanto il Nonno, aprì la Trattoria “La Carrubba”. Una scintilla, un lampo di gusto e di volontà gastronomica, che si è subito concretizzata, dolcemente adagiata sulle colline che guardano il Mar Tirreno e abbracciano Sant'Agata di Militello, nel Messinese, e che fungono da porte per l'affascinante territorio dei Nebrodi. Esattamente, siamo in Contrada San Leo e già allora l'obiettivo fu quello di valorizzare il territorio attraverso le sue genuine, spontanee, autentiche e sincere materie prime.
La sala della Trattoria La Carrubba
La Carrubba e la cucina siciliana
Ancora oggi l'obiettivo non è cambiato. È tutto più social, certamente, forse anche più immediato, più veloce, ma quella genuinità, quella autenticità e quell'amore per la propria terra sono rimasti intatti. Merito anche di Calogero Morgano, appunto nipote dei protagonisti del racconto, imprenditore della ristorazione, brillante e coraggioso, oltre che amante dei vini, mentre in cucina continua a esserci orgogliosamente una figura volitiva e legata fortemente a quelle tradizioni: la zia di Calogero, la chef Rosalia Pruiti, gelosissima dei suoi fornelli, come della sua privacy. Anche Calogero ha grande volontà nel portare avanti il messaggio de “La Carrubba”, tanto che da anni ormai, dopo avere avviato una elegante ristrutturazione del locale in chiave moderna, ha contribuito a rafforzare la trattoria come punto di riferimento per la cucina siciliana, non solo messinese. La sua clientela, infatti, è formata da siciliani di tutte le province, che macinano chilometri non solo nei giorni di festa e rossi di calendario, ma anche di settimana, pur di assaggiare le ricette della zia. Oltre, ovviamente, a diversi turisti che si spingono alla scoperta dei Nebrodi, passando per questo piccolo tempio gastronomico della tradizione, ma con una lettura di piatti e ricette più contemporanea.
Cosa si mangia da La Carrubba
Gradevole occasione della nostra visita gastronomica, l'appuntamento di qualche sera fa con l'evento “I Nebrodi e i vini marchigiani”. Già la proposta era allettante e l'invito di quelli che non si possono rifiutare, soprattutto se si considera che i vini in questione erano quelli della Cantina Velenosi, che stanno contribuendo in modo egregio a rafforzare l'immagine delle Marche come importante regione vitivinicola italiana. Personale di sala giovane e accogliente, sorriso sempre a portata di sguardo e piatti serviti in modo armonioso e veloce. L'apertura dei brindisi di benvenuto è stato affidato alle bollicine di The Rose Brut: eleganza al naso e al palato, vista impreziosita dall'aperitivo delle colline marchigiane, mentre al piatto arrivava il benvenuto della casa, Crema di robiola girgentana affumicata, pane raffermo aromatizzato al limone, battuta di carne di scottona modicana da allevamento “La Paesanella”. Un abbinamento elegante ed equilibrato, che ha dato il via al percorso della serata. Molti sono i presidi Slow Food utilizzati in questa cucina, così come molto stretti sono i rapporti con gli allevatori, i coltivatori e i produttori locali.
Il benvenuto della casa di Trattoria La Carrubba
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La Parmigiana di Trattoria La Carrubba
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Maccheroni al sugo di maialino nero di Trattoria La Carrubba
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Broccoletti di San Martino di Trattoria La Carrubba
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Bracioline, porcini e patate di Trattoria La Carrubba
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Carpaccio di Scottona di Trattoria La Carrubba
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Intrigante il secondo accostamento, dedicato all'antipasto. Uno sposalizio gastronomico più che positivo. Le portate sono iniziate con Carpaccio di scottona con tartufo dei Nebrodi e mandarino fresco; sono proseguite con la Parmigiana dei Nebrodi (“storica”, poiché realizzata la prima volta dalla Nonna), con melanzane appena soffritte e poi cotte invece al forno, con dentro Parmigiano Reggiano di stagionatura 34 mesi; e si sono concluse con Broccoletti di San Martino, piatto tipico del periodo, con cotenna e salsiccia, purea di patate dell'Etna e broccoletti ripassati. A baciare le pietanze è stato un morbido e vellutato Querciantica Lacrima di Morro Doc Superiore, di sublime eleganza al naso, con richiami alla ciliegia, a note floreali, a petali di rosa rossa. In bocca, apprezzabile la morbidezza unita a sensazioni vellutate, adagiate su una lunga persistenza. Questo vino è prodotto su un terreno argilloso, da Lacrima di Morro d'Alba in purezza.
La cantina di La Carrubba
A rappresentare la cantina, per conto della titolare Angiolina Piotti Velenosi, è stato Pasqualino Fiasconaro, sommelier e referente di zona, che ha illustrato vino per vino, spiegando con Calogero il perché di ciascun abbinamento. Molto ricca è la cantina de “La Carrubba”, con oltre 350 referenze, tutte personalmente scelte e selezionate con cura dal titolare.
I vini di Trattoria La Carrubba
Esplosione della tradizione, poi, con il primo piatto: Maccheroni al sugo di maialino nero “La Paesanella” cu suttasupra, a cui è stato abbinato un Ninfa Marche Igt Rosso. Tutto il sapore contadino e montanaro riversato nel piatto, esaltato da questo rosso brillante e di carattere, che richiamava ogni sorso. Un vino nato nel 2019 dalla volontà di creare un “Super Marche”, che si richiamasse già dal nome alle divinità dei boschi, mentre il suo fascino deriva anche dallo sposalizio di 4 vitigni: Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Montepulciano.
Inno alla tradizione di La Carrubba
Che dovesse essere una festa della tradizione, lo si è capito anche dal secondo: Bracioline di maialino con Maiorchino, o ancora meglio: Crema di porcini sopra capicollo di suino nero, con maiorchino, pistacchio, arancia grattugiata, patate e porcini al forno; una portata sincera e sublime, annaffiata con Ludi Offida Doc, una “sfida verso l'eccellenza vitivinicola”, altro rosso in grado di esaltare le preparazioni di questo tipo di cucina siciliana. Insomma, un matrimonio ben organizzato, che ha dimostrato la forza e la longevità di queste due eccellenze italiane: la cucina dell'isola e i vini marchigiani. Il tutto confermato anche dalla chiusura ad arte della cena: una interessante degustazione di Maiorchino presidio Slow Food dell'Azienda Agricola Isgrò, servito con confettura di mango santagatese e i classici biscotti della nonna, a cui è stato abbinato un Visciole Rosso.
Contrada San Leo 98076 Sant’Agata di Militello (Messina)
Lunedì - Domenica: Pranzo 12:00 - 14:00 | Cena 19:30 - 00:00