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Bergamo saluta Pino Capozzi Cuoco, imprenditore e artista

È morto all’età di 88 anni nella sua casa-albergo “Agnello d’oro” di Bergamo Alta. Aveva realizzato altri due alberghi: Città del Mille e Guglielmotel. Fu anche pittore, incisore di rame, abile fotografo e giornalista pubblicista. Il dolore della giovane moglie Stella sposata nel 2009

 
22 maggio 2012 | 18:04

Bergamo saluta Pino Capozzi Cuoco, imprenditore e artista

È morto all’età di 88 anni nella sua casa-albergo “Agnello d’oro” di Bergamo Alta. Aveva realizzato altri due alberghi: Città del Mille e Guglielmotel. Fu anche pittore, incisore di rame, abile fotografo e giornalista pubblicista. Il dolore della giovane moglie Stella sposata nel 2009

22 maggio 2012 | 18:04
 

Pino CapozzoSi svolgeranno venerdì 25 maggio, ore 15, nel Duomo di Bergamo, i funerali di Pino Capozzi, noto ristoratore e imprenditore alberghiero, deceduto martedì mattina nella sua 'casa”, la camera che occupava, con la moglie Stella, nel loro albergo-ristorante Agnello d'Oro a Bergamo Alta. Aveva 88 anni. Era nato a Gioia del Colle, in provincia di Bari, il 9 settembre 1923.

Lascia nel più grande dolore la moglie Stella, i figli Pier Carlo e Massimo, la sorella Anna, che lo hanno amorevolmente assistito nell'ultimo periodo, quando, dopo un anno di dialisi e alcune complicazioni, la sua pur forte fibra si è spenta lentamente.

La sua lunga vita è stata quella di un uomo capace e ambizioso, instancabile lavoratore dalle grandi intuizioni, manager di successo e artista al tempo stesso, incisore di rame, pittore, abile fotografo, giornalista pubblicista. Una personalità poliedrica, una vita ricca di eventi, di avventure ed emozioni, tutto raccolto alle pareti del ristorante-museo 'Agnello d'Oro” e nei libroni di fotografie e ritagli che amava conservare

Dopo alcuni lavori saltuari, aveva preso in gestione l'albergo Agnello d'Oro nel 1964. Lì è cominciata la sua fortuna, perché successivamente avrebbe aperto il 'Città dei Mille” a Bergamo bassa e il 'GuglielmMotel” al casello autostradale di Capriate.

Pugliese-bergamasco ('venuto al nord per migliorare la razza”, come amava dire),  Pino si era trasferito a Bergamo nel 1947. Aveva mosso i suoi primi passi professionali come aviere-marconista dell'Aeronautica militare, durante gli anni bui della guerra; da Brindisi chiese il trasferimento allo scalo militare di Orio al Serio, dove, in virtù delle sue collaborazioni giornalistiche con il Corriere Militare di Roma, venne nominato nel 1950 addetto stampa in vista dell'importante evento che trasformò l'aeroporto di Bergamo in scalo civile.

Capozzi si era appena sposato, nel 1949, con Elena (scomparsa prematuramente a soli 47 anni nel 1971) e per sbarcare il lunario iniziò la collaborazione con L'Eco di Bergamo. L'amicizia con l'allora direttore monsignor Andrea Spada è stata lunga e fraterna. Pino Capozzi conservava con orgoglio il tesserino di 'collaboratore” che il direttore Spada gli aveva consegnato nel 1950.

Pino Capozzi e Stella SilipoNel 1952 si congeda dall'esercito ed inizia la sua svolta professionale nella ristorazione: «Con mia moglie e mio figlio Pier Carlo in fasce ci trasferimmo in montagna per gestire a Piazzatorre il rifugio "Il Rododendro"- raccontava - a suon di cambiali aprii qualche anno dopo "Il Ducale", bar gelateria in Colle Aperto: ebbe un buon successo, ma i soldi scarseggiavano ancora. Costretto per necessità ad archiviare quell'esperienza, per un periodo mi occupai della direzione di una fabbrica di ghiaccioli a Stezzano e poi del commercio di prodotti ittici. Lavorai anche alla trasformazione de "Il  Pianone" in ristorante: mi ci trasferii addirittura con Elena e in miei due figli, Pier Carlo e Massimo».

Ma la svolta e la consacrazione come chef affermato e albergatore di successo arrivano all''Agnello d'Oro”, ristorante-albergo che Capozzi riesce ad avere in gestione a partire dal 1964, seguendone in ogni passo la fase di ristrutturazione. Si rivela una mossa indovinata: dopo nemmeno un anno Capozzi conquista una medaglia dopo l'altra nei più importanti concorsi gastronomici, fino alla nomina di "Alfiere della gastronomia italiana" in coppia con l'attore Alberto Lupo e la partecipazione in veste di ambasciatore della cucina italiana a manifestazioni enogastronomiche in tutto il mondo. Con Ave Ninchi nel '76 pubblica un libro con 133 ricette di risotti; con Gino Veronelli sarà legato da un sodalizio fraterno per una vita, partecipando anche a trasmissioni televisive Rai condotte da Veronelli.

Nel 1972 inaugura l'albergo 'Città dei Mille” in via Autostrada a Bergamo e nel 1992 il 'GuglielMotel” nei pressi del casello autostradale di Capriate (che viene raddoppiato nel 2010 portandolo a 140 camere). Non ha mai abbandonato né abbandonerà mai i fornelli: a 87 anni ha messo a punto la ricetta del "risotto alla bergamasca", un omaggio dovuto e voluto alla sua seconda città, che lo ha consacrato come chef. Era presidente onorario del Gruppo Ristoratori dell'Ascom, categoria che ha guidato per diversi anni fino al 2009; è stato presidente dell'Unione Italiana Ristoratori e ambasciatore della cucina italiana in Spagna, Germania, Messico, Ecuador e Russia. Per 25 anni è stato invitato a Gandia, in Spagna, come ospite d'onore alla manifestazione della 'fideuà”, una paella con pezzetti di pasta in sostituzione del riso.

Nell'aprile 2009, nonostante la differenza d'età, ha sposato Stella Silipo (nella foto), una giovane donna calabrese di 38 anni. Si erano conosciuti 20 anni prima ed era stato amore vero a prima vista. Il matrimonio ha sancito un amore ben corrisposto da entrambi. Con Stella ha gestito sino all'ultimo l'albergo di Bergamo Alta e il ristorante.

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