Il cibo e il suo valore. L’esperienza gastronomica rappresenta un momento estremamente importante nella vacanza in crociera: a bordo della flotta Costa vengono infatti preparati ogni anno circa 54 milioni di pasti.
Cibo, valore, ma anche spreco. Per questo
Costa Crociere, che nel 2018 festeggia i 70 anni di navigazione, ha dato vita al programma 4GoodFood, che ha come obiettivo la riduzione del 50% degli sprechi alimentari a bordo delle navi della compagnia italiana entro il 2020. Una novità assoluta nel settore marittimo, che parte dai processi di preparazione del cibo a bordo arrivando a coinvolgere ospiti ed equipaggio delle navi, per raggiungere le comunità beneficiarie del recupero e della restituzione delle eccedenze promuovendo sistemi e processi tendenti allo “spreco zero”. Un’economia circolare di ampio respiro.
Il progetto intende rivisitare il tema del cibo in chiave sostenibile, con un approccio integrato, avvalendosi della collaborazione di partner di esperienza come Fondazione Banco Alimentare Onlus, Cittadinanzattiva, Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Winnow.
La presentazione a Milano di 4GoodFood è stata anche l’occasione per una riflessione su consumo responsabile e lotta agli sprechi alimentari. «Contiamo di dimezzare entro il 2020 gli sprechi alimentari sulle nostre navi - ha dichiarato
Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere - con dieci anni di anticipo rispetto al termine fissato dall’Agenda 2030 dell’Onu. La sfida che per primi abbiamo colto e che vogliamo portare nella nostra industry è quella di promuovere un modo più sostenibile di preparare e consumare il cibo a bordo, senza incidere sullo spirito della vacanza. Ma l’aspetto senza dubbio più importante, a cui teniamo particolarmente, è che questo programma riuscirà a coinvolgere circa due milioni di ospiti che portiamo ogni anno in vacanza e i nostri 19mila membri d’equipaggio: quindi l’effetto positivo di quanto proporremo a bordo sarà moltiplicato a terra».
4GoodFood è in corso di implementazione su tutte le navi della flotta, dopo essere stato sviluppato e testato a partire dal 2016 sull’ammiraglia Costa Diadema. La fase di sperimentazione ha permesso in 11 mesi di ridurre del 54% lo spreco alimentare, equivalente a un abbattimento di 1.189 tonnellate di CO2, le emissioni di 231 automobili in un anno. Ma le navi Costa Crociere partivano comunque da una situazione virtuosa in materia di sprechi alimentari. Secondo i dati del Wrap (Overview of waste in the Uk Hospitality and food sector), nei ristoranti si sprecano in media 284 gr di cibo a persona per ogni pasto, contro i 216 rilevati sulla flotta della compagnia italiana prima di avviare il programma. Al termine della sperimentazione a bordo di Costa Diadema i grammi erano 98. L’attenzione di Costa Crociere all’ecosistema, come ha ricordato Palomba, si conferma anche dalla nuova rotta impostata dalla compagnia verso la costruzione di navi alimentate a gas naturale liquefatto, il combustibile fossile più pulito al mondo.
«Oggi un terzo del cibo prodotto nel mondo non viene mangiato - ha ricordato
Peter Bakker, presidente e ceo del World Business Council for Sustainable Development - mentre circa 800 milioni di persone soffrono di malnutrizione e insicurezza alimentare. Questa situazione non può assolutamente andare avanti. Come portavoce globale del business sostenibile, il World Business Council for Sustainable Development sta promuovendo una serie di progetti che mirano a trasformare i sistemi alimentari globali, dalla tavola ai campi. Sono urgenti azioni di business per affrontare il problema dello spreco alimentare e raggiungere i target previsti dall'Accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite».
E un’azione di business concreta è quella che sta attuando Costa Crociere, come ha annotato
Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile: «Questa iniziativa dimostra l’importanza dell’impegno delle aziende nel conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Imprese come Costa Crociere, che interagiscono con milioni di persone ogni anno, possono riuscire con queste iniziative di sensibilizzazione ad accelerare il cambiamento culturale necessario per migliorare gli stili di vita e realizzare quel cambio di paradigma necessario per rendere il futuro più sostenibile. Solo attraverso una partnership tra differenti tipologie di stakeholder è possibile far fronte a sfide globali che sono ormai strettamente interconnesse. Il tema dello spreco alimentare si lega a quelli relativi al cambiamento climatico, alla sicurezza degli approvvigionamenti di cibo e acqua, alle migrazioni: fenomeni che devono essere affrontati con un approccio integrato».
4GoodFood prevede diverse fasi operative, a partire, in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dalla rielaborazione dell’offerta gastronomica in un’ottica sostenibile, attraverso la selezione di prodotti e materie prime di qualità e tenendo in considerazione la stagionalità e la prossimità degli alimenti. A bordo, poi, insieme a Winnow, Costa Crociere ha implementato un sistema per la mappatura, quantificazione e analisi degli sprechi nella fase di preparazione del cibo attraverso il posizionamento di bilance localizzate nelle cucine e collegate a un sistema di condivisione dei dati. Questo ha permesso di integrare progressivamente azioni di miglioramento a bordo delle navi. Elemento chiave è stata la formazione specifica di quasi 2.400 addetti alle cucine su come ridurre gli sprechi e creare processi più sostenibili.
Neil Palomba
Un circuito virtuoso che prevede il coinvolgimento in prima persona degli ospiti sulle navi verso modelli di comportamento più responsabili, soprattutto nell’area buffet. In questa fase del progetto Costa Crociere è affiancata da Cittadinanzattiva, che ha contribuito in particolare al monitoraggio dell’efficacia della “call to action” su Costa Diadema. I risultati di questa prima sperimentazione sono stati eccellenti: quasi il 90% degli ospiti ha accolto positivamente la campagna di sensibilizzazione denominata Taste don’t Waste, che ha consentito una riduzione di quasi il 20% degli sprechi generati al buffet.
Il coinvolgimento diretto degli ospiti crea inoltre un’ulteriore deriva positiva. Costa Crociere ha deciso infatti di sostenere la rete degli Orti in Africa promossa dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Il contributo sarà erogato su base annua e direttamente correlato alla diminuzione degli sprechi al buffet nell’ottica di contribuire a restituire alla collettività il valore del cibo. Per dare il via al suo impegno Costa Crociere ha donato a Carlo Petrini, fondatore Slow Food, un contributo economico iniziale per realizzare 50 nuovi orti in Mozambico, Sud Africa e Tanzania.
Lotta agli sprechi significa anche recupero e gestione delle eccedenze, obiettivo perseguibile grazie alla legge 166/2016 promossa dall’onorevole Maria Chiara Gadda. Per la prima volta nel settore marittimo, Costa Crociere, in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus, è riuscita a redistribuire per fini sociali il cibo preparato e non utilizzato a bordo. L’iniziativa è partita a Savona a luglio 2017 su Costa Diadema ed è stata di recente estesa al porto di Civitavecchia. In soli sei mesi sono state recuperate e redistribuite ad associazioni locali che si occupano di dare assistenza alle persone in difficoltà circa 16mila porzioni. L’obiettivo per il 2018 è attivare il progetto nei porti di Palermo, Cagliari, Bari e Venezia, Marsiglia, Barcellona, Atene e La Valletta (Malta).
«Sono orgoglioso di testimoniare il percorso sostenuto da Costa Crociere nell’ottica di valorizzare il cibo in chiave sostenibile e contribuire al cambiamento culturale sul tema - ha dichiarato
Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, a conclusione della giornata di presentazione di 4GoodFood -tutto ciò dimostra una presa di coscienza del mondo dell’impresa e della società civile rispetto all’esigenza di contrastare lo spreco alimentare. Sono certo che l’accrescimento del senso civico sia la chiave di volta per rafforzare il messaggio del diritto al cibo come un diritto inalienabile. Occorre quindi rafforzare l’impegno comune per incentivare le occasioni di dialogo, coinvolgendo i cittadini e diffondendo buone pratiche comportamentali fino a innescare azioni concrete e sinergiche come quelle intraprese da 4GoodFood».
Per informazioni:
www.costacrociere.it