Italia e Marocco vogliono rendere omaggio alla Dieta mediterranea istituendo una giornata mondiale dedicata a questo straordinario patrimonio culturale e alimentare. L'iniziativa è stata al centro di una conferenza organizzata dalle rappresentanze permanenti dei due Paesi alle Nazioni unite a New York, dove si è discusso del ruolo della Dieta mediterranea come strumento chiave per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile previste dall'Agenda 2030.
La proposta, fanno sapere i due Paesi, non è solo un tributo a un modello alimentare salutare e sostenibile, ma un'occasione per promuovere una filosofia di vita che valorizza tradizioni, biodiversità e cultura. A rappresentare l'Italia, Pollica, una piccola cittadina del Cilento, simbolo della Dieta mediterranea (è stata la dimora di Ancel Keys, lo scienziato statunitense che per primo dimostrò i suoi benefici negli anni '50), che si candida a diventare “Città creativa della gastronomia” dell'Unesco.
La Dieta mediterranea: un patrimonio di salute e cultura
La Dieta mediterranea, ricordiamo, non è semplicemente un regime alimentare, ma, appunto, un insieme di pratiche, tradizioni e valori che hanno radici profonde nelle culture dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Riconosciuta dall'Unesco nel 2010 come patrimonio culturale immateriale, abbraccia un modo di vivere che combina alimentazione equilibrata, convivialità e rispetto per il territorio.
Un modello che si basa su una piramide alimentare che privilegia alimenti di origine vegetale come cereali integrali, legumi, frutta, verdura e olio extravergine di oliva, con un consumo moderato di proteine animali, prevalentemente pesce, e latticini. Le erbe aromatiche e le spezie sostituiscono spesso il sale, garantendo sapori ricchi e complessi. Il vino, consumato con moderazione durante i pasti, rappresenta un altro elemento caratterizzante, simbolo di convivialità e socialità.
L'adozione di questo stile alimentare, oltre a rappresentare un'espressione della biodiversità e delle tradizioni culinarie locali, si traduce in benefici tangibili per la salute. Numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato come la Dieta mediterranea sia in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di tumore, migliorando al contempo la qualità della vita.
Tuttavia, ricordiamo, secondo l'Istituto superiore di Sanità, solo il 5% degli italiani adotta pienamente questo modello alimentare, mentre l'83,3% lo segue solo in parte. Ancora più preoccupante è che appena il 4% considera la sostenibilità nelle proprie scelte alimentari. Un calo di attenzione che riguarda soprattutto le nuove generazioni, sempre più lontane dalla tradizione mediterranea.
Sostenibilità e sviluppo: una dieta per il pianeta
Inoltre, la Dieta mediterranea non è solo salutare, ma anche sostenibile. L'uso prevalente di alimenti di origine vegetale comporta un minore impatto ambientale rispetto ai regimi alimentari ad alto consumo di carne. In più, promuove anche un modello agricolo basato sulla stagionalità, la rotazione delle colture e la riduzione degli sprechi alimentari. Principi che si allineano perfettamente con gli "Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030", che includono la lotta contro la fame, il miglioramento della salute globale e la tutela dell'ambiente.
Insomma, l'idea di dedicare una giornata mondiale alla Dieta mediterranea nasce dalla volontà di accendere i riflettori su un patrimonio che appartiene all'umanità intera. Un'occasione per educare i giovani (ma non solo), promuovere la ricerca scientifica e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di adottare uno stile di vita sano e sostenibile. Un progetto che, partendo da tavola, guarda al futuro del mondo intero.
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Alberto Lupini
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