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Per il settore alimentare il cambiamento è alle porte. Ma in quale direzione?

In un futuro segnato dalle conseguenze del Covid cambiano priorità e abitudini. La ristorazione potrà essere protagonista di una nuova cultura alimentare se saprà cogliere le opportunità delle nuove prospettive. Il 69% delle persone che durante i lockdown si erano trasformate in smart worker vuole sperimentare nuovi equilibri

di Massimo A. Giubilesi
Founder & Ceo Giubilesi & Associati, Chairman FCSI Italian Unit
09 dicembre 2021 | 05:00
La pandemia ha portato a nuovi trend alimentari
La pandemia ha portato a nuovi trend alimentari

Per il settore alimentare il cambiamento è alle porte. Ma in quale direzione?

In un futuro segnato dalle conseguenze del Covid cambiano priorità e abitudini. La ristorazione potrà essere protagonista di una nuova cultura alimentare se saprà cogliere le opportunità delle nuove prospettive. Il 69% delle persone che durante i lockdown si erano trasformate in smart worker vuole sperimentare nuovi equilibri

di Massimo A. Giubilesi
Founder & Ceo Giubilesi & Associati, Chairman FCSI Italian Unit
09 dicembre 2021 | 05:00
 

Dalla recentissima edizione di settembre 2021 del “Rapporto Coop 2021 - Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione nazionale Cooperative di consumatori) con la collaborazione scientifica di Nomisma, emergono dati interessantissimi riguardo al nostro prossimo futuro che sarà indubbiamente fortemente segnato dalle conseguenze della pandemia. La nuova realtà post Covid, secondo il rapporto, vede gli italiani uscire piano, ma con fiducia, dalla “bolla” che li ha imprigionati dall’inizio dello scorso anno, dando finalmente nuova forma al loro futuro, accelerando i cambiamenti, scegliendo nuove priorità e trasformando le proprie abitudini di vita.

La pandemia ha portato a nuovi trend alimentari

La pandemia ha portato a nuovi trend alimentari

Nuovi equilibri ed abitudini: sostenibilità e salute siedono a tavola

Infatti, il 69% delle persone che durante i lockdown si erano trasformate in smart worker (9 milioni di lavoratori) vuole sperimentare i nuovi equilibri tra lavoro e vita privata nati nel periodo del cosiddetto “lavoro ibrido” che prospera come uno stabile trend destinato anche ad allargarsi. Diventa sempre più ibrida anche la mobilità (157 mila e-bike vendute nel primo semestre dell’anno e continuano a crescere le immatricolazioni per auto ibride e elettriche). Contemporaneamente, si riduce anche la forza attrattiva delle grandi metropoli e le città di piccole dimensioni, mentre i borghi diventano i luoghi ideali di residenza per 1 italiano su 3 (sorprende più di tutti quel 67% di giovani che intende rimanere a vivere nei comuni delle aree interne dove attualmente risiede). La digitalizzazione e le relative skills si stanno trasformando in un’abitudine che non presenta più ostacoli per il 65% degli italiani, a partire dall’e-commerce che pur rallentando continua la sua crescita (+18% nel 2021 rispetto al +45% di un anno fa).

Insomma, il mondo sta cambiando radicalmente in alcuni settori e con ritmi mai immaginati prima. Ovviamente tutte queste novità non possono che influenzare anche le abitudini alimentari, che seguono un altro tra i trend trainanti per il futuro: sostenibilità e salute diventano gli ingredienti principali da “mettere a tavola”. Nel Rapporto leggiamo che 1 italiano su 2 ha cambiato le proprie abitudini alimentari, chi indulgendo nel conforto alimentare (sono il 23% coloro che hanno preso peso con una media di + 5,8 kg) e chi approfittandone per una dieta più equilibrata e salutare (15% quelli che hanno perso peso, con una media di -7,1 kg). Se solo il 18% non si riconosce in alcuna cultura alimentare e il 24% fa riferimento solo alla Dieta mediterranea, oltre la metà degli italiani si riconosce anche o esclusivamente in altre identità alimentari (bio, veg, gourmet, iperproteici e low carbs), ma la vera novità del 2021 è la comparsa della nuova tribù dei “climatariani”, ovvero di coloro (1 italiano su 6) che dichiarano di adeguare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.

