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Bimba di un anno intossicata da formaggio a latte crudo: è un altro caso in Trentino

Una bimba di Cortina (Bl) è stata ricoverata per Seu dopo aver mangiato formaggio a latte crudo contaminato da Stec a Moena (Tn). E non è la prima volta che accade un caso del genere in Trentino...

 
27 novembre 2024 | 12:19

Bimba di un anno intossicata da formaggio a latte crudo: è un altro caso in Trentino

Una bimba di Cortina (Bl) è stata ricoverata per Seu dopo aver mangiato formaggio a latte crudo contaminato da Stec a Moena (Tn). E non è la prima volta che accade un caso del genere in Trentino...

27 novembre 2024 | 12:19
 

Una bimba di un anno di Cortina d'Ampezzo (Bl) è stata ricoverata in ospedale a seguito di un'intossicazione causata dal consumo del formaggio «Saporito della Val di Fassa», prodotto dal caseificio sociale di Predazzo e Moena (Tn). Il prodotto, risultato contaminato da Escherichia Coli produttore di ShigaToxin (Stec), è stato ritirato dal mercato su tutto il territorio nazionale. Dopo un aggravamento delle sue condizioni, la piccola, inizialmente trattata a San Candido e Brunico, è stata trasferita all'ospedale di Padova, dove è migliorata rapidamente ed è stata dimessa.

Bimba di un anno intossicata da formaggio a latte crudo: è un altro caso in Trentino

Bimba di Cortina intossicata da formaggio a latte crudo a Moena (Tn)

Bimba intossicata da formaggio a latte crudo: ricovero e lotto ritirato in tutta Italia

Il caso è stato segnalato dall'ospedale di Bolzano al Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss Dolomiti, dove i medici hanno diagnosticato una Sindrome emolitico uremica (Seu), una complicazione legata a infezioni intestinali alimentari che comporta gravi danni a livello renale e ematologico. Le condizioni della bambina, inizialmente peggiorate, hanno richiesto l'intervento degli specialisti in nefrologia pediatrica a Padova.

Le analisi microbiologiche condotte dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno confermato la presenza del batterio Stec in un campione del formaggio incriminato. A seguito di queste evidenze, le autorità sanitarie hanno disposto il ritiro immediato del «Saporito della Val di Fassa». Il sindaco di Predazzo, Paolo Boninsegna, ha dichiarato: «Vanno appurate le cause per capire se il formaggio viene effettivamente dal caseificio. Quando si parla di salute pubblica va posta la massima attenzione. Seguirò la vicenda».

I precedenti e le polemiche

Non è la prima volta che un episodio simile si verifica in Trentino. Nel 2017, un bambino di 4 anni fu ridotto in stato vegetativo a causa della Seu contratta dopo il consumo di un formaggio prodotto con latte crudo. Ancora nell'estate del 2023, un'altra bambina di due anni e mezzo si era gravemente ammalata per lo stesso motivo dopo una visita a una malga. A tal proposito, Giovanni Battista Maestri, padre del bimbo colpito dalla malattia sette anni fa, ha espresso il suo sdegno: «Non è possibile che in Trentino si continui con questi casi. Fortunatamente sembra che la bambina stia bene. Non è accettabile che dai caseifici esca ancora formaggio da latte crudo con Escherichia Coli. O le analisi non hanno senso o qualcuno mente. Questa volta è andata bene, ma non si scherza con la salute dei bambini».

Perché i bambini non devono mangiare formaggio a latte crudo?

L'episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza alimentare e, per questo, il prossimo 10 dicembre, i genitori di bambini vittime di Seu parteciperanno alla presentazione di una proposta di legge alla Camera dei Deputati, volta a etichettare i formaggi a latte crudo come pericolosi e a vietarne il consumo ai bambini sotto i dieci anni. Infatti, ricordiamo, i formaggi prodotti con latte crudo non pastorizzato possono contenere batteri potenzialmente patogeni come lo Stec, che possono provocare gravi infezioni intestinali, in alcuni casi complicate da patologie severe come la Seu. Gli adulti, grazie a un sistema immunitario più sviluppato, sono generalmente meno esposti ai rischi. Ma nei bambini, il sistema immunitario immaturo li rende particolarmente vulnerabili a queste tossinfezioni. Perciò è essenziale evitare di somministrare loro prodotti non pastorizzati.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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