«Cento anni fa il consumo di birra nel nostro Paese era di 1 milione di ettolitri, oggi è di oltre 20. Il 77% degli italiani la consuma e 7 donne su 10 la bevono, per il 30% due volte alla settimana».
Michele Cason, presidente di
AssoBirra, è soddisfatto nel presentare l’Annual Report 2018, il fermo immagine sull’andamento del comparto brassicolo e sul valore economico e sociale del settore birrario e di quello dei maltatori. Lo scorso anno il mercato ha registrato una crescita dei volumi, della produzione e del consumo procapite. «Un incremento – ha sottolineato Cason - legato alla diffusione della birra, un settore che in tutta Italia occupa 140.000 persone, compreso l’indotto».
Crescono i consumi di birra
Nel 2018, infatti, il consumo di birra è aumentato del 3,2%, passando dai 19.684.000 ettolitri del 2017 ai 20.319.000. La crescita si è tradotta in un aumento del 3,4% del consumo procapite che nel 2018 si è attestato sui 33,6 litri, valore che ci posiziona comunque al terz’ultimo posto nella classifica europea. L’aumento dei consumi ha favorito una crescita della produzione nazionale del 4,7%. Con 16.410.000 di ettolitri registrati nel 2018, oggi siamo al nono posto in Europa per volumi di produzione e quinti per numero di birrifici. L’aumento della produzione di birra nazionale ha determinato una crescita del malto italiano del 5,5% che si attesta oggi sulle 80mila tonnellate.
Per quanto riguarda l’export, nel 2018 ha raggiunto il nuovo massimo storico sfondando il tetto dei 3 milioni di ettolitri, in aumento del 6,6% sul 2017. «I maggiori mercati di riferimento – ha annotato Cason – sono Gran Brtetagna, il primo importatore di birra italiana, Usa e Australia, aree a forte tradizione birraria». Relativamente all’import ci siamo attestati sui 9 milioni di ettolitri.
«Bere birra italiana - ha continuato
Michele Cason - significa bere emozioni, sentirsi italiani. La birra è uno dei prodotti che si sta innovando di più, partendo però dalla tradizione. La sostenibilità del settore, inoltre, è a tutto tondo. Grazie alla filiera agricola si valorizzano i territori».
«Per continuare a favorire una crescita dell’intera filiera della birra - ha puntualizzato il vicepresidente di AssoBirra
Alfredo Pratolongo - è necessario individuare un percorso che riporti la quota di tassazione a livelli più equi. La strada intrapresa dal Governo e dal Parlamento è decisamente quella giusta, ma a fronte di aumenti del 30% nel triennio 2013-2015, le diminuzioni del 2017-2019 non raggiungono neppure l’1,7%. Quindi occorrerebbe aumentare la velocità e la profondità di questa ‘road map’ per poter ritornare a livelli pre crisi in tempi ragionevoli». La birra, va ricordato, in Italia è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise.