Obbligo di origine in etichetta Anche l’Ue verso l’approvazione

23 agosto 2017 | 18:31
Sulla sicurezza alimentare l’Italia fa scuola e sembra aver convinto anche l’Unione europea ad adottare norme che informino il consumatore circa l’origine dei prodotti che acquista. Secondo quanto riporta l’Ansa infatti le norme di attuazione sull'etichettatura di origine degli alimenti saranno adottate "prima della fine del 2017" dalla Commissione europea.



Questo vorrebbe dire che l’Italia vincerebbe il braccio di ferro con Bruxelles chiudendo il dibattito sulle etichette dei prodotti. Non ricevendo adeguato supporto dall’Ue l’Italia si era mossa in autonomia pubblicando in Gazzetta Ufficiale dei decreti su riso e grano per la pasta avvicinando sempre di più il momento in cui sarà obbligatorio indicare l’origine.

Decreti che tuttavia decadranno in caso di piena attuazione dell'articolo 26, cioè con l'adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione. Cosa che dovrebbe quindi accadere nei prossimi mesi. Intanto, a quanto si è appreso, i servizi dell'Esecutivo Ue «stanno raccogliendo informazioni dalle autorità italiane in merito all'adozione della legislazione nazionale in questione. Una volta acquisite tutte le informazioni, la Commissione potrà decidere sui prossimi passi».

«Noi - ha detto il Ministro Maurizio Martina - siamo pronti a confrontarci con la commissione come già a Bruxelles sanno. Ma, sia detto con rispetto, ad essere problematica è la mancata scelta europea di procedere in tempi ragionevoli alla piena attuazione del regolamento 1169 proprio in materia di etichettatura». «Da troppo tempo, infatti - prosegue Martina - Bruxelles non sceglie e non decide su questo punto strategico. Noi rispettiamo le scelte europee e siamo pronti a dare un contributo utile, ma non abbiamo alcuna intenzione di fermarci ad aspettare ancora. Da febbraio sperimenteremo l'origine in etichetta per grano e riso così come abbiamo fatto per il latte. Quando abbiamo preso questa scelta naturalmente abbiamo valutato tutte le conseguenze, compresa la discussione aperta in sede comunitaria».

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Alberto Lupini


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