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Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Ogni bottiglia deve esprimere l’azienda nel collettivo, ma anche nel singolo. Il pensiero e i risultati di Piera Martellozzo con la sua casa vitivinicola nelle Grave del Friuli. Il territorio e la sua identità

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
24 settembre 2021 | 18:37

Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Ogni bottiglia deve esprimere l’azienda nel collettivo, ma anche nel singolo. Il pensiero e i risultati di Piera Martellozzo con la sua casa vitivinicola nelle Grave del Friuli. Il territorio e la sua identità

di Gabriele Ancona
vicedirettore
24 settembre 2021 | 18:37
 

Piera Martellozzo è una donna determinata, innamorata del territorio, del vino e della sua impresa, un mosaico di persone, tasselli che danno vita a Piera 1899, casa vitivinicola nelle Grave del Friuli. A San Quirino, Pordenone.

Piera Martellozzo Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Piera Martellozzo

 

«Il vino, oltre a essere un prodotto che gratifica il palato, deve avere un’anima – racconta – Deve esprimere l’azienda nel collettivo, ma anche nel singolo. Nel nostro caso, in ogni bottiglia ci sono trenta persone. Ognuno dà la sua impronta».

Piera 1899, vigneti nelle Grave del Friuli Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Piera 1899, vigneti nelle Grave del Friuli

 

I sassi fonte di ricchezza

Un’identità che sboccia da una storia di famiglia che inizia nel 1899 nel Padovano e si passa il testimone da quattro generazioni. Il suo le viene affidato dall’oggi al domani dal padre nel 1992. Piera non si tira indietro e inizia a camminare. Un’andatura a piccoli passi, inesorabile. Negli anni ’90 rivaluta i vitigni autoctoni e introduce la prima linea biologica. Da vent’anni Piera 1899 ha piantato radici nelle Grave del Friuli. «Un anfiteatro morenico – spiega – Un blend di roccia dolomitica frantumata baciata dalla brezza marina. Qui i sassi sono fonte di ricchezza, non sinonimo di povertà».

Le bottiglie delle linee Clâr de Lune e Terre Magre Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Le bottiglie in degustazione delle linee Clâr de Lune e Terre Magre

 

Linea Terre Magre

Dalla selezione dei vigneti più vocati alla sensibilità verso il terroir nasce la linea Terre Magre che unisce alla tradizione friulana l’intuizione della modernità, nella tecnica e nello stile, in una gamma ampia e rappresentativa. Le brezze del vicino mar Adriatico, congiuntamente alle montagne che incorniciano il territorio e riparano dai venti freddi del nord, creano un habitat perfetto per la coltivazione dell’uva che nelle Grave si fa vino di grande caratura.

Terre Magre Merlot 2020 Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Terre Magre Merlot 2020

 

Nel corso di una colazione alla Terrazza Gallia, in abbinamento alla cucina dei soci Euro-Toques Antonio e Vincenzo Lebano, abbiamo degustato (sommelier Paolo Porfidio) le annate 2020 di Chardonnay e Sauvignon, vini eleganti, quasi sotto traccia, che manifestano piano piano il loro carattere. I rossi Terre Magre sono stati interpretati dal vellutato e armonico Refosco del Peduncolo Rosso 2020 e dal raffinato Merlot 2020. Un vino tattile da grande invecchiamento.

 

 

Clâr de Lune, coppia di rosati

Da annotare l’ultima linea di prodotti firmata Piera 1899, Clâr de Lune. Propone una coppia di vini rosé: Friuli Doc Grave Rosato 2020 e Prosecco Doc Rosé Brut Nature 2020. Il primo nasce da un blend di uve a bacca rossa (Merlot, Pinot Nero e Refosco) vendemmiate a fine settembre, che apportano tutta la complessità dell’argilla su cui crescono. Unico rosato (fresco, sapido, speziato) dove il Merlot vanta un peso di rilievo. Bottiglia impreziosita anche dal tappo in vetro, Etichetta d’Oro alla Vinitaly Design International Packaging Competition 2021.

Il tappo firmato e premiato del Friuli Doc Grave Rosato 2020 Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Il tappo firmato e premiato del Friuli Doc Grave Rosato 2020

 

 

Per il Prosecco Doc Rosé Brut Nature 2020 gli uvaggi impiegati sono Glera all’87% e Pinot Nero al 13%. Composta dal mosto fermentato degli uvaggi rossi e bianchi, la cuvée è posta in autoclave con una selezione di lieviti indigeni. Qui avviene una seconda e lenta fermentazione con metodo Charmat a 15° per circa 120 giorni. Il colore è energicamente delicato, dovuto all’intrecciarsi delle due anime del vino, il rosso del Pinot Nero e il bianco dell'uva Glera. Al palato si rivela rotondo, strutturato, morbido e fragrante. Perlage da antologia.

Antonio Lebano condisce i paccheri Piera 1899, dentro un vino l’anima delle persone

Antonio Lebano condisce i Paccheri alla Vittorio

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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