L'e-commerce e la delivery continuano a crescere

L'e-commerce e la delivery continuano a crescere

Le sfide del futuro

E parlando di ambiente non possiamo non prendere in considerazione i dati di un’altra recente ricerca condotta dall’Onu dalla quale si evince che nel 2050 la popolazione mondiale avrà raggiunto quasi dieci miliardi di persone e 8,6 miliardi solo nel 2030, anno cruciale anche per il raggiungimento degli obiettivi contenuti nell’agenda sullo sviluppo sostenibile con un programma ambizioso sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, accordo poi ampliato e riconfermato solo qualche settimana fa durante la Cop26 a Glasgow. E se da una parte ci sono le persone che possono permettersi di scegliere con cura ed attenzione la propria dieta, dall'altro lato, la Fao conferma che a causa della pandemia (e direi non solo) siamo passati da 811 milioni di persone senza cibo a sufficienza a 820 milioni. Forse è il caso di dire che facciamo progressi, anche in questo senso, ma purtroppo con segno negativo.

La produzione alimentare, messa a dura prova dai cambiamenti climatici, dalla pandemia, dalla carenza di personale e dalla burocrazia export-import, continua a registrare numeri record di spreco di cibo. Dunque, le soluzioni e le prospettive da qui in avanti devono continuare sulla rotta dei cambiamenti radicali che devono riuscire a conciliare le esigenze di tutti, consumatori e operatori della filiera alimentare. Quali saranno le scelte giuste da fare? Sono gli argomenti importanti e difficili da affrontare nell’attuale situazione transitoria dove l’unica certezza chiara rimane l’esigenza di una profonda ristrutturazione del settore che richiederà grandi investimenti di capitale economico ma anche di risorse umane, problematica di non poco conto e di non facile risoluzione a breve-medio termine.

Nonostante i progressi, lo spreco alimentare continua ad aumentare

Nonostante i progressi, lo spreco alimentare continua ad aumentare

Verso una nuova cultura alimentare

L’industria, la distribuzione e l’intero reparto dei servizi nel settore alimentare a sua volta pongono accenti diversi nell'affrontare le nuove sfide dei mercati, in quanto i diversi attori hanno subito danni differenti oppure hanno beneficiato della nuova centralità che ha assunto il cibo durante il lockdown e le nuove prospettive post pandemia. Gli operatori segnalano differenze sui rispettivi livelli di margini e guadagni, con l’industria alimentare che mantiene performance di redditività doppie rispetto alla distribuzione, e la ristorazione collettiva, con le sue ingenti perdite, rimane quella più colpita.

Nello stesso tempo, proprio la ristorazione potrebbe diventare il segmento trainante verso i nuovi modelli di business necessari per superare la crisi, verso una nuova cultura alimentare che saprà bilanciare in maniera giusta le nuove esigenze delle persone. Anche in questo senso i dati del Rapporto Coop 2021 parlano molto chiaro: al centro delle strategie per il 45% dei manager occorre riprogettare i punti vendita, trasformando gli spazi in ambienti multifunzionali e integrando la rete fisica di vendita con quella virtuale, ponendo sempre maggior attenzione alla riqualificazione del personale.

La ristorazione collettiva rimane la più colpita

La ristorazione collettiva rimane la più colpita

Nonostante il boom del 2020 (+121%) l’e-grocery resta tuttavia un segmento relativamente piccolo delle vendite alimentari complessive (poco sopra il 2% del totale Gdo), mentre le nuove forme e modelli di business come le dark kitchen, smart kitchen o simili, insieme alle nuove forme di servizio, come le consegne a domicilio di cibi pronti e/o box alimentari, prenderanno sempre più slancio in risposta alle mutate abitudini ed esigenze dei consumatori.

Con questi dati e numeri alla mano, mi sento in conclusione di dire che il futuro sarà per chi avrà il coraggio e le capacità di cogliere le opportunità derivanti delle nuove prospettive, cambiando l’approccio e applicando strategie flessibili all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità economica e ambientale e soprattutto con un attento occhio di riguardo verso tutto ciò che potrà garantire la salubrità nella vita delle persone.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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