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Elle & Vire
Molino Paolo Mariani
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Fallita Ki Group Holding, un'altra ex società della ministra Santanchè

La società, sommersa da debiti erariali e previdenziali per 1,4 milioni e senza mai aver presentato un piano di salvataggio, è finita in liquidazione giudiziale su istanza della Procura e dell'Agenzia delle Entrate

 
05 giugno 2025 | 15:28

Fallita Ki Group Holding, un'altra ex società della ministra Santanchè

La società, sommersa da debiti erariali e previdenziali per 1,4 milioni e senza mai aver presentato un piano di salvataggio, è finita in liquidazione giudiziale su istanza della Procura e dell'Agenzia delle Entrate

05 giugno 2025 | 15:28
 

Il Tribunale di Milano ha dichiarato la liquidazione giudiziale per Ki Group Holding, un altro tassello che si aggiunge alla lunga sequenza di crac che coinvolge le società riconducibili, direttamente o indirettamente, alla ministra del Turismo Daniela Santanchè e all'ex compagno Giovanni Canio Mazzaro. La richiesta era stata avanzata dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi, già titolari di altri procedimenti legati alle ex realtà societarie della senatrice di Fratelli d'Italia, come Visibilia. Santanchè, ricordiamo, è già indagata per bancarotta per il fallimento di Ki Group, e l'ennesimo crollo, dopo quello di Bioera e ora della holding, potrebbe complicare ulteriormente il suo quadro giudiziario.

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Milano, dichiarata fallita Ki Group Holding: altra ex società della Santanchè

Una serie di fallimenti per la ministra Daniele Santanchè

Dopo l'udienza del 29 maggio, era apparso chiaro che si sarebbe giunti al fallimento, come già accaduto per Ki Group nel gennaio 2024 e per Bioera nel dicembre scorso. Una serie di fallimenti che rischiano di alimentare nuove grane giudiziarie per la ministra, già sotto processo per falso in bilancio e a rischio di un ulteriore rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dell'Inps in due filoni dell'inchiesta Visibilia. I legali della holding si erano rimessi alla decisione del tribunale dopo che era stata fissata un'udienza per discutere «l'inammissibilità della domanda di accesso» al concordato in bianco e l'istanza per l'apertura della procedura fallimentare.

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Quasi sei mesi fa, la spa aveva chiesto un concordato e misure protettive, assicurando che entro 60 giorni avrebbe presentato unpiano di salvataggio”. Ma ciò non è mai avvenuto. Non sono stati presentati né la proposta, né il piano di concordato, né il ricorso per omologa dell'accordo di ristrutturazione o qualsiasi altro strumento di regolazione della crisi. Tra i maggiori creditori di Ki Group Holding compaiono il fallimento di Bionature, società alimentare un tempo parte di Bioera, e quello di Penta Trasporti. Per la Santanchè, una precedente imputazione per bancarotta era stata archiviata su richiesta della Procura nella prima tranche dell'inchiesta su Visibilia, poiché Visibilia Editore era stata salvata dal crac ed era passata in amministrazione giudiziaria, su decisione del Tribunale civile.

Ki Group Holding, la sentenza: debiti erariali e previdenziali per 1,4 milioni

Secondo la sentenza - firmata dai giudici della Sezione seconda civile e crisi d'impresa, Laura De Simone (presidente), Luisa Vasile e Francesco Pipicelli - e depositata giovedì 5 giugno, la società presenta ingenti “debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro” risalenti “da ottobre 2020”, un “patrimonio netto negativo” al 28 febbraio scorso superiore a 6,5 milioni di euro, la “mancata soluzione alternativa della crisi e dell'insolvenza, stante il mancato deposito dell'accordo di ristrutturazione dei debiti” e uno “stato di definitiva incapacità dell'impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”. Il fallimento è stato chiesto sia dalla Procura di Milano, guidata da Marcello Viola e dal pool coordinato dall'aggiunto Roberto Pellicano, sia dall'Agenzia delle Entrate, che ha evidenziato debiti della holding per oltre 400mila euro ed “esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati”. Come curatore fallimentare è stato nominato Marco Garegnani, che dovrà redigere una relazione da depositare anche presso la Procura.

Accusata di diffamazione da socio Visibilia, Santanchè a processo

Sempre giovedì 5, il tribunale monocratico di Roma, nell'ambito di un'udienza predibattimentale, ha disposto il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, con l'accusa di diffamazione nei confronti di Giuseppe Zeno, socio di minoranza di Visibilia Editore. Il processo è stato fissato per il prossimo 16 settembre: il giudice ha respinto la richiesta della difesa, che aveva sollecitato il non luogo a procedere o, in subordine, la trasmissione degli atti ai pm di Milano, dove è in corso un altro procedimento tra le stesse parti. Il procedimento nasce da alcune dichiarazioni rese dalla senatrice durante un'informativa in Senato, il 5 luglio 2023, in merito all'indagine che coinvolge la società. Secondo il capo d'imputazione, le parole pronunciate da Santanchè integrerebbero il reato di diffamazione.

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Rivolgendosi a Zeno, la ministra aveva dichiarato: «...una sorta di finanziere che è partito molti anni addietro da Torre del Greco, si è trasferito prima a Londra, poi in Svizzera e successivamente a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas...». E poi: Zeno «fa riferimento a inverosimili e oscure mie manovre solo dopo - lo vorrei dire chiaro - aver inutilmente tentato di costringermi ad accordi per me inaccettabili. Questo, però, è un tema a parte su cui purtroppo non posso aggiungere altro, perché sarà oggetto di apposita inchiesta giudiziaria che chiarirà, anche grazie a registrazioni vocali, le finalità che hanno ispirato chi ha attivato tutto ciò e quando poi un socio di minoranza, residente nelle Bahamas, ha avanzato proposte per noi irricevibili, lo abbiamo contestualmente diffidato tramite uno studio legale». La parte civile, presente in aula, ha espresso soddisfazione per la decisione del giudice. «Il tribunale ha riconosciuto - ha affermato Zeno, assistito dall'avvocato Antonio Piantadosi - che le parole espresse da Santanchè avevano contenuto lesivo nei miei confronti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